martedì 1 aprile 2008

«Peggio di Berlusconi c'è solo chi lo imita»

Giuseppe Meloni intervista Elias Vacca Unione Sarda 29.03.08

Vacca: la Sinistra arcobaleno punta al 10%
Veltroni? Un cinico, temo un'intesa col Cavaliere

«C'è di peggio che farsi governare da Berlusconi». All'avvocato Elias Vacca, deputato Pdci e candidato alla Camera con la Sinistra Arcobaleno, piace stupire. Per esempio simulando accondiscendenza verso il Cavaliere: cosa ci sarà mai di peggio, per uno che si definisce comunista, che vederlo vincere?

«Due cose», risponde Vacca: «Governare come Berlusconi, o con lui. Mi sa che il Pd si sta avvicinando a entrambe». Allora è vero, il vostro bersaglio è il Pd più della destra. «No: il nostro avversario è la destra. Ma ci contendiamo col Pd gli elettori che non vogliono farla arrivare al governo». Su Alitalia dite le stesse cose del Pdl. «Entrambi critichiamo l'ipotesi Air France: ma mentre noi difendiamo i lavoratori, loro vogliono solo andare contro il governo Prodi». Quale risultato elettorale vi soddisferebbe, in Sardegna? «Una percentuale a doppia cifra è alla nostra portata. Nel 2006 i partiti dell'odierno Arcobaleno erano sul 12 per cento». E a livello nazionale? «Partiamo dal 10 e qualcosa, sarebbe bene non perdere più dell'uno-uno e mezzo per cento. Possibile, se gli elettori saranno liberi da condizionamenti». Quali condizionamenti? «L'eterna sfida tra questi due signori che chiedono voti solo per battere l'altro». Teme anche l'astensione? «Sì. Molti non ci perdonano di aver votato la missione afgana, o di non aver insistito sulle unioni civili. Ma cos'avrebbero detto se avessimo fatto cadere il governo dopo tre mesi?» Lei non è pentito di niente? «Sull'Afghanistan, la mia coscienza di uomo non perdonerà mai al deputato di aver votato sì. Ma in quel momento i miei elettori consideravano prioritario non far cadere il governo». Qual è il bilancio complessivo di due anni in Parlamento? «Positivo ma interrotto. Personalmente sono molto soddisfatto dell'ordine del giorno unitario della Camera per la pensione ai lavoratori usurati di Portovesme, e per la norma in Finanziaria che aiuta gli agricoltori strangolati dai debiti». Il principale rimpianto? «Il fatto che nei poligoni di tiro sardi, dove si fanno le prove generali per le guerre di tutto il mondo, non è cambiato niente. Ma ci sono altre delusioni». Per colpa di chi? «In parte degli alleati. Inutile chiedere di smilitarizzare se il ministro Parisi gioca ai soldatini. Mentre l'Idv ha affossato la commissione sul G8». Per Veltroni, eravate voi a bloccare molte cose buone. «Veltroni è un cinico. Finge di non sapere che siamo stati molto critici ma sempre leali. Mentre la sinistra ingoiava di tutto, altri eletti con l'Ulivo preparavano gli agguati». La sinistra non ha niente da rimproverarsi? «Sì, potevamo prendere più sul serio il grillismo, l'antipolitica, perché su quel fronte non siamo tutti uguali. Noi abbiamo già il tetto delle due legislature, non candidiamo condannati. E si potevano fare provvedimenti semplici, come decurtare le indennità di chi si assenta». Soddisfatto delle vostre liste, o c'è poco rinnovamento? «Il problema del rinnovamento riguarda tutti. Ma certo siamo quelli che hanno fatto di più, soprattutto sull'uguaglianza uomini-donne». In Sardegna addirittura due donne capolista, ed entrambe del Prc: eppure poteva toccare a lei... «Non sono deluso, se è questo che vuol sapere. Posso rivelare una cosa: quando Diliberto ha rinunciato al posto in Piemonte, gli ho chiesto se voleva rientrare in Sardegna al posto mio. O se voleva che anch'io cedessi il passo a un operaio. Mi ha detto di no». Non vuole ritornare in Parlamento? «Io sono un militante comunista da 25 anni, sono a disposizione del partito. Ora ho una buona possibilità di rientrare, non la certezza: ma va bene, se uno parla dell'importanza di dare spazio alle donne poi ci deve credere».
GIUSEPPE MELONI

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