Dopo l’Arcobaleno arriva la tempesta. Il progetto politico di sinistra perde i pezzi. E cerca la via per le prossime regionali mettendo in discussione l’alleanza con il Pd e la sua stessa esistenza. Ad alzare la voce principalmente sono il Pdci e la rete dei movimenti. Più ambigua la posizione del Prc, che da una parte affonda i colpi, dall’altra cerca di tenere in piedi la casa comune e parla di «Alleanza competitiva con il Centrosinistra regionale che, tuttavia, dovrà in quest’ultimo scorcio di legislatura recuperare collegialità e porre al primo posto la questione sociale».
Una partita a tre con una posta in gioco altissima e contorni tutti da definire. I Movimenti sono corteggiati, sia a livello nazionale che locale, dal Pd che ha bisogno di un’ala sinistra.
Il Prc ha investito tantissimo nel progetto Arcobaleno e da lì vorrebbe ripartire.
Il Pdci ha già archiviato la pratica e chiuso la porta in faccia al Pd e guarda con interesse altre forze, tra cui chiaramente i Movimenti.
Il tutto con meno di un anno di tempo prima delle prossime regionali.
Una bomba a orologeria innescata che espolde subito dopo il crollo elettorale. Mentre il leader del Pdci Oliviero Diliberto a Ballarò parla di «ricominciare da capo mettendo sotto i riflettori la falce e il martello», in Sardegna si riacutizza la tensione tra Prc e Movimento Sardista, con Claudio Cugusi che attacca e chiede «L’azzeramento di tutti gli organismi dirigenti della sinistra arcobaleno».
Ieri la replica del segretario regionale di Prc Marco Piras. «A sinistra c’è bisogno di un atto di umiltà, di collettiva assunzione di responsabilità, da parte di tutti, anche da parte di chi, come Cugusi e il suo Movimeno Sardista, ha imperversato in piena campagna elettorale lanciando appelli al voto disgiunto. Se la sua decisione sarà quella di percorrere strade diverse avrà tutta la nostra solidarietà».
«Dobbiamo coltivare una nostra proposta - sottolinea il deputato uscente del Pdci e candidato alla Camera Elias Vacca - una sintesi che non può avere questa forma nè lanciare il messaggio che ha lanciato. Un percorso veloce e autonomo dal quale nessuno può essere escluso e in cui nessuno può salire in cattedra considerandosi più importante di altri».
«Invece di vestire i panni più umili - attacca Cugusi - e proporre dal basso la costruzione della nuova sinistra, con tutti quelli - comunisti, socialisti, indipendentisti e di area sardista - che in Sardegna la pensano come noi e dichiarano di starci, c’è chi persevera nell’errore diabolico di una protervia vietata dalla storia e pure dalla matematica. Senza forme nuove e persone nuove, senza un collegamento tra la parola e l’azione, senza pratiche politiche che vietino la scomunica, nessuna sinistra sarda sarà mai costruibile insieme».
La richiesta di base è comune: una sinistra forte, radicata, autonoma, con un progetto fortemente autonomista e con una relazione nuova e reciprocamente rispettosa con il livello centrale, che ricuce la relazione con i movimenti, diretta da una nuova generazione di uomini e donne. Diverse però le vie individuate per arrivarci: «In Sardegna questo è stato il tratto distintivo della nostra ricerca in questi anni e in questa direzione indendiamo proseguire - spiega Piras - prendendo responsabilmente atto dei limiti ma non sottovalutando le potenzialità, in una relazione di alleanza competitiva con il Centrosinistra regionale». «Non faremo mai più un patto con quelli che hanno fatto di tutto per ucciderci - attacca Vacca - ingannando il nostro elettorato e promettendogli una rimonta su Berlusconi che già sapeva impossibile in cambio di un voto da dare con il naso turato. Preferiamo guardare a proposte interessanti e pacificamente rivoluzionarie come quelle dell’Irs ad esempio. Una cosa è certa, i partiti del 2006 non sono più sufficienti a se stessi nè alla sinistra».
«Le ragioni della sconfitta tragica della Sinistra Arcobaleno, sono nella presunzione di chi pensa di guidare il popolo e non è più capace di intervenire sulla complessa società sarda e non dialoga più, a differenza di altre forze, con i movimenti territoriali e di scopo», sottoliena Cugusi. «Esistono ragioni profonde di questa drammatica sconfitta che prescindono dalle responsabilita’ soggettive - chiosa Piras - e che, quindi, non giustificano le operazioni di sciacallaggio dei topi che abbandonano la nave che affonda. La Sinistra va rifondata a partire dalla sua dimensione sociale, dalla necessità di una sua tangibile innovazione sul terreno delle pratiche e delle rappresentanze
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da La Nuova S ardegna GIOVEDÌ, 17 APRILE 2008
di Giovanni Bua
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