domenica 2 marzo 2008

il Cineforum (n.5)

Titolo - Uccellacci e Uccellini
Regia - Pier Paolo Pasolini
Anno - 1966



Uccellacci e Uccellini è una favola grottesca, un film altamente allegorico che rappresenta la crisi dell’ideologia marxista, la rassegnazione della rivoluzione delle coscenze sempre più ignoranti e conformiste, ma lascia una speranza futura del cambiamento e semina germogli per un superamento del marxismo.
Totò e Ninetto vagano per una strada senza meta come l’umanità percorre il suo presente e la sua storia inconsciamente. Sullo sfondo macerie, autobus persi –irreversibilità-, suicidi, bisogni corporali, vizi…Durante questo viaggio incontrano un corvo intellettuale marxista (vedi video qui sotto) simbolo di un ideologia che non riesce più a comunicare con gli uomini, con la realtà. Il corvo intrattiene i due protagonisti con la fiaba degli uccellacci e uccellini, in cui due frati hanno il compito di evangelizzare due classi opposte: quella degli umili rappresentata dai passerotti e quella dei potenti-prepotenti rappresentata dai corvi.
Il messaggio d’amore arriva alle due classi, ma nella vita concreta i corvi continueranno a sopprimere-cibarsi dei passerotti.
Totò e Ninetto non capiscono le allusioni del racconto e durante il loro viaggio si renderanno protagonisti in prima persona della lotta di classe: prima carnefici-corvi e poi vittime-passerotti.
Inizialmente scatenano una sparatoria-guerra colpa della proprietà privata che il corvo è d’accordo dev’esser abolita ma supera il concetto della lotta, commentando: "Bisogna sempre vincere con la non-violenza, come Gandhi". Il corvo-Pasolini cerca un punto d’incontro tra rivoluzione comunista, religione induista e cattolicesimo.
In seguito Totò e Ninetto visitano una famiglia estremamente povera in veste di padroni e pretendendo soldi decidono di requisire loro la casa. Il corvo ammonirà Totò e Ninetto –"state attenti a non esser mangiati da pesci più grossi" e poco dopo li vedremo costretti per terra da due pastori tedeschi nel salotto di un potente ingegnere loro creditore.
Il corvo commenta tutto il viaggio ma sa che le sue parole non sono ascoltate dall’incoscienza popolare soggiogata e omologata dal capitalismo- e dice "Sono passate di moda le ideologie, ed ecco qui uno che continua a parlare di non si sa cosa a degli uomini che vanno non si sa dove" – Ma lascia una speranza "Non pensi però, signor Totò, che io pianga sulla fine di quello in cui credo.
Sono convinto che qualcun altro verrà e prenderà la mia bandiera per portarla avanti. Io piango solamente su me stesso. È umano, no, in chi sente di non contare più..."
Assisteremo anche ai funerali di Togliatti accompagnati da una funerea versione di "fischia il vento" che sottolineano la profonda crisi.
Il film si conclude con il corvo fatto "allo spiedo" dai due viandanti affamati e stanchi di quegli sproloqui senza fine che non comprendono.
Ma lascia la speranza che il martirio non sia inutile e che qualcosa del corvo-marxista germogli dentro il popolo. La coscienza e salvaguardia della storia, il risveglio delle coscienze, e l’apertura alle ideologie.
Oggi la crisi dell’umanità non è superata. Il potere sempre più autodeterminato-autoritario, sempre meno rappresentativo del popolo istupidito e omologato, rende il capolavoro di Pasolini più che mai attuale.
Sebastiano Deligios

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