Martedì sera. Sto cenando beatamente davanti al telegiornale. C’è Berlusconi al TG2 interrogato da una giovane precaria. Lo ascolto distrattamente, tanto so già cosa dirà. E invece rimango folgorata: alla domanda della giovane sul futuro dei precari in Italia il Berlusca risponde disarmante: “Sposi il figlio di un milionario, anche il mio. Con quel sorriso può permetterselo”.
E, di colpo, un universo mi si spalanca davanti: perché non ci ho pensato prima? E’ così semplice!!
Allora mi fiondo davanti al computer e comincio a cercare. Inizio, naturalmente, dai figli di Berlusconi. Uno è piccolo, veramente troppo per me; l’altro fidanzato felicemente con una starlette nostrana, ex letterina. Neanche il mio sorriso ce la potrebbe fare.
Allora provo con i nipoti di Agnelli. Uno sposato felicemente, un bimbo all’attivo e uno in arrivo. L’altro…bè, l’altro è Lapo. Lasciamo perdere.
Ultima chance: il figlio di Luca Cordero di Montezemolo. Accidenti, si è sposato qualche mese fa. Niente da fare neanche qui.
Che fare? Sono tutti già occupati!
Forse è meglio che ricominci a cercarmi un lavoro. Anche per pochi mesi, o giorni, anche sapendo che sicuramente non riuscirò a sistemarmi a breve, se mai lo potrò fare.
Perché per adesso, di milionari disponibili, neanche a parlarne.
E con loro, la mia speranza di un futuro migliore, quantomeno accettabile.
E con loro, la mia speranza di un futuro migliore, quantomeno accettabile.
Cavalier Berlusconi, davvero, mi consenta: la smetta di fare battute sulla pelle di chi, con questo sistema del lavoro, non riesce a progettarsi un avvenire degno di questo nome. Di chi si uccide perché, insieme alla scadenza dell’ennesimo contratto, gli è scaduta anche la dignità. Sulla pelle di chi non sa se alla fine del mese potrà ancora dare da mangiare alla propria famiglia. Di chi accetta qualunque condizione di lavoro pur di lavorare, a rischio della propria vita.
Glielo chiedo per favore. Seriamente. È questione di rispetto per le persone. E non di “sense of humor”. Quello non ci manca.
Glielo chiedo per favore. Seriamente. È questione di rispetto per le persone. E non di “sense of humor”. Quello non ci manca.
Elisa Mariotti,
Responsabile Nazionale Lavoro FGCI
Nessun commento:
Posta un commento