sabato 29 novembre 2008

Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne

22 novembre 2008, Roma - Corteo di donne autorganizzato per la manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne. "Indecorose e ribelli!"

venerdì 28 novembre 2008

Assemblea permanente alla stazione di Sassari



COMUNICATO STAMPA

I lavoratori della "Geas", azienda che si è aggiudicata l'appalto per la manutenzione dei vagoni e delle officine Trenitalia di tutta la Sardegna, sono in assemblea permanente da 10 giorni per manifestare l'assoluta contrarietà ai 39 licenziamenti disposti dall'azienda a cui se ne aggiungeranno altri 10 nel prossimo anno.
La Geas nel 2006 ha vinto la gara d'appalto garantendo contratti a tempo indeterminato a 137 dipendenti. Oggi l'azienda dichiara di avere risorse economiche tali da garantire solo 70 posti di lavoro. La motivazione dei licenziamenti: la Geas denuncia Trenitalia che risulterebbe inadempiente per 800mila euro.
Trenitalia replica che i pagamenti previsti sono regolari (3milioni e 800mila euro).
Il Partito dei Comunisti Italiani e la Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani della federazione di Sassari solidarizzano con i lavoratori e accusano la Geas di usare i licenziamenti come arma di ricatto. Il PdCI e la Fgci denunciano, inoltre, l'utilizzo dello strumento degli appalti al massimo ribasso che non garantiscono il rispetto del lavoro e le retribuzioni dei lavoratori.

Partito dei Comunisti Italiani (PdCI)
Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani (Fgci)
- federazione di Sassari -

giovedì 27 novembre 2008

Assemblea permanente alla stazione di Sassari

La stazione ferroviaria di Sassari, come tutte le principali stazioni della Sardegna, è occupata da un’assembla permanente che andrà avanti ad oltranza.
A protestare sono i lavoratori addetti alla pulizie dei treni che chiedono il ritiro dei 39 licenziamenti indetti dalla GEAS - azienda che si è aggiudicata la gara d’appalto per la manutenzione dei vagoni e delle officine Trenitalia di tutta la Sardegna.

I 119 dipendenti della GEAS manifestano da oltre 5 mesi, con sit-in, sospensione dei lavori e assemblee, senza aver ricevuto il giusto ascolto e senza aver ottenuto nulla di concreto. Adesso i lavoratori minacciano il blocco totale delle ferrovie della Sardegna e si dichiarano in Assemblea permanente.

Nel 2006 la GEAS si aggiudicò l’appalto garantendo 137 unita lavorative assunte a tempo indeterminato per l’attività ferroviaria.
Appena vinto l’appalto l’azienda concordò con i lavoratori e i sindacati una riduzione del personale portando l’organico di lavoro da 137 unità a 119.

Circa 5 mesi fa la GEAS ha preparato 39 lettere di licenziamento, più altre 10 previste per una seconda fase, con la volontà di ridurre ulteriormente il personale che passerebbe da 119 a 70 dipendenti, (contro i 137 che garantiva nel 2006)
L’azienda giustifica i licenziamenti sostenendo che vi sarebbe una diminuzione quantitativa di lavoro e denuncia il mancato pagamento da parte di Trenitalia dell’importo pattuito nel capitolato d’appalto.
Tali motivazioni risulterebbero prive di fondamento, la stessa Trenitalia fa sapere che i pagamenti previsti sono regolari (3 milioni e 800 mila euro); inoltre il fermo di alcuni lavoratori in protesta ha causato immediatamente forti disagi, dimostrando come non regge la tesi dei dipendenti in esubero.
Pietro Rattu referente sindacale CGIL afferma che la GEAS in alternativa ai licenziamenti “offre un contratto di solidarietà di 30 ore settimanali con un deturpamento dello stipendio da un 21% fino a un 24% per ogni operaio”.
Risulta quindi evidente che l’azienda sta utilizzando i licenziamenti come un’arma contro i lavoratori per ottenere una riduzione dei salari e contratti più vantaggiosi alle proprie casse a scapito delle famiglie degli operai.

Sebastiano Deligios - Fgci Alghero

mercoledì 26 novembre 2008

La vignetta di Vukic


Quei poveri satanassi sono anni che lo aspettanoper fargli pagare una dissennata vita da comunista incallito. Sarà, ma questo risvolto nella vita del grande politico-filosofo sardo arriva in concomitanza con gli spots pubblicitari della Chiesa per il finanziamento pubblico da parte degli italiani.
Ma forse è solo paranoica cattiveria.
La notizia qui.

«Gramsci si convertì», ecco lo scoop su Radio Vaticana

A 71 anni dalla sua morte la forza e l'attualità di Antonio Gramsci è prorompente. Ne sono un sintomo anche le notizie

i presunti scoop che vengono alla luce su di lui, solitamente relativi alla vita privata. L'ultimo, in ordine di tempo ma che in realtà era già uscito nel lontano 1977, è quello relativo ad una conversione alla fede di Gramsci in punto di morte quando, secondo il pro-penitenziere emerito della Santa Sede Luigi De Magistris autore della notizia, ricevette i sacramenti cristiani. Il monsignore ne è assolutamente convinto, avendo saputo della conversione da una suora che lavorava nella clinica Quisisana, dove il grande intellettuale comunista morì.

«Il mio conterraneo, Gramsci aveva nella sua stanza l'immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l'immagine di Gesù Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: "Perché non me l'avete portato?" Gli portarono allora l'immagine di Gesù Bambino e Gramsci la baciò». Queste le parole di De Magistris, niente più. Nessun documento, nessuna lettera indita a supportare una tesi in realtà già superata.

Infatti, come afferma Giuseppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci, «è la cognata Tatiana, che accudì Gramsci negli ultimi tempi, a raccontare di essere stata lei stessa a dover allontanare un sacerdote che voleva somministrare i sacramenti a Gramsci». E ancora, Gramsci chiese esplicitamente di essere cremato e nelle tante e dettagliate lettere (intime ed inedite di Tatiana alla famiglia) e documenti, anche della polizia fascista, sugli ultimi momenti di Gramsci non vi è nessun accenno alla conversione. Insomma non risulta, nessun riscontro ufficiale né ufficioso.

Solo, probabilmente, la volontà di appropriarsi di un “pensiero” con cui è difficile per alcuni fare i conti. Solo, probabilmente, la necessità di destrutturare la figura pubblica, attraverso presunte rivelazioni “pericolose” di quella privata di un grande uomo che, in quanto tale, nella sua vita “grande” e piccola “storia” si intrecciano in un rapporto sì dialettico ma che a volte rischia di renderlo meno umano. Gramsci è stato un acuto intellettuale, un fine politico, un instancabile educatore dell'altro, un comunista e citando sempre Vacca se si fosse convertito «ovviamente non sarebbe uno scandalo, né cambierebbe alcunché».

C. C.

Sardegna, Vacca: "Noi stiamo con Soru"

“Noi stiamo con il presidente Soru. La sua esperienza amministrativa ha avuto aspetti di notevole positività. Gli elementi di criticità, pure presenti, possono e devono essere affrontati con tranquillità e non usati come strumentali assalti al presidente. Non avevamo alcun dubbio che Soru fosse persona che fa seguire le azioni alle azioni e che in mancanza di una maggioranza su uno dei punti che considera nevralgici della sua esperienza amministrativa avrebbe rassegnato le dimissioni. Il Pd non scarichi tutte le proprie contraddizioni interne sui sardi che aspirano a una prosecuzione del governo regionale”. E' quanto afferma Elias Vacca, ex parlamentare sardo del PdCI ed attualmente esponente della Direzione nazionale del partito.

lunedì 24 novembre 2008

In rete il dolore e la rabbia per la morte di Vito Scafidi

Da tutta Italia messaggi sul blog del ragazzo. Tanti anche i gruppi nati su Internet per ricordare il 17enne vittima del crollo del controsoffitto nel liceo Darwin di Rivoli. Studenti e genitori dicono basta e si chiedono perchè



Vito_91 sapete ki è? è una persona è un ragazzo che amava vivere...e ora? non esiste più fisicamente...ci è rimasto solo il suo spirito...e serviva qst per far vedere ke le scuola cadono a pezzi?”.

Vito 91 era il nick di Vito Scafidi, il ragazzo di 17 anni che ha perso la vita in seguito al crollo del controsoffitto del liceo Darwin di Rivoli. Sul suo netlog in queste ore si susseguono i messaggi dei coetanei, come quello di Tetiana qui sopra.


Ragazzi che lo conoscevano, come tatokina28: “Io Vito lo conoscevo....nn ci posso ancora credere....anche io ho scritto un blog e ho inserito una sua foto sul mio netlog....il responsabile deve pagare x la sua morte insensata!”.


Ma c’è anche chi come Bimba Folle, 16 anni, non ha mai conosciuto Vito: “Non ti ho mai conosciuto!!!!ma sono tristissima x quello che ti è successo... e tutto solo xkè nn sono stati capaci a ristrutturare quella dannata scuola...


mi dispiace..tanto spero di incontrarti nei miei sogni...il tuo ricordo sarà x sempre el mio cuore...un grosso bacio Vito... e un bacio alla tua famiglia ...saremo vicini anke a loro...se non con il corpo ma con la mente sì...


InMemoria di Vito è il blog nato qualche ora dopo la morte del giovane. Su queste pagine gli studenti ma anche i genitori affidano messaggi di dolore, di cordoglio per la famiglia.Ma anche di rabbia. Come questa mamma, che si firma Roslele: “Che non sia la solita fiammata che si spegne in pochi giorni appena seppellito Vito, ma che ci sia giustizia per Vito, e che questa giustizia serva per evitare altre tragedie come questa, ho un figlio di 14 anni che frequenta la prima superiore immagino il dolore di quei genitori, e in più lavoro in una scuola elementare e sono convinta che se la scuola cade a pezzi è compito primario del preside di sollecitare un controllo da parte dei superiori”.


Numerose anche su Facebook le pagine create per ricordare la giovane vittima del liceo di Rivoli.Quasi 6mila i membri del gruppo “In ricordo dello studente 17enne Vito Scafidi”. Tutti uniti da una sola parola: Basta. “Semplicemente inaccettabile..non ci si può rassegnare ad una cosa del genere!!!!!!!” scrive Eleonora.


La domanda che più ricorre in rete ora è "perchè". Interrogativo ancora in attesa di risposta.“Perchè morire così? In questo tragico modo? Perchè in quella scuola non erano stati fatti tutti i controlli sulla sicurezza? Cosa ci facevano quei tubi di ghisa nel controsoffitto? Perchè, perchè, perchè? Tanti interrogativi al quale noi, giovani studenti, non sappiamo nè possiamo rispondere. Purtroppo la nostra ignoranza in materia ci porta a fidarci di persone che dovrebbero svolgere il loro lavoro in modo adeguato...ma se la meritano la nostra fiducia? NO NO E POI NO”. Firmato Stefania

da SkyTG24

domenica 23 novembre 2008

Sassari: cronostoria del movimento studentesco

Tutto è iniziato il 16 ottobre scorso quando la Fgci è stata invitata a partecipare ad una assemblea degli studenti di lettere di sassari; nell'intervenire a quella assemblea mi sono reso conto che sassari, finalmente cominciava a respirare un aria nuova; un nuovo clima di ribellione rabbia e delusione ha portato a quella assemblea circa 400 studenti pronti ad occupare , pronti a strutturare anche a sassari il movimento studentesco contro le politiche liberticide delle destre italiane. Il 16 dicembre 2008 è stata per sassari la data della svolta: finalmente lo studentato universitario torna spontaneamente a riflettere sul proprio futuro.
Da questa data, si sono succedute presso molte facoltà notti bianche , lezioni in piazza assemblee; insomma l'università ha rappresentato l'avanguardia di un movimento che in provincia ha coinvoto anche genitori, professori precari della cultura.. si sentiva un clima favorevole all'unificazione del movimento studentesco e di quello dei lavoratori. il 21 ottobre,poi , attraverso resistenza studentesca , tutte le scuole superiori della provincia di sassari hanno dato il via alle autogestioni innescando uno spontaneismo del tutto nuovo, che ci ha sorpreso e travolto. grezie a resistenza studentesca la rete degli studenti medi( sindacato egemone sul nostro territorio) ha dovuto seguire l'avanguardia politica; finalmente anche a sassari la fgci torna a dettare la linea al sindacato.
Il 23 ottobre ,è la giornata della riunificazione sotto lo stesso tetto, degli studenti medi e degli universitari; rs , rds e movimento universitario occupano per due ore la facoltà di scienze politiche e di giurisprudenza.. le due ore sono state simboliche , e durante le due ore sono intervenuti sindacalisti e studenti dopodichè il 23 ottobre è diventato il giorno adatto per dare vita ad una manifestazione spontanea che ha visti coinvolti oltre 1200 studenti. L'apotesosi del movimento arriva il 30 ottobre dove sono scesi in piazza circa 20000 persone tra studenti professori e lavoratori della scuola.
La strada che abbiamo tracciato è lunga e diritta , impressa sulle facce e nelle menti dei compagni vecchi e nuovi incrociate in questo primo mese di lotta , la strada che dovremo tracciare dovrà essere ancora più lunga , e noi comunisti dovremo lottare sfruttando la nostra organizzazione per riunire, partendo dai nostri territori, il movimento operaio e quello studentesco ed è per questo che il 12 dicembre saremo tutti vicini alle battaglie dei lavoratori della INEOS.
Un merito va riconosciuto ai più giovani, ai più idealisti, ai più tenaci; il merito di avere creato le prime condizioni per la rinascita di una opposizione sociale che metta al centro istruzione e lavoro.

Andrea Devoto, FGCI Sassari

Crisi economica: Diliberto da Milano

domenica 16 novembre 2008

FILCAMS-CGIL - SCIOPERO NAZIONALE - ROMA 15-NOV-2008



FILCAMS-CGIL - SCIOPERO NAZIONALE - ROMA 15-NOV-2008 con intervento del segretario nazionale della Cgil Guglielmo Epifani.
Interviste a:
Stefano Simula (segr. gen Filcams-Cgil Sassari)
Giovanni Deiana (segr. gen. Filcams-Cgil Olbia)
Giorgio Cremasch...i (Fiom-Cgil)

riprese e montaggio di Marco Mura "FgciTvAlghero" http://www.fgcitvalghero.blogspot.com

sabato 15 novembre 2008

L’Università diventa Fondazione privata

L’articolo 16 dell’ormai legge 133/2008 prevede che le facoltà, a causa dei tagli che i finanziamenti pubblici subiranno nei prossimi tre anni, possano trasformarsi in fondazioni private. Come si legge nel decreto, la trasformazione “e' adottata dal Senato accademico a maggioranza assoluta ed e' approvata con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.”Grazie a questo passaggio l’università verrà di fatto privatizzata, e tanto per fare un favore a chi se la comprerà, la legge prevede che alle fondazioni universitarie sarà trasferita, attraverso un decreto del demanio, la proprietà degli immobili già in uso dall’università, e il tutto esente tasse.Ma spieghiamo velocemente cosa sono le fondazioni universitarie: sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione. Però tutti si dimenticano di dire che il 90% delle fondazioni in Italia sono di proprietà delle banche, le quali quindi diverranno proprietarie del sapere con conseguenze significative per la libertà della didattica o della ricerca, che saranno alle mercé del miglior offerente.Il risultato di tutto questo sarà che non avremo più un’università pubblica aperta a tutti, ma avremo un’università privata aperta solo a chi se la può permettere, perché non dimentichiamo che, attraverso questa trasformazione, i costi per studiare aumenteranno in modo esponenziale, e un’altra cosa grave è che chi deciderà la didattica saranno i proprietari delle università, e saranno loro ascegliere cosa possiamo imparare e cosa no, saranno loro a decidere il nostro livello di sapere, o meglio, il nostro livello di ignoranza, e sappiamo tutti quanto l’ignoranza faccia comodo al potere.Per questo noi dobbiamo dire NO! a questa legge, perché dobbiamo essere noi, con le nostre conoscenze e il nostro sapere, i padroni del nostro futuro, perché TUTTI devono avere la possibilità di studiare e di costruirsi il proprio futuro, perché…”anche l’operaio vuole il figlio dottore”.

Fgci Alghero

venerdì 14 novembre 2008

G8: tutti i capi della polizia assolti per le violenze alla Diaz

13 novembre 2008: il tribunale di Genova assolve i vertici della polizia per le bestiali violenze alla scuola Diaz durante il G8. Una vergogna!

IL CANCRO DEGLI ATENEI: IL BARONATO.

Per la scuola e l’università italiane questi ultimi due mesi sono stati convulsi e difficili.
Tra le mille notizie che rimbombano ogni giorno poche si concentrano sulle schifezze che si celano dietro i tagli pubblici sulle università e la ricerca italiana.
In Italia c’è un problema grave , quello del baronato. Per baronato si intende un sistema di potere gestito da alcuni docenti che in combutta con i poteri forti gestiscono le università italiane producendo sprechi e disagi agli studenti.
Pochi giorni fa è spuntata fuori una classifica interessante che indicava una lista di atenei italiani collocando quello di Sassari ai primi posti fra gli atenei italiani colpito da questa grave malattia, la malattia del baronato. I baroni di alcune università italiane sentono l’esigenza di difendersi e proteggere i loro privilegi, ed ecco che magicamente qualche giorno dopo questa indegna riforma della scuola spunta fuori l’ AQUIS.
L’ AQUIS è una associazione composta dai rettori di alcuni atenei italiani che hanno i bilanci apposto e che con l’approvazione della CONFINDUSTRIA hanno stabilito un piano per lanciare le proprie università verso l’estero con l’intento di primeggiare nel mercato internazionale. Dove sta il problema??
Il problema consiste nel fatto che in Italia c’è una legge che tende a tutelare le università ricche ossia quelle università che hanno i bilanci apposto e , questa legge, premia con ingenti somme di denaro tali facoltà. In Sardegna le università non vivono certo nell’oro, e per nostra sfortuna i rettori degli atenei sardi non sono nell’AQUIS e non possono godere degli stessi privilegi di altri atenei italiani. L’AQUIS si contrappone poi alla CRUI che è , invece , la conferenza dei rettori delle università italiane; la CRUI con la nascita della più simpatica AQUIS non godrà più della stessa autorevolezza di prima.
Per farla breve: il capitalismo italiano snobberà le facoltà povere a vantaggio di quelle che sono associate nell’AQUIS.
Arrivata poi la Gelmini tutto questo subisce un ulteriore involuzione. Essendoci dai prossimi anni un taglio deciso dei contributi economici destinati agli atenei italiani, le uniche facoltà degne di sopravvivere saranno quelle dove il baronato e la Confindustria primeggiano.
Noi studenti sardi possiamo sopportare questa ingiustizia? Noi studenti sardi possiamo permettere che le nostre università chiudano? Noi studenti sardi possiamo permettere che un domani ci siano nostri coetanei più fortunati che possono studiare e altri che invece dovranno rimanere a casa dopo il diploma perché sarebbe troppo costoso partire dalla nostra terra? L’opposizione e il futuro è solo nelle nostre mani.


Fgci Alghero

Tagli all'istruzione, «Ad Alghero si risponde con lo studio»

«C'è un mio amico, Bustiano, che studia a Sassari nella facoltà di lettere. Mi detto questo mio amico che anche se i giornali non ne parlano più, le proteste contro le riforme Gelmini ci sono ancora, non sono finite. Mi ha detto Bustiano che in città si stanno organizzando in un grande coordinamento per organizzare varie iniziative contro i tagli all'istruzione. Mi ha raccontato questo mio amico che in questo fronte di protesta ci sono maestre, genitori di alunni delle elementari, ci sono i ragazzi dei licei, ci sono gli studenti universitari di Architettura con i professori e i ricercatori, dice che ci sono anche i ragazzi di Alghero che studiano fuori.

Leggi tutto su Alghero TV

giovedì 13 novembre 2008

Atenei in ginocchio

La finanziaria 2009 “taglia” il diritto allo studio

L’Italia attualmente investe, per le università, lo 0,9% del proprio PIL (prodotto interno lordo); in media i Paesi OCSE spendono l’ 1,5% (tra cui l’America che finanzia il 2,9% e il Canada 2,6%) L’Italia è davanti solo alla Slovacchia.
In un contesto mondiale in cui siamo agli ultimi posti per finanziamenti all’istruzione e alla ricerca invece che cercare di risalire tentiamo di posizionarci ultimi.
Infatti nella finanziaria 2009 si prevedono ingenti tagli ai fondi di finanziamento ordinario per le Università (FFO), alle spese per professori, ricercatori e personale non docente e per l'ordinaria manutenzione delle strutture universitarie e della ricerca scientifica.
”La Tabella C allegata al DDL finanziaria 2009 prevede per il triennio 2009-2011 un taglio del FFO di 731 milioni nel 2010 e di 863 milioni nel 2011”
I tagli più significativi sono previsti per il settore “Diritto allo Studio” suddiviso in tre campi:
Potenziamento attività sportive – Taglio del 23,5%
Borse di studio, buoni mensa, prestiti d’onore, contributi vari- Taglio di 74 milioni di euro
Edilizia universitaria e agevolazioni per studenti fuori sede - Taglio di 12 milioni di euro


Dal 2009 al 2012 verranno di fatto prosciugate le casse degli Atenei, verrà cosi compromesso il diritto allo studio, l’uguaglianza sociale, la mobilità sociale, la ricerca e il progresso.
In soccorso agli Atenei messi in ginocchio arriva l’art. 16 della legge n. 133/2008 dove gli viene data la possibilità di prendere soldi dalle aziende diventando fondazioni di diritto privato. Quindi le Università che non riusciranno a trovare uno “sponsor” chiuderanno (molto probabile nelle province povere) quelle che riusciranno a diventare fondazioni dovranno aumentare le tasse d’iscrizione (in media 10 volte più care), inoltre dovranno adeguarsi all’indirizzo di ricerca, insegnamento e assunzioni volute dall’azienda che li alimenta.

fgci alghero

"Manifestando Studiando" ad Alghero.

14 Novembre 2008: Giornata di Mobilitazione
"Manifestando Studiando" ad Alghero.

Programma

Ore 8:40- 11:30
I ragazzi dell'istituto tecnico A.Roth
invitano a discutere dei problemi legati alla scuola
i genitori delle classi prime e seconde e i professori dell'istituto
e chiunque voglia partecipare al dibattito sul tema.

Interverrano:
Il prof.Giovanni Azzena docente di topografia antica della facoltà di Architettura
I rappresentanti degli studenti degli istituti superiori
Rappresentanti degli studenti universitari
Rappresentati del movimento di mobilitazione dei genitori.


Ore 12:00- 13:00
SIT IN SILENZIOSO "MANIFESTARE STUDIANDO"
I ragazzi svolgeranno le loro quotidiane attività di studio
negli spazi cittadini di Piazza Sulis, Piazza del Municipio,la Pietraia (presso lo skate park)
piazza Sventramento e lungo la passeggiata Busquet.





AIM (Architettura In Movimento) introduce:
presso la sede della facoltà di Architettura al porto, Asilo Sella
una serata a partire dalle
ore 16:30- 18:00
Laboratori creativi:
Laboratorio musicale
Laboratorio grafico
Laboratorio teatrale con la collaborazione della compagnia Analfabelfica.

Ore 18:30-20:00
Proiezione del film nell'aula magna dell'Asilo Sella
"Io speriamo che me la cavo"
Regia di Lia Wertmuller
A seguire contributi video.

Ore 20:00
DJ SET con i Bassconquerors
Installazioni di street art con perfomance di writers.
Stand di produzione grafica estemporanea.

sabato 8 novembre 2008

BERLUSCONI TI SEI SBAGLIATO! L'UNIVERSITA' NON E' UN SUPERMERCATO!

Un'altra splendida giornata di lotta ha animato gli atenei italiani. Oggi una lotta forse più consapevole e strutturata dei primi enormi splendidi afflati di ribellione delle scorse settimane. Un'azione più consapevole, per aver compreso che la lotta paga, giacche si è riusciti, attraverso la grande mobilitazione che l'onda ha prodotto fin qui, quantomeno a procrastinare nel tempo quel famigerato provvedimento che rappresenterà la morte dell'università italiana e a far traballare pesantemente le stanze del Ministero ed il sorriso finto di Maria Stella. Ed una consapevolezza più strutturata politicamente, perché le tante assemblee, le discussioni, i volantinaggi dell'ultimo mese stanno iniziando ad avere l'effetto sperato, cioè quello di tessere le maglie della protesta attorno ad un progetto politico definito, ad un'analisi approfondita che riesca a costruire un modello di istruzione altro, che risponda davvero al dettato costituzionale secondo il quale la formazione individuale e collettiva dei giovani dev'essere occasione di emancipazione dallo sfruttamento e di arricchimento culturale e quindi sociale.

A Cosenza, a Reggio Calabria, a Messina, ed in tutta Italia, gli universitari hanno dimostrato che davvero la lotta è solo all'inizio. Anche in territori difficili, come quelli meridionali, dove le comunità sono afflitte dal bisogno ed uscire allo scoperto opponendosi a provvedimenti governativi può davvero diventare occasione di discriminazione politica o di esclusione sociale, il mondo dell'università riesce ad intelaiare la struttura della protesta attraverso uno stretto rapporto con i territori che vivono intorno agli atenei e con il mondo della scuola, partecipe anch'esso, in qualche caso egemone, del movimento studentesco.

Un partecipato sit-in a Reggio Calabria, organizzato dal collettivo interfacoltà UNIRC, uno splendido corteo per le vie cittadine a Cosenza, dove l'Università è già occupata da giorni, ed un altrettanto partecipato corteo studentesco a Messina, culminato con l'occupazione, pacifica ma convinta, del Rettorato.

La convergenza, nell'analisi del movimento, è indirizzata ovviamente verso il grande appuntamento nazionale del prossimo 14 novembre, un'ulteriore grande occasione per dimostrare, attraverso una protesta pacifica ma assolutamente determinata, quanto grande e diffusa sia l'opposizione sociale nel Paese ai provvedimenti che il governo, spavaldamente prima e più subdolamente adesso, sta mettendo in campo. D'altra parte la consapevolezza politica che la richiesta di un referndum abrogativo, pur necessaria, non è assolutamente sufficiente a rappresentare l'alternatività che questo movimento sta esprimendo. E' il disegno politico complessivo che il Governo propone a rappresentare un ostacolo all'espressione e all'emancipazione dei milioni e milioni di cittadini che in questi giorni sono scesi in piazza. Ed è dunque compito di tutto il movimento, indirizzare, in questa fase, le proprie energie verso un opposizione più politica e meno vertenziale verso il blocco sociale delle destre al Governo. La precarietà, la frantumazione del contratto nazionale di lavoro, il federalismo con la fine del principio costituzionale di solidarietà nazionale, i provvedimenti razzisti e xenofobi, le regole perverse del mercatismo e dell'imperialismo fondate sulla massimizzazione dello sfruttamento, sulla competizione sociale e sulla lotta tra poveri. E' tutto questo che non va, tutta l'impostazione ideologica che sta dietro alla controriforma dell'istruzione.

Gli studenti oggi sono forse consapevoli che la Ministra in realtà è solo un burattino patinato in mano ad un mostro molto più potente. I lunghi tentacoli del neoliberismo straccione, che vorrebbero distruggere oggi perfino ogni minimo barlume di coscienza collettiva ed annientare lo spirito critico di ogni giovane, sono stati svelati e messi in luce. La crisi economica, che forse da un lato ha determinato la necessità di un'accelerazione da parte di questo sistema nel reperire maggiori risorse economiche succhiando dallo stato sociale i fondi per coprire gli enormi buchi finanziari prodotti attraverso lo sfruttamento, ha risvegliato, forse ancora in parte, anche la coscienza collettiva delle comunità. Il re è nudo! Ed è oggi compito di ogni cittadino provare a spodestarlo! Compito degli studenti, e dei giovani in generale, è quello di riprendersi il futuro. Di poter ritornare a pensare a lungo e a medio termine, senza dover essere costretti ad abbassare la testa per arrivare a fine mese, ad avere la possibilità di non guardare al compagno di banco o al collega di corso come un soggetto in competizione ma come un possibile compagno di lotta!

E' questa la grande sfida che il 7 novembre ci lancia. Una sfida da raccogliere con l'impegno di chi non sarà mai un fannullone, per riportarlo in piazza tra sette giorni, il 14 novembre a Roma!

L'onda deve andare oltre, davvero oltre! Rompere gli argini dai quali si è generata e diventare Rivoluzione!

Stefano Perri, Coordinamento Nazionale FGCI

Berlusconi non si scusa, lo fanno gli italiani

Dopo la "carineria" su Barack Obama, che il presidente del Consiglio italiano ha chiamato "abbronzato", molti nostri connazionali hanno inviato al sito del quotidiano "New York Times" lettere con cui si dissociano dalla frase pronunciata da Berlusconi

Obama abbronzato, Berlusconi litiga con un reporter Usa

Silvio Berlusconi nella conferenza stampa al termine del Consiglio Ue, torna sulla parole dette su Obama e sulla mancata telefonata da parte del presidente eletto degli Stati Uniti. E' polemica tra un giornalista di Bloomberg e il premier



Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Barack Obama, "è bello, giovane e abbronzato", sono state al centro di un vivace botta e risposta tra il premier italiano e un reporter americano. Nel corso della conferenza stampa del vertice Ue, un giornalista dell'agenzia di stampa americana Bloomberg ha domandato al capo del governo italiano perché non chiedesse scusa al presidente eletto, Barack Obama per le dichiarazioni fatte da Mosca. "Anche tu, ha risposto il premier, vedo che ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri". Berlusconi aveva chiamato "imbecilli" i fautori della polemica.

venerdì 7 novembre 2008

SCUOLA PUBBLICA - DIFESA DEL SALARIO - CONTRO LA PRECARIETA' - CONFLITTO DI INTERESSI - DIRITTO ALLA CASA


MATERIALE DI PROPAGANDA
Volantino formato pdfManifesto formato pdfManifesto formato alta risoluzione

giovedì 6 novembre 2008

Lapide in memoria dei repubblichini: il silenzio del sindaco disonora la costituzione

In merito alla questione della lapide in memoria ai caduti della Repubblica di Salò dobbiamo prendere atto come i politici algheresi di centrodestra stiano seguendo la triste scia dei loro rappresentanti in parlamento, tutti accomunati dal deprecabile tentativo di riabilitare le teorie revisioniste. Siamo purtroppo testimoni del cancan mediatico provocato da un Licio Gelli che, dichiaratamente fascista, incorona Silvio Berlusconi come l’unico che può attuare il piano di rinascita democratica della P2, mentre dall’altra parte Marcello Dell’Utri senza troppe remore bolla come obsoleti i valori dell’antifascismo.

Anche il centrodestra Algherese sembra non voler venire meno a questa ondata revisionista, tanto da rendere necessaria una richiesta di presa di posizione da parte delle istituzioni. In seguito alle passate dichiarazioni dei consiglieri comunali di centrodestra - contornate da pesanti offese e vergognosi slogan fascisti - in difesa della lapide in memoria dei repubblichini, il Sindaco di Alghero ha scelto tacere, provocando la stesura di una lettera aperta da parte di studenti professori e ricercatori della facoltà di Architettura.

In tutto questo riteniamo non tanto e soltanto “legittimo” pretendere una presa di posizione del sindaco, quanto estremamente urgente e necessario che il rappresentante delle istituzioni in città faccia fede alla nostra Costituzione, che era e continua ad essere fondata sui valori dell’antifascismo.

Nei piccoli come nei grandi episodi le scelte determinano la grande Storia come la piccola storia:
la Repubblica Italiana è figlia della scelta dei partigiani di opporsi ai repubblichini che, schierati a favore della repubblica di Salò, combattevano contro la creazione della Repubblica Italiana.
La stessa Repubblica che il sindaco, a volte più a volte meno, rappresenta – in questo caso, con il suo silenzio, sicuramente meno.


Roberto Iannaccone
Segretario del Partito dei Comunisti Italiani – sezione di Alghero

Incidente tra la Facoltà e il Sindaco

In cinquanta tra docenti, ricercatori e studenti scrivono a Marco Tedde, reo, secondo loro, di non aver chiarito la sua posizione in merito alle dichiarazioni, definite gravi ed offensive, nei confronti del professor Bibo Cecchini, accusato tempo fa da un esponente della maggioranza cittadina

ALGHERO – Incidente diplomatico tra la Facoltà di Architettura e il Sindaco di Alghero. In cinquanta tra docenti, ricercatori e studenti scrivono a Marco Tedde, reo, secondo loro, di non aver chiarito la sua posizione in merito alle dichiarazioni, definite gravi ed offensive, nei confronti del professor Bibo Cecchini, accusato tempo fa da un esponente della maggioranza cittadina.

La questione risale alla vicenda della lapide sul monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale sollevata dal professore con una lettera aperta e al dibattito pubblico che ne scaturì. Lettera e dibattito ai quali il Sindaco non diede una risposta, né intervenne pubblicamente.

«Se si trattasse di una questione storica minore probabilmente non le avremmo scritto –scrivono al sindaco gli universitari- ma poiché crediamo invece che essa riguardi fatti storici alla base della nostra Costituzione repubblicana, ci permettiamo di mettere in rilievo come il silenzio possa costituire un atto ed un fatto politico altrettanto rilevante, effettivo e dirimente come può costituirlo una risposta».

Risposta in seguito mancata anche al preside della Facoltà, che scrisse al sindaco chiedendogli di “intervenire apertamente su questa vicenda per ristabilire una necessaria distanza tra le opinioni politico-culturali, che ovviamente possono essere del tutto divergenti, e altri atteggiamenti”.

«Desideriamo esprimerle il nostro rammarico ma anche lo stupore, per questo mancato riscontro sul piano istituzionale», concludono gli universitari nella lettera inviata a Marco Tedde al quale chiedono cortesemente di voler rispondere.

da Alguer.it

AN CONTRO GLI ZINGARI DI FERTILIA: AVVERTITELI CHE IL VENTENNIO E’ FINITO

E’ incredibile leggere le parole del circolo cittadino di AN riportate sulla stampa locale riguardo “gli zingari”, come vengono definiti nei comunicati. I finiani algheresi hanno evidentemente delle difficoltà ad accettare che in Italia, dal momento della creazione della Repubblica, la responsabilità penale è individuale. Qualcuno evidentemente doveva ancora aggiornarli su questo passo avanti rispetto al ventennio. Dunque “gli zingari” non sono un soggetto che compie reati. I reati li compiono le persone, con un nome e un cognome e un dovere rispetto alla legge. Forse questo è sfuggito al circolo di An, che riesce a fare anche un ambo di gaffe, quando si lascia andare all’epiteto doppiamente infelice di “delinquenti”.
Doppiamente infelice per due motivi: primo perché, per quanto i destrorsi se ne dolgano, le teorie lombrosiane sono state fortunatamente superate, e non esistono “delinquenti” e “non delinquenti”, e qualcuno dovrebbe informarli anche su questo, sul fatto che affibbiare una nomea di delinquente così sommariamente con nonchalance è una pratica simile ai tentativi, cari proprio al Lombroso, di stabilire la bontà o la malvagità delle persone in base ai tratti psicosomatici. Il reato, inoltre, è considerato un’azione puntuale, secondo le leggi in vigore si sconta la pena assegnata nei modi e tempi stabiliti. Ma scontata la pena, si è persone normali, come tutte le altre, con stessi doveri e diritti. Non si è “delinquenti”.
Tuttavia la parola delinquente è ancora più infelice perché rivolta genericamente e indistintamente a un gruppo di persone accomunate dal paese di provenienza: sono dunque delinquenti quelli che vivono nel campo rom di Fertilia? Appurato che “delinquente” è una parola pesante, soprattutto se rilasciata alla stampa e ancora di più se pronunciata da un partito politico, senza voler scendere nei dettagli, sarebbero fin troppo facile ricordare eventi storici in cui gli uomini hanno prodotto vere e proprie sciagure, proprio con la condanna di gruppi di persone accomunate da una stessa provenienza, una stessa lingua, o una stessa religione o tratti somatici.
Certo a nessuno piace essere derubato, ma, pur non volendo parlare di “razzismo”, a leggere l’intervento di AN sembra di sentire gli stessi discorsi che venivano fatti nei confronti dei sardi in toscana nel periodo dell’anonima.
È come se ognuno di noi ogni qual volta si dovesse spostare da casa, fosse ritenuto colpevole e delinquente a causa di reati commessi dai suoi conterranei. Sempre senza voler parlare di “razzismo”, ovviamente.

Fgci Alghero

mercoledì 5 novembre 2008

Nomadi, Alghero: Pugno duro di AN

Il circolo algherese di Alleanza Nazionale chiede alle forze dell’ordine e all´amministrazione che i controlli al campo nomadi e ai nomadi diventino più serrati

ALGHERO - Continuano i furti ad opera della Comunità Rom algherese in attività commerciali cittadine e dal Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale arriva un "Basta senza se e senza ma". «È ora di mettere fine alla serie di furti messi a segno da questa comunità che, evidentemente, non ha alcuna voglia di integrarsi», precisano.

«La lista delle malefatte degli zingari sta diventando troppo lunga - precisano da Alleanza Nazionale - si passa dai furti di materiali dai cantieri ai furti di biciclette, dagli scippi ai furti negli appartamenti, fino a quelli con destrezza, come l’ultimo ai danni di un onesto lavoratore che, come faceva spesso, gli stava dando della pasta e che ha avuto la “colpa” di fidarsi di persone che molte altre volte erano entrate nel suo negozio, ricevendo sempre qualcosa, evidentemente con la sola intenzione di studiare i movimenti del negoziante per poi mettere in atto il proprio piano».

I militanti An passano poi al «degrado nel quale, per colpa di questa comunità, è caduta la pineta dell’arenosu per la quale l’amministrazione dovrà spendere migliaia di euro come già ne spende per pagare le varie bollette del campo nomadi». Abbiamo il dovere di intervenire con la massima fermezza e decisione, precisano. «Non possiamo e non dobbiamo accettare che degli ospiti possano fare tutto ciò che vogliono rimanendo impuniti. Dobbiamo difendere gli onesti cittadini. Smettiamo di essere politicamente corretti e agiamo con la massima durezza contro questi delinquenti».

Troppe volte sono stati chiusi gli occhi facendo finta di non vedere i problemi che gli zingari hanno portato alla nostra città, attaccano ancora da Alleanza Nazionale. «Basta fare finta di non sapere che i campi nomadi sono zone dove non vige alcuna legge, o perlomeno non vige alcuna legge italiana ma solo le regole che gli zingari hanno deciso che gli fanno comodo. È ora di far valere le leggi e le regole di convivenza anche per chi non ha mai avuto il dovere di rispettarle».

La nota del circolo algherese di Alleanza Nazionale chiude con la precisa richiesta alle forze dell’ordine e all'amministrazione che i controlli al campo nomadi e ai nomadi diventino più serrati e che vengano severamente puniti i responsabili dei comportamenti che mettono a rischio la sicurezza della nostra città e dei cittadini algheresi.

da Alguer.it

martedì 4 novembre 2008

Assemblea Generale: CAMBIO DI SEDE

Comunichiamo che domani 5 novembre alle ore 11.00
l'assemblea di discussione generale verrà spostata
presso la sede dello scientifico di Alghero,
alla fine di via XX settembre.

Ci scusiamo per il disagio,
esclusivamente legato alle vicende metereologiche.


Grazie mille
Gli studenti di Architettura

lunedì 3 novembre 2008

Mercoledì Sciopero degli studenti medi di Alghero

Mercoledì 5 Novembre 2008
Sciopero degli studenti medi di Alghero
"Mercoledi 5 Novembre gli Studenti degli istituti superiori di Alghero, coordinati da resistenza studentesca, programmano uno sciopero della didattica per aderire all'invito di partecipazione all'assemblea di discussione generale promossadalla facoltà di Architettura - presso l'Asilo Sella.
Gli stundenti sensibili alla grave situazione che investe il sistema di ricerca e d'istruzione pubblica italiana si propongono di partecipare numerosi all'assemblea e ringraziano per l'occasione la facoltà di architettura".

Resistenza Studentesca - Comitato "Taglia la Gelmini"

Assemblea Generale di discussione alla Facoltà di Architettura di Alghero

Mercoledì 5 Novembre 2008 alle ore 11:00, presso il cortile interno dell'asilo Sella della Facoltà di Architettura si terrà un'Assemblea Generale di discussione.

"La facoltà di Architettura di Alghero promuove una giornata
d'incontro, di informazione e di confronto sulla grave situazione
nella quale non da oggi, ma oggi in modo particolarmente grave,
si trova l'università italiana, insieme all'intero comparto della formazione
e della ricerca pubbliche".


Gli studenti della facoltà di Architettura
invitano a partecipare attivamente alla discussione.


Gli studenti della facoltà di Architettura.

Scuola. Per denuce avvocato gratis su TAGLIALAGELMINI.IT

"Dopo il tentativo fallito di discreditare il movimento con gli scontri di piazza Navona, in cui c'era l'ordine preciso di lasciar fare i fascisti senza intervenire, ora il governo ci prova con la repressione. A quanto si apprende dai quotidiani di oggi sarebbe partita, dopo l'ordine di Maroni, la prima ondata di denunce". Riccardo Messina, coordinatore nazionale della Fgci, la federazione giovanile del Pdci, ricorda: "Chiunque abbia bisogno di assistenza legale può rivolgersi, gratuitamente, a noi. Sul sito, www.taglialagelmini.it, abbiamo aperto uno sportello di consulenza gratuita. Il movimento contro i provvedimenti di questo sciagurato governo contro la scuola e l'università pubblica non si fermerà. Proseguiremo al grido di 'denunciateci tutti'".

sabato 1 novembre 2008

IN SCENA LA FARSA VIOLENTA DELLO SQUADRISMO NEOFASCISTA!!!

Ciò che è accaduto giovedi scorso a Piazza Navona ha davvero dell’incredibile. Neofascisti del blocco studentesco hanno messo in atto una vera e propria azione squadrista nei confronti degli studenti inermi che sostavano di fronte al Senato per manifestare la loro ferma contrarietà all’approvazione del Decreto Gelmini.
Tutte le immagini dell’episodio hanno sottolineato come i caschi neri, armati di spranghe e mazze avvolte nelle bandiere tricolore, abbiano potuto agire sostanzialmente indisturbati sotto gli occhi e le braccia conserte delle forze dell’ordine, che si trovavano li teoricamente per permettere il pacifico svolgimento della manifestazione!





Altrettanto incredibili i flash riportati dall’ormai tristemente famoso articolo di Curzio Maltese, editorialista di Repubblica: -Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti! ". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri? ". "Sì, ma non subito ". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!”-. Battute molto chiare, che non lasciano dubbi sulla natura del profilo che gli agenti di pubblica sicurezza hanno deciso di tenere quella mattina in piazza. -Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce ".-

E’ assolutamente chiara la natura violenta e provocatoria con la quale i fascisti sono in piazza, eppure succedono accadimenti inspiegabili, se non in unica direzione: -È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale.- Come può un manipolo di energumeni in assetto da sommossa, spranghe alla mano, attraversare indisturbato il cordone della polizia senza essere respinto ne fermato? Come mai le forze dell’ordine hanno deciso di intervenire e di sedare la situazione solo nel momento in cui gli studenti inermi hanno legittimamente iniziato a difendersi?

Ci lascia perplessi e sbigottiti il Cossiga pensiero espresso pochi giorni fa secondo il quale - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì-.

Le parole di Cossiga risuonano come un macabro presagio se analizziamo con attenzione anche gli interessantissimi scatti tratti dal sito di Militant.

Immagini che ci lasciano sbigottiti, che rivelano senza alcun dubbio che ci sia qualcosa di molto più grande dietro l’aggressione di uno sparuto manipolo di teste rasate, che ci fanno comprendere quanto l’aggressione sia stata premeditata e costruita ad arte, con il fine di demonizzare il movimento studentesco, di intimorirlo, screditandolo poi agli occhi dell’opinione pubblica attraverso una massiccia campagna mediatica che mira a minimizzarlo ed imbarbarirlo.

Ribadiamo ancora una volta che è troppo importante e positiva la nuova energia che questo movimento è riuscito ad esprimere negli ultimi tempi. Attraverso un’analisi scrupolosa dei provvedimenti e della natura politica di classe che vi è dietro. La protesta, che ha ormai assunto caratteri generalizzati e di massa, si propone agli occhi del mondo come una ribellione complessiva e di sistema, fino a proporre attraverso le sue esperienze più avanzate un progetto politico alternativo e rivoluzionario rispetto alle tendenze espresse da questo Governo e dal blocco sociale che lo ha eletto e lo alimenta. E’ per questo che i tentativi di ridurre il movimento ad azione corporativa, capeggiata da fannulloni, per giunta violenti, non ci spaventa e di certo non preoccupa i milioni di studenti che sono scesi in piazza in questi giorni e che continueranno a farlo per esprimere il loro dissenso nei confronti di questo attacco indiscriminato al sistema della formazione pubblica, alla cultura, allo spirito critico individuale e collettivo ed in generale alla democrazia di questo paese.

ALTRE FOTO... (scattate prima dello scontro frontale quando i militanti di Blocco hanno pestato a sangue due compagni (uno era uno studente di 15 anni).




Stefano Perri, Coordinamento Nazionale FGCI




.