giovedì 10 aprile 2008

SANGUINETI un voto utile è per la Sinistra l'Arcobaleno

«Deprimente», questa campagna elettorale, «infelice». Colpa, secondo Edoardo Sanguineti, poeta militante genovese, di un «meccanismo elettorale veramente impossibile, dal punto di vista tecnico ed etico, dell’impossibilità di scegliere: si vota in maniera cieca per strutture poco affidabili nel loro insieme e gerarchizzate al massimo».

Firmando l’appello per il nuovo soggetto della sinistra, tuttavia, lei ha voluto confermare la «scelta di parte» che ha contraddistinto la sua vita.

"Dove si fa appello alla coscienza di classe, si insiste sulla contrapposizione tra sfruttatori e sfruttati, lì mi sembra la sola posizione credibile, dotata di una capacità d’ascolto. Quella firma è la speranza di dare un voto utile, anche rispetto ad altre sigle che si tirano fuori dalle lusinghe del Pd. Il mondo è popolato da una massa di sfruttati proletari che però hanno perso fiducia o coscienza della loro collocazione di classe, vivono in una posizione depressa, dominata dalla precarietà. Sembrerà strano, ma credo che bisogna procedere nella realtà dell’esperienza con molto realismo. E il realismo dice che l’ottimo è irrealizzabile. Così, licenziata ogni utopia, nessuna immaginazione al potere, il potere, dunque, è il massimo del realismo. Ho in mente la posizione di Marx, ancora molto attuale: l’utopia funziona finché lo sviluppo delle forze produttive non può ancora manifestarsi nella forma pratico concreta. Il problema all’ordine del giorno è la coscienza di classe."


Perché ritiene infelice il clima che precede queste elezioni?

"C’era molta speranza, dopo 5 anni di Berlusconi, e non si è realizzata. La coalizione, eccessivamente composita che sosteneva Prodi, non poteva reggere a lungo, né fare qualcosa per quelle aspettative di cambiamento."


Il nuovo soggetto unitario sarà solo un cartello elettorale?


"Vorrei molto che non lo fosse. Mi auguro che getti le basi per una sinistra significativa per qualità e quantità, che quindi possa pesare e che mantenga fede a questo orientamento di classe.Ormai tutti coloro che lavorano, anche chi passa le sue ore al computer, in banca o nei call center vivono uno sfruttamento economico e psicofisico sentendosi facilmente sostituibili da qualcuno che è ancor più disperato."



(da Liberazione del 6 aprile)

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