La vittoria di Zapatero in Spagna è destinata ad alimentare la voglia di bipolarismo partitico che segna questa stagione politica, almeno nelle intenzioni di Veltroni per un verso, di Berlusconi per l’altro. Questo è infatti l’elemento dominante, dopo i risultati del voto spagnolo, dei commenti che si inseguono sul set mediatico soprattutto da parte del Pd e dei suoi sostenitori. E la sconfitta forse senza appello di Isquierda unida, un partito ormai in piena crisi di identità che arriva a racimolare a mala pena due o tre deputati, alimenta l’appello al voto utile, altro target caratterizzante della campagna elettorale di Veltroni. Il “sogno” e la pretesa di fare tabula rasa a sinistra. Veltroni non nasconde le sue intenzioni, lo dice in mille modi, come molti dei suoi, perché così, spiegano, si dà vita alla nuova Italia. Post parlamentare, post costituzionale, post tutto. Con suggestioni culturali e programmatiche che fanno dire a Berlusconi: ci imitano, e a qualcuno dell’area Pd:arriviamo sempre in ritardo, noi. Sulle idee della destra, si intende.
Staremo a vedere qui da noi quanto le strategie di semplificazione degli assetti politico-istituzionali per via del “porcellum” – legge elettorale non solo tecnicamente”porcata” come la battezzò il suo ideatore ma politicamente fraudolenta – corrispondano agli orientamenti della società e del popolo elettore.
Ma c’è da dire subito che la vittoria di Zapatero è la vittoria di un partito che non può certo essere assimilato sic et simpliciter al nostrano Pd. C’è in quel partito certamente un mix di cose ma sono diverse dall’infinito, un po’ furbo e molto spregiudicato “ma-anchismo” del veltronismo. C’è certamente, ed è determinante, la vocazione neo-liberista che ha fagocitato ovunque la sinistra novecentesca, annulandone o intorpidendone il profilo sociale. Ma c’è, su altri non irrilevanti terreni, ancora un assetto concettuale socialdemocratico che ispira un’idea dello stato e della funzione pubblica delle istituzione decisamente decisamente laica; c’è la volontà, non solo dichiarata, di sottrarre l’attività del governo e del legislatore al monopolio etico della Chiesa cattolica; c’è l’idea che la politica internazionale debba essere ispirata a criteri non riducibile all’obbedienza nei confronti dell’alleato Usa.
Cose insomma che il Pd neanche si sogna. Resta l’utilizzazione che comunque il Pd farà dei risultati spagnoli in funzione del voto utile. Una sfida ulteriore per la Sinistra Arcobaleno che ha, essa sì, molto da riflettere e da imparare proprio dai risultati negativi della sinistra – quell’altra – spagnola.
Elettra Deiana
(Candidata Camera dei Deputati -
Sinistra Arcobaleno Sardegna )
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