mercoledì 23 aprile 2008

25 aprile 2008: avanti popolo

Dopo la vittoria della destra oggi più che mai va difesa la democrazia



«Il 25 aprile è la data fondante della nostra democrazia repubblicana». Queste parole rappresentano un valore assoluto ed imprescindibile sempre, ma oggi è ancora più urgente ribadirlo
In Italia oggi si corrono nuovi pericoli per la tenuta del sistema democratico, si vuole riscrivere la storia, anzi censurarla, si vuole riscrivere la Costituzione, anzi annientarla. Le destre oggi, rese ancora più forti dal risultato elettorale e dall'assenza della sinistra, dei comunisti, dal Parlamento, diventa più aggressiva, offensiva, pericolosa.

«Festeggiare questo 25 aprile è un fatto doppiamente importante: in ricordo di chi liberò il Paese dal nazifascismo e come monito per i rischi che il nostro Paese corre, soprattutto oggi, con la peggior destra al potere» afferma Pino Sgobio del Pdci.


«Dopo l'azzeramento della rappresentanza parlamentare della Sinistra – continua Sgobio - dopo gli attacchi al sindacato, è l'ora dell'ignobile campagna contro la Resistenza partigiana. L'aria è pesante e occorre che le forze democratiche, di sinistra e antifasciste reagiscano a questa ondata reazionaria e restauratrice partecipando in massa alle manifestazioni per celebrare il 25 aprile, atto di nascita dell'Italia antifascista e democratica».

Gustavo Selva, senatore uscente del Pdl, propone l'abolizione della festa nazionale del 25 aprile, ad Alghero il sindaco di Forza Italia Marco Tedde vieta Bella Ciao, il Giornale di Berlusconi impiega ben due pagine per attaccare la festa della Liberazione dal fascismo.


Una festa che divide, accusa la destra. E la risposta deve essere sì, che divide antifascisti da fascisti, rifiutando qualunque appello alla pacificazione, perché “repubblichini”, sostenitori del nazifascismo e partigiani non erano la stessa cosa.

La sinistra, i comunisti, hanno un compito importante, fondamentale: difendere la Memoria storica dagli attacchi revisionisti, vigilare sulla tenuta democratica del Paese.

Così il 25 aprile non resta solamente una ricorrenza da festeggiare, ma un momento alto, tra i più alti, di lotta politica per riaffermare, ora e sempre, Resistenza.

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