martedì 11 marzo 2008

UNA SCELTA DI PARTE PER UNA QUESTIONE DI CLASSE

Oliviero Diliberto ha rinunciato alla candidatura alla camera per fare posto al compagno Ciro Argentino, operaio della ThyssenKrupp.

Abbiamo accolto con entusiasmo la decisione del nostro segretario nazionale, perchè la coerenza e la diversità comunista si sono per l'ennesima volta concretizzate in una scelta coraggiosa, di classe e di parte.
La scelta di Dilberto è spunto di riflessione sulle caratteristiche che connotano la nuova formazione che, nata l'8 e 9 dicembre a Roma, si colloca a sinistra del Partito Democratico.
La Sinistra-l'Arcobaleno è una forza politica che finalmente fa sintesi e unità tra i partiti che sono orgogliosamente legati ai valori della sinistra lavorista pacifista ed ecologista, forze che non possono scomparire, considerato che nessun paese, in Europa o nel mondo, è orfano di forze politiche e sociali che fanno della tutela del lavoro salariato e dipendente, della pace e dell'ambientalismo una bandiera e una ragione di lotta e conflitto sociale.
La nascita del Partito Democratico e del partito unico di destra-destra obbliga a delle riflessioni in ordine ad alcune questioni, di cui la più importante, la questione di classe: quando ci chiediamo che cosa vuol dire oggi nel 2008, essere di sinistra, la prima risposta che sorge spontanea è: essere di sinistra vuol dire lottare quotidianamente dentro e fuori dalle istituzioni affinchè il lavoro torni ad essere un valore sociale e non una merce di scambio; essere di sinistra vuol dire lottare quotidianamente affinchè gli anziani di oggi e gli adulti di domani possano ambire ad una pensione dignitosa; essere di sinistra vuol dire lottare affinchè i giovani lavoratori si possano emancipare attraverso la cultura e le proprie professionalità, liberandosi così dalle logiche mafiose e clientelari che spesso costituiscono un vero e prorio ricatto sociale. Dalla caduta del Muro di Berlino e da quando si sono dissolte le ideologie, i paesi a capitalismo avanzato, hanno inseguito l'utopia di una nuova età dell'oro: la globalizzazione in quasi 20 anni ha ridotto alla fame i lavoratori occidentali vittime della precarietà, concentrando la ricchezza globale nelle mani di poco più del 10% della popolazione e ha trasformato il terzo mondo in un cortiletto nel quale far pascolare impuniti i grandi capitalisti occidentali. La globalizzazione fa sì che i lavoratori delle aree disagiate del mondo siano più sfruttati di quanto non lo siano mai stati e ha costretto i sindacati dei paesi a capitalismo avanzato a soggiacere ad una logica di mercato liberista e liberticida determinando così la perdita di potere contrattuale dei lavoratori rispetto alle imprese, e facendo in modo che le imprese, attraverso le proprie associazioni di categoria, potessero condizionare le scelte di politica economica degli stati. La caduta delle ideologie, ossia la sconfitta del progetto comunista si è tradotta nel ventunesimo secolo nella nascita di un nuovo pensiero unico di una nuova ideologia: l'ideologia di mercato senza se e senza ma.
Il Partito Democratico rappresenta questa sconfitta che oggi si concretizza nella candidatura di personaggi come Colaninno o Calearo, quest'ultimo falco di Confindustria e acerrimo nemico degli operai metalmeccanici... il Partito Democratico approda ad una visione interclassista della società che noi di sinistra non possiamo tollerare; il Partito Democratico approda sconfitto a questo nuovo pensiero unico!
A questo punto sorge una semplice domanda: che cosa ci fa l'operaio della ThyssenKrupp candidato da Veltroni tra Calearo e Colaninno? E' facile immaginare che l'operaio candidato dai democratici si troverà isolato perchè Veltroni deciderà la linea del suo partito dopo aver telefonato a Confindustria! Quella di Veltroni può sembrare uno spot pubblicitario e non una scelta di classe, visto che i democratici non riconoscono più l'esistenza delle classi sociali.

Ritengo che la scelta di Diliberto non debba essere fraintesa come un inseguimento a tutti i costi del Partito Democratico, ma piuttosto come una logica conseguenza di un progetto politico che rappresenta finalmente la vera svolta sociale degli ultimi 15 anni italiani.


Andrea Devoto

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