lunedì 3 marzo 2008

Dopo di noi solo il Portogallo



La Sinistra Arcobaleno si batte per aumentare il salario dei lavoratori


Finalmente, dopo tanto tempo, la questione salariale è tornata al centro del dibattito politico e pubblico. L’inflazione galoppante e le retribuzioni insufficienti hanno causato situazioni insostenibili per i lavoratori ( solo il Portogallo si colloca sotto l’Italia quanto a livello di salario). "Negli ultimi 25 anni - scrivono gli economisti di sinistra - la quota di ricchezza attribuita ai redditi da lavoro è diminuita di oltre 15 punti di Pil, mentre la quota attribuita ai profitti è balzata dal 2 al 16%. Dopo gli accordi del 1992-93, che abolirono la scala mobile e vararono la concertazione, circa il 3% del Pil (45 miliardi di euro in valori correnti) è passato dal monte-salari ai redditi da capitale". E’ positivo, dunque, che il tema salario-retribuzioni, abbia ripreso il suo valore predominante nella disputa politica attuale, accantonato nei cinque anni di governo Berlusconi. Tuttavia, non appare positivo il modo con il quale, il Partito Democratico e il Partito del Popolo della Libertà, si accingano a risolvere questo delicato problema. Alcune ipotesi sono state fatte, tra le migliori risulta quella di "ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni attraverso un aumento delle detrazioni a beneficio dei redditi medio-bassi". La Sinistra Arcobaleno è favorevole, a patto, però, che per tali detrazioni vadano impiegati i proventi della lotta all'evasione e all’elusione fiscale e di un cambiamento delle politiche di bilancio troppo restrittive. Altra misura auspicabile è l’aumento al 20% dell’aliquota fiscale sui profitti e sulle rendite che in Italia, godono di un regime intollerabile di privilegio. Una incisiva proposta, inoltre, viene dalla Sinistra Arcobaleno per l’indicizzazione annuale dei salari, misura con la quale si intende far recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni con un meccanismo automatico che, per altro, non avrebbe alcuna incidenza inflazionistica.
Da qui, la Sinistra parte per migliorare le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori e giovani precari, ingabbiati dalla legge 30, che trasforma il lavoratore, non più in un essere umano, ma in una merce, usa e getta, e che viene considerata come una delle concause dei salari da fame che ricevono tanti giovani e meno giovani lavoratori. Soprattutto in questo momento, estremamente rischioso per il mercato del lavoro, è nostro dovere riportare all’interno del dibattito politico il conflitto sociale che il Partito democratico ha abbandonato e chiuso nel cassetto del dimenticatoio, inserendo, addirittura, nelle liste piddine, il giuslavorista Pietro Ichino che considera l’articolo 18, quello che vieta il licenziamento senza giusta causa nelle imprese con più di 15 dipendenti, un ingessatura che blocca il meccanismo della produttività.
Ecco come si presenta il Pd, una forza politica equidistante da Confindustria e Vaticano, un nuovo centro bigotto e conservatore. Noi come Sinistra Arcobaleno auspichiamo, si, una revisione dell’art. 18, ma nel senso che andrebbe esteso a tutti i lavoratori la tutela contro il licenziamento senza giusta causa. Non possiamo abbandonare il mondo del lavoro a chi, invece, lo vuole distruggere e precarizzarlo all’esasperazione. Non ci stiamo. Non possiamo lasciare il Paese a chi vuole distruggere lo Stato sociale, dando troppo potere alle imprese e agli imprenditori, creando disuguaglianze sociali, etiche e morali. Ecco perché, vi chiediamo di unirvi a noi creando una Sinistra forte, plurale, laica e ambientalista, radicata nel movimento operaio, nei sindacati e nelle scuole creando coscienza critica e conflitto sociale che sta alla base del soggetto che stiamo andando a creare. Ma per questo abbiamo bisogno di uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, giovani studenti e studentesse che si impegnino in una lotta politica quotidiana e di una forte e qualificata rappresentanza in Parlamento e nelle sedi istituzionali.

Giancarlo Balbina

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