lunedì 7 aprile 2008

LA SCUOLA NON E’ UN’AZIENDA!

Siamo nel vivo della campagna elettorale e tra Veltroni e Berlusconi è cominciata l’escalation a chi la spara più grossa: basta, tuttavia, leggere con un minimo di attenzione i programmi per vedere che in verità c’è una vera e propria gara tra pd e pdl a chi è più di destra,per scoprire, con grande sorpresa, che in materia di pubblica istruzione Veltroni batte Berlusconi.

Nel programma del Pd i punti sulla scuola sono tanto chiari quanto limpidi sono gli intenti: semplicemente vogliono trasformare la nostra scuola in un’azienda, a partire dalla necessità di avere “dirigenti scolastici con capacità manageriali” per continuare con l’introduzione della “flessibilità nella gestione degli organici” (sic!). Il tema delicatissimo della didattica è, poi, liquidato sparando un generico; “c’è bisogno di più ore di matematica”! Nessun accenno alla necessità di aumentare i finanziamenti per la scuola pubblica, mentre si peritano nel sciorinare un linguaggio allusivo che equipara la scuola pubblica e quella privata. Un vero è proprio insulto a tutte quelle famiglie italiane che non riescono a mandare i propri figli a scuola perché troppe sono le spese da sostenere, tra libri di testo, iscrizione, mensa, mezzi di trasporto, etc. Tutte spese che, come cita la nostra Costituzione, dovrebbero essere a carico dello stato. Così come non dovrebbero esserlo i finanziamenti alle scuole private!
Caro Veltroni, sei davvero troppo lontano dalle esigenze della scuola italiana e dagli studenti che la abitano, ti consigliamo vivamente di trovare il tempo tra i tuoi voli pindarici di farti qualche giro nelle nostre scuole e capire di cosa c’è bisogno! Magari scopriresti cosa fa l’Italia vera!
Le nostre sono scuole fatiscenti, dove mancano insegnanti, laboratori, banchi, sedie e spesso non sono neppure a norma!Con insegnanti che passano una vita da precari, cambiando classe di mese in mese. Questa è la vera Italia, l’Italia che spende per la scuola solo il 4,7 per cento del PIL, contro il 6,1 della media europea, con un tasso di dispersione scolastica che vede il Belpaese fanalino di coda dell’Europa (21,9% in Italia a fronte del 10 % in media dell’Unione europea).Tutto questo succede qui, nella settima potenza economica del pianeta per PIL nominale: Le risorse ci sono, basterebbe solo redistribuirle! Perché il signor Veltroni, anziché progettare nuovi regali alle scuole private e alle aziende, non si ricorda delle condizioni in cui versano le nostre scuole?

Lucia Ioime
Resp Naz. Scuola Fgci

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