sabato 29 marzo 2008

E' Il caso di capire

Ad Alghero Pd e Pdl continuano a fare una campagna elettorale sfacciata e sfrontata, si ostinano a tacere sull'unico argomento rilevante: l'unico algherese che potrà essere eletto è Elias Vacca.
Adesso, ci vuole faccia tosta da parte del Pd e del Pdl, in una città dove solo Sinistra Arcobaleno ha messo un candidato eleggibile, ci vuole faccia tosta a chiedere il voto per Pd e Pdl agli algheresi: neanche i rispettivi vertici hanno dato fiducia alle risorse algheresi di Pd e Pdl, ma come si fa a pretendere che quella stessa fiducia negata dai propri partiti arrivi invece dagli elettori?

Come si può credere che la città verrà comunque rappresentata, quando con i fatti Pd e Pdl hanno dimostrato di non avere alcun interesse a vedere rappresentata Alghero in parlamento?
Ma cosa pensano di farci credere, Pd e Pdl non sono riusciti a far mettere un Algherese in posizione eleggibile, figuriamoci quanto peso avranno nel fare pressioni per salvaguardare il nordovest della sardegna... Con quale incredibile fantasia si può cercare di dare a bere una cosa simile?

Pd e Pdl algheresi, talmente deboli nelle logiche nazionali da non riuscire a mettere neanche un algherese in posizioni alte, ma com'è che pensano di fare interessare i rispettivi partiti ai problemi di Alghero e del nord sardegna?

Eppure qua si fa finta di niente, anche questa cosa che tolto Elias nessuno ha possibilità di rappresentare Alghero in parlamento, sembra che facciano tutti finta di niente, come se niente fosse,
Allora forse è il caso di chiedersi un attimo com'è la situazione, concretamente, per capire chi è che ci guadagna e chi è che ci perde,

è il caso di capire che quelli che ci guadagnano sono quei partiti che ricevono lauti finanziamenti da grossi imprenditori privati, [ http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Chi-paga-i-partiti/2003651&ref=hpstr1 ]

è il caso di capire che quelli che ci guadagnano sono quei partiti che hanno deciso che gli interessi di Alghero e del Nord Sardegna non meritano di essere rappresentati,

è il caso di capire
che quelli che ci perdono sono invece i cittadini ai quali viene proposto un monoblocco Pd-Pdl in mano a chi li foraggia di finanziamenti,

è il caso di capire che quelli che ci perdono sono invece gli Algheresi, ai quali vogliono nascondere il fatto che senza Elias a Roma il nord Sardegna sarà terra di nessuno

è il caso di capire se si vuole votare in un certo modo solo perche lo dice la TV,

oppure se non sia il caso invece di fermarsi un attimo a pensare ai problemi, quelli veri che nella vita di tutti i giorni comunque rimangono, anche quando spegni la tv,
se non sia il caso di fermarsi un attimo a pensare alle questioni del nord Sardegna e della Sardegna intera, pensare a chi porterà questi temi in parlamento,
Gli allevatori stretti dalle morse delle banche, con chi è che parleranno? Chi è che porterà il loro problema in parlamento?

E i lavoratori della nuova Scaini? Chi è che chiameranno per cercare una soluzione a Roma?

In città potrà arrivare chi vi pare, Fassino, Massidda, anche Berlusconi se vi pare, o magari anche Veltroni (Dell'Utri quello hanno evitato all'ultimo momento hanno capito che facevano una brutta figura)
In città potrà arrivare chi vi pare,
Ma chiunque verrà in città tra questi nomi altisonanti, chiunque di loro verrà non andrà a Villacidro a sentire cosa sta succedendo alla Nuova Scaini,
Chi verrà in città a parlare bene non si metterà in gioco per dare respiro agli allevatori sardi,
E badate, non c'è colore politico nel difendere la gente della propria terra,
c'è solo la responsabilità di rispondere del proprio operato ai cittadini Sardi e Algheresi che vengono rappresentati in Parlamento,

Ora, ditemi, chi farà tutto questo?

E allora chiedetevelo due o tre volte, qual'è il vero voto utile,per i Sardi e per gli Algheresi, qual'è il voto utile, davvero.

E non è conto di campagna elettorale,
non è conto di belle parole, di interviste in tv, di buone intenzioni buttate dove capita,
qua è conto di difendere gli interessi del proprio territorio, e di farlo in prima persona, è conto di rimboccarsi le maniche, come ha fatto Elias,
è conto di metterci la testa quando si vota, che il voto è una cosa importante,

Il 13 aprile nelle cabine elettorali le televisioni non ci saranno più, neanche i big con le frasi buone per tutte le stagioni, non ci saranno più neanche loro,

ma quei lavoratori sardi che chiedono ascolto in Parlamento, quelli ci saranno ancora, con i loro problemi e i loro affanni,
e saranno lì in attesa che qualcuno a Roma abbia l'onestà di farsi carico dei loro problemi...

E allora il 13 aprile si vota, è il caso di pensarci bene a chi dare il voto.

Marcello Simula

venerdì 28 marzo 2008

Iniziativa della Sinistra l'Arcobaleno ad Alghero

Dario Fo: "Voterò Sinistra l'Arcobaleno, per forza"

Laura Eduati intervista Dario FO

Il Partito democratico chiama al voto utile, e molti elettori di sinistra potrebbero essere tentati di scegliere Veltroni per scongiurare la vittoria di Berlusconi. Come la vede? Sono molto perplesso. Innanzitutto sono in disaccordo con l'impianto del Pd. Quello di Veltroni è certamente un atto coraggioso, un rischio straordinario, ma lo trovo una forma brutale di cancellare l'elettorato di sinistra, un calcolo per eliminare la Sinistra l'Arcobaleno, insomma, come si dice in gergo "o merda o berretta rossa". O me o il nulla.

Pensa che molta gente di sinistra finirà per votare il Pd? Non dico questo. Dico che Veltroni brucia una parte dell'elettorato. Ma la gente non è disposta a tollerare questo aut aut e sono soprattutto i giovani ad arrabbiarsi di fronte a questo ricatto morale, ne incontro tutti i giorni e mi dicono che non andranno a votare sperando che il Pd vada a morire ammazzato. Io consiglio loro di non accettare il ricatto e di andare a votare dimostrando che ogni voto è utile perché crea coscienza. In questo modo si dimostra che contiamo. Che siamo gli inutili ma che ci siamo. Insomma, andrà a votare. Sì, e anche Franca. Voterò la Sinistra l'Arcobaleno, per forza. Il problema è che ho un sacco di critiche da fare a questa sinistra. Prego. Ma le ho descritte tante volte, queste critiche! Il fatto, per esempio, di essere rimasti al governo pur di salvare tutto. Si è lasciato correre il problema dei porti e delle basi americane. In secondo luogo, non si è combattuto sul conflitto di interessi che ad alcuni sembrerà superfluo ed invece è importantissimo.E poi le leggi non fatte, il problema del lavoro minorile, la salute della Terra e dell'uomo, l'inquinamento da petrolio...Di qui a qualche tempo ci troveremo col culo per terra con un vuoto di possibilità, esiste il problema dell'energia, della cultura, le scuole...Insomma si è messa in pratica la filosofia del tirare a campa' .

Lei manifesta una profondissima disillusione. Non c'è modo di uscirne? Ma certo che c'è disillusione! Lo sento dire da tutti. Oggi la sinistra sta pagando tutto.

Non crede che, al di là dei limiti di questa sinistra, l'esperienza al governo sia stata molto difficile anche per i sabotaggi delle forze centriste? Si può dire che ci fosse poco margine di manovra, no? Il margine di manovra lo trovi! Franca era lì in Senato come una pazza, si è trovata da sola a ingoiare rospi...Non c'è stata una azione della sinistra, non c'è stato il coinvolgimento della gente, non puoi stare al governo e poi non ascoltare i bisogni delle persone. Non sono mai stati ascoltati? Beh, per esempio è stata lasciata cadere la grande manifestazione contro la base Dal Molin. Cosa bisognava fare? Dare le dimissioni. Dire: "Basta, non ci sto più". Non permettere che si vada a morire in questo deliquio per poi permettere a Mastella di darti una coltellata lasciandogli il campo libero. La sinistra ha pagato il mugugno e magari fossimo riusciti a disturbare il manovratore...

Il 13 aprile tornerà molto probabilmente Berlusconi. Cosa pensa succederà? Guardi, io sto attento a quello che mi sta intorno, l'altro giorno durante un viaggio in treno decine di persone sono venute a chiedermi un vaticinio ma io non sono un mago. Eppure mi spaventa la quantità di gente che mi ferma per strada per parlarmi del voto del 13 aprile. Sono soprattutto giovani. Delusi? Disperati. Sì, stando ai sondaggi tornerà Berlusconi e per contrastarlo Veltroni ha cercato, in due mesi, di buttare all'aria l'intera frittata. Ha tentato di fare quello che noi chiamiamo coup de théatre giusto per épater les bourgeois . Non ricorda gli impegni presi, non parla mai della situazione del pianeta, del riscaldamento atmosferico. Oggi si è staccato un pezzo di calotta antartica grande sette volte Manhattan...

Ma questo non mette paura?Proviamo a cambiare un po' argomento. Le piace Zapatero? Magari ci fosse in Italia! E' inutile che Veltroni tenti di rifarsi a questo personaggio. Zapatero ha vinto con la chiarezza, con l'impegno, ha promesso una cosa e l'ha mantenuta. Ha detto che sarebbe andato via dall'Iraq e se ne è andato in un batter d'occhio, si è opposto agli intrighi della Chiesa. Se ha triturato un pezzo di sinistra è perché molti elettori di sinistra hanno preferito le sue garanzie. Lei dipinge un quadro apocalittico. Non c'è davvero nulla che la convince? Io parlo delle cose che conosco bene e cioè del teatro, della cultura. Da Gramsci in poi si è detto che un popolo senza cultura della creatività, della conoscenza e della coscienza è un popolo riempito di gomma. E' sempre colpa della politica? E' sempre colpa della politica. La sinistra ha massacrato l'attenzione alla cultura. Se si reputano superflue la cultura, il sapere, l'arte e la fantasia e si mette in primo piano il problema della sicurezza, allora si dimentica la sicurezza sul lavoro, sulle strade, nelle città. La sicurezza, quella vera, è un fatto culturale. In Inghilterra, per fare un esempio, le macchine si fermano prima delle strisce pedonali perché sono educati in questo modo a rispettare gli altri. E poi mi girano le scatole perché poco prima che scadesse la legislatura il Parlamento si è preoccupato di aumentarelo stipendio agli onorevoli, e questo ci fa capire che razza di attenzione per la gente i politici abbiano. Ecco perché Franca se ne è andata di corsa dal Senato e non ci metterà più piede.Cultura e sicurezza sul lavoro sono due temi fondamentali per la Sinistra l'Arcobaleno. Non rischiamo di fare di tutta l'erba un fascio? Per quello che posso dire, a Milano la situazione è orribile. Ho lavorato ad un progetto per ridurre la follia del traffico milanese, ho chiamato i politici di tutti i partiti per proporre delle soluzioni, ma la cosa incredibile è che nessuno ha raccolto il nostro impegno a livello programmatico. E quando dico nessuno, intendo proprio nessuno.


27/03/2008
Pubblicato da gccagliari@tiscali.it

venerdì 21 marzo 2008

Diversi Uguali

“Omosessuali? Immorali, devianti e osceni. Cioè, non è per essere razzisti eh… ci mancherebbe. Non si ha mica il pregiudizio nei confronti di queste persone. Però diciamocelo, nella nostra società sono dei personaggi veramente scomodi.”
Quante volte ci capita di sentire discorsi del genere nella vita di tutti i giorni? A scuola, al lavoro, al bar. Perfino la Santa Madre Chiesa, garante di tutti gli uomini di buona volontà, sembra non avere grandi simpatie nei confronti dell’omosessualità. Ma perché? Non sono forse persone come noi? Che fastidi provocano? Mah…Spesso dimentichiamo di come questo apparente fenomeno innaturale sia in realtà assolutamente normale. Nel senso, non è che una maggioranza eterosessuale può sindacare e padroneggiare su una minoranza e decidere per tutti chi è giusto amare e chi no. L’omosessualità è un fatto antico come il mondo, e se noi tutti oggi fossimo catapultati nella Atene classica o nella Roma ellenistica non lo vivremmo certo come un problema. Addirittura alcuni studi hanno mostrato che gli antichi greci credevano che il seme, ovvero lo sperma, fosse la fonte del sapere, della conoscenza, e che queste relazioni servissero a passare una sorta di testimone dall'erastes (uomo adulto) all'eromenos (ragazzo). Perché allora invece di parlare della cosa come se fosse la peggiore malattia non ci fermiamo a riflettere sul fatto che forse la nostra paura è solo una costruzione sociale, un terrore imposto dall’alto delle nostre istituzioni?? Che le nostre sono tutte congetture e nient’altro? Immaginiamo l’immensa gioia di un ragazzo italiano che capisce di essere attratto dal suo stesso sesso. A chi si rivolgerà? Di sicuro ai suoi genitori bigotti che gli toglieranno il saluto per un mese, o agli amici di scuola che non aspettano occasione migliore per sfogarsi e deridere un compagno più debole! Beh ma c’è sempre il parroco che l’ha visto crescere! Mmm.. Come non detto. A tal proposito vediamo come la chiesa, dall’ininfluente peso sulla nostra società, giudica con presunta oggettività la questione omosessualità:


  • l'attività omosessuale riduce il ricco simbolismo, significato e fine presente nel disegno del Creatore. Nella sua intrinseca sterilità esso contraddice la vocazione ad una vita di autodonazione nell'amore espressa dall'unione complementare coniugale fra uomo e donna.

  • Anche se «la genesi psichica dell'omosessualità rimane in gran parte inspiegabile», la tradizione della Chiesa ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati», «Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati» (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2357).

Questa concezione obsoleta e medievale del mondo gay, è evidentemente un indizio per capire cosa sta dietro alla sempre diffusa omofobia. Gli omosessuali sono un pericolo da evitare, da nascondere, da tagliare fuori. Non più esseri umani, non più cittadini italiani con precisi diritti e doveri. Sono semplicemente DIVERSI, e come tali bisogna trattarli. Benvenuti nel ventunesimo secolo!




Nadia Frau



OGGI IL CAMPER DI PARTE ERA A... BERGAMO E BRESCIA!

a "Chi Vuol Essere Moderato" partecipa il concorrente: Riccardo da BBBrescia!




Berlusconi, se gli operai muoiono è colpa loro

Sgobio, «Non c’è limite all’impudenza, si ricordi della Thyssen»




Questa vigilia di Pasqua è orribilmente segnata da altre, tragiche morti sul lavoro.A Verona un uomo di 58 anni, impegnato in un cantiere edile, è stato travolto da una ruspa sulla quale stava lavorando.
Nel teramano un 30enne stava lavorando in azienda quando un braccio robotico gli ha improvvisamente schiacciato l'addome, uccidendolo. Un altro giovane, anche lui di 30 anni, uno stuntman che, ironia della sorte, doveva simulare un indicente mortale sul lavoro, lanciandosi nel vuoto poi non si è più rialzato.Un bollettino di guerra? No, scene di vita, e di morte, quotidiana.E di fronte a queste tragedie ci sono responsabilità precise: quelle dei padroni che non rispettano gli standard sicurezza mettendo i lavoratori nella condizione di rischiare quotidianamente la propria vita, e quelle, altrettanto gravi di chi alza le spalle, liquidando la questione a «tragiche fatalità».
Ma c'è anche chi dice, testualmente, «Formazione e prevenzione, è questo il grande lavoro che si deve fare per combattere il fenomeno degli infortuni sul lavoro, anche perché molti incidenti capitano per un comportamento colpevole degli interessati», che tradotto significa «sei morto? E' colpa tua». Ebbene questo è stato il modo in cui Silvio Berlusconi ha spiegato i suoi programmi in materia di infortuni sul lavoro, senza ritegno e senza pudore.
«Non c’è proprio limite all’impudenza». E' il duro commento di Pino Sgobio, capogruppo del Pdci alla Camera ed esponente de La Sinistra L’Arcobaleno, per il quale «Berlusconi, non pago delle figuracce collezionate in tema di precarietà, grazie a battute di cattivo gusto sulla condizione di sofferenza ed incertezza sul futuro che essa genera nelle giovani generazioni, ora tocca il picco dell’insulsaggine: “se capitano gli incidenti nei luoghi di lavoro è anche colpa dei lavoratori”, dice il Cavaliere. Si ricordi della tragedia della Thyssenkrupp, che costò la vita a dei lavoratori, bruciati vivi nell’estremo tentativo di salvare i propri compagni da un destino tragicamente già scritto a causa di norme disattese dai vertici della propria azienda!».

giovedì 20 marzo 2008

Voto o Non-voto

Cresce sempre più il numero degli astensionisti, di chi esprime la volontà di non votare.
Italiani sfiduciati che non si sentono rappresentati, ma si sentono presi per il culo, italiani che non ci stanno più a votare il meno peggio, che non ci stanno a votare con questa legge elettorale "porcellum".
l'Italia ogni volta che sembra aver toccato il fondo riesce a grattare sempre un pochino più giù, ed è impossibile dare torto a tutti gli italiani che sono stanchi di questa situazione politica in continuo sprofondare. Ma l’astensione non è una soluzione, non è un atto attivo contro la politica, ma è una protesta inutile, equivale a mettere il cervello nel freezer. Non votare non impedirà l’elezione di Berlusconi o Veltroni, ma anzi favorirà il PDL-PD che sono la stessa cosa, con lo stesso programma, il finto bipolarismo, le stesse strategie, lo stesso piano di eliminare la sinistra dal parlamento per poter governare con le larghe intese senza opposizione.
Un’alternativa c'è, un voto utile è per la Sinistra l'Arcobaleno, un’opposizione forte, una sinistra pulita senza collusioni con la mafia, una sinistra pacifista, che protegge la costituzione, i lavoratori, l’ambiente.
Per dare spessore all’inutile "protesta del non-voto" in internet, soprattutto tra i "Grillini", circola un metodo per «avvalersi del diritto di rifiutare la scheda elettorale» sostenendo che le schede bianche o nulle entrerebbero in conteggio per il premio di maggioranza; notizia smentita dal costituzionalista Stefano Ceccanti che dice: «Tutto falso, chi prende più voti ha il premio di maggioranza, non c'entrano le schede bianche e le nulle. Sono leggende metropolitane".
L’«astensione attiva» è una bufala, bisogna votare un partito alternativo al PD-PDL non sprecare la possibilità di creare un’opposizione. Essere attivi non passivi nonostante la crisi, nonostante la sfiducia, nonostante le prese per il culo, nonostante il "porcellum".
Non votare significa rinunciare a partecipare alla vita politica del nostro paese, astenersi non è una protesta, Se non partecipiamo alla vita politica saremo sempre più in balia di governi che potranno fare ciò che vogliono seguendo i propri interessi approfittando del disinteresse dei cittadini.
I voti non servono solo per eleggere il partito vincente, ma sono necessari anche per eleggere deputati e senatori che equilibrino il governo con una democratica opposizione.Sicuramente il 13-14 Aprile verranno eletti Berlusconi-Veltroni, e chi sente che questi non ci rappresentano, ha il dovere di votare un’alternativa.

Sebastiano Deligios

mercoledì 19 marzo 2008

Roma: vergognoso il tentativo del PD di candidare il fascista Arcivieri!

La Fgci di Roma esprime il suo senso di profondo sdegno dopo aver letto della candidatura, poi fortunatamente rientrata, nelle liste municipali del PD dell'ultrà di estrema destra Paolo Arcivieri, noto soprattutto per i suoi precedenti galeotti per il caso della scalata di Chinaglia alla Lazio e per tentata estorsione ai danni dell'attuale presidente della Lazio Lotito.


Continua...

"Restiamo senza parole – queste le parole della struttura giovanile comunista – prima ci stupiamo della candidatura nel PDL di Ciarrapico e poi leggiamo di questa candidatura addirittura imbarazzante nelle fila di un partito che si definisce "democratico". Roma, città medaglia al valore per la Resistenza non merita questa offesa, come non la meritano tanti e tanti militanti dello stesso Partito Democratico che hanno vissuto una storia antifascista e che ancora credono in questi ideali. E' bene che questo scempio sia rientrato, crediamo ancora che la moralità e il decoro politico siano parole con un senso, i fascisti lasciamoli candidare alla destra".


Il Coordinamento romano della FGCI

Il camper della Fgci fa tappa a Genova

Il Camper di Parte oggi era a... GENOVA!!!

martedì 18 marzo 2008

PARTE ... IL CAMPER ... DI PARTE!

E' stato presentato sabato all'apertura della campagna elettorale del PdCI al teatro Vascello a Roma, e ha cominciato il tour lunedì da Torino per concludere l'11 aprile a Palermo.
Con questo camper toccheremo 40 città del nostro Paese, rispondendo così idealmente sia al tour elettorale di Veltroni, sia ai 200 camper "della libertà" che Berlusconi sta mandando in queste ore in tutte le province italiane.
Il nostro camper passerà nei luoghi di aggregazione giovanile, portando le proposte della Sinistra Arcobaleno, lotta alla precarietà, accesso ai saperi, riconoscimento delle coppie di fatto in testa, e nei luoghi simbolo delle battaglie che abbiamo portato avanti in questi anni. Sarà uno sforzo imponente, che coinvolgerà tutte le nostre strutture periferiche e impegnerà per 25 giorni tutta la nostra organizzazione.
Durante questi 25 giorni di viaggio, un viaggio attraverso la nostra generazione, dai giovani del Nord colpiti dalla piaga della precarietà, i giovani del mezzogiorno in lotta contro mafia e lavoro nero, anceremo delle provocazioni all'insegna del "politicamente scorretto": siamo giovani e vogliamo urlare tutta la nostra voglia di cambiare questo Paese ed il mondo, non solo con le parole ma con atti concreti. Sarà possibile seguire minuto per minuto la "cavalcata" della nostra carovana sul sito http://www.diaridelcamper.it/, nel quale racoglieremo testimonianze, video, contributi di questa esperienza entusiasmante.


Al passaggio del camper in ogni città saranno organizzati spettacoli, conferenze, distribuzione del materiale preparato dal network giovani della Sinistra Arcobaleno.

Nell'epoca delle campagne elettorali tutte mediatiche, noi rispondiamo così, con una campagna elettorale in mezzo al nostro popolo, dal quale vogliamo ricevere stimoli, impressioni, suggestioni: una campagna elettorale di parte e diversa, da comunisti.


Flavio Arzarello
Resp. Organizzazione Nazionale FGCI

La certezza della pena



Tutti i leader politici impegnati nella campagna elettorale usano sempre più spesso questa formula: certezza della pena. Certi siamo tutti d’accordo fin che ciò non si tramuti in uno slogan elettorale e basta, in uno slogan acchiappa voti.
Sembra che lo Stato voglia nascondere la sofferenza della società dentro le carceri e i detenuti paiono trasformarsi nei simboli di una vendetta sociale. Certezza della pena per noi Sinistra Arcobaleno vuol dire efficienza della giustizia ma allo stesso tempo tutela dei diritti dei detenuti.
Bisogna stare attenti a questo macabro gioco. I vari Calderoli, Fini, Maroni, richiedono delle misure estreme per una vita serena e tranquilla, delle misure però che si distaccano sempre più dalle garanzie costituzionali. Mi chiedo come per esempio i leghisti, i fascisti e i nuovi democratici riescano a parlare di castrazione chimica come unica soluzione al problema della pedofilia.. mi viene in mente la famosa frase tolleranza zero!! Se non sbaglio però alla tolleranza zero si accompagna sempre una perdita di diritti, anche quelli minimi, e si producono ossessionanti messaggi terroristici che creano masse di nemici della società. Ma chi sono poi questi nemici? Sono le vittime della povertà, gli abitanti delle periferie. Le vittime del degrado sociale e psicologico, sono coloro che più facilmente diventano capri espiatori.
Perché non sento più parlare di risocializzazione dei carcerati? Perché si sente sempre che la "galera è la migliore scuola per diventare delinquenti veri?". Credo che la formula che appare sia questa: meno diritti per i detenuti = più degrado sociale.
Spero che prima o poi le istituzioni ma noi tutti ci rendiamo conto che prima di ogni cosa ci sono i diritti soggettivi. Diritti che non devono essere violati solo per appagare quella fame di giustizia-vendetta che sta sorgendo nella nostra società. Basta con il panico del delinquente. Basta con il carcere che diventa un inferno. È ora di cercare di reintrodurre nella società chi ha sbagliato, è il momento di capire che se si violano i diritti all’interno del carcere si violano i diritti di tutti. È ora di uscire dall’inferno… sia dentro che fuori.

Anna Arca Sedda

domenica 16 marzo 2008

AAA Marito milionario cercasi...

Martedì sera. Sto cenando beatamente davanti al telegiornale. C’è Berlusconi al TG2 interrogato da una giovane precaria. Lo ascolto distrattamente, tanto so già cosa dirà. E invece rimango folgorata: alla domanda della giovane sul futuro dei precari in Italia il Berlusca risponde disarmante: “Sposi il figlio di un milionario, anche il mio. Con quel sorriso può permetterselo”.
E, di colpo, un universo mi si spalanca davanti: perché non ci ho pensato prima? E’ così semplice!!

Allora mi fiondo davanti al computer e comincio a cercare. Inizio, naturalmente, dai figli di Berlusconi. Uno è piccolo, veramente troppo per me; l’altro fidanzato felicemente con una starlette nostrana, ex letterina. Neanche il mio sorriso ce la potrebbe fare.

Allora provo con i nipoti di Agnelli. Uno sposato felicemente, un bimbo all’attivo e uno in arrivo. L’altro…bè, l’altro è Lapo. Lasciamo perdere.

Ultima chance: il figlio di Luca Cordero di Montezemolo. Accidenti, si è sposato qualche mese fa. Niente da fare neanche qui.

Che fare? Sono tutti già occupati!

Forse è meglio che ricominci a cercarmi un lavoro. Anche per pochi mesi, o giorni, anche sapendo che sicuramente non riuscirò a sistemarmi a breve, se mai lo potrò fare.

Perché per adesso, di milionari disponibili, neanche a parlarne.
E con loro, la mia speranza di un futuro migliore, quantomeno accettabile.

Cavalier Berlusconi, davvero, mi consenta: la smetta di fare battute sulla pelle di chi, con questo sistema del lavoro, non riesce a progettarsi un avvenire degno di questo nome. Di chi si uccide perché, insieme alla scadenza dell’ennesimo contratto, gli è scaduta anche la dignità. Sulla pelle di chi non sa se alla fine del mese potrà ancora dare da mangiare alla propria famiglia. Di chi accetta qualunque condizione di lavoro pur di lavorare, a rischio della propria vita.
Glielo chiedo per favore. Seriamente. È questione di rispetto per le persone. E non di “sense of humor”. Quello non ci manca.




Elisa Mariotti,


Responsabile Nazionale Lavoro FGCI

sabato 15 marzo 2008

Sinistra Arcobaleno in piazza


La Sinistra - l'Arcobaleno è in piazza ad Alghero.



Ti aspettiamo in via Carlo Alberto angolo via Gilbert Ferret (centro storico) Sabato 15 Marzo dalle 17.00 alle 20.30 e Domenica 16 Marzo dalle 10.30 alle 12.30 e la sera dalle 17.00 in poi.



giovedì 13 marzo 2008

Parlamento pulito


Agli elettori l'ardua sentenza

Promesse mantenute? Liste ripulite da inquisiti e condannati?
Dopo le recenti battaglie di Grillo la questione del "Parlamento Pulito" è stata finalmente presa in considerazione cosi tutti i partiti hanno dichiarato che non candideranno indagati e condannati. Ma le liste recentemente presentate da Veltroni del PD, sono già causa di proteste, infatti sono tutt'altro che pulite, ci sono candidati collusi con la mafia come Vladimiro Crisafulli che ha alle spalle una prova-video in cui contratta con il boss di Cosa Nostra Bevilacqua e Maria Grazia Laganà indagata per contiguità con l'Ndrangheta.
Ci sono anche condannati come Enzo Carra che si macchiò di falsa testimonianza nel processo su Mani Pulite. Non sono di miglior esempio i "nuovi" leader del PD Massimo D'Alema e Piero Fassino inquisiti nella scalata Unipol-Bnl e Antonio Di Pietro dell'Italia dei valori indagato per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento dell'erogazione di fondi pubblici.
Liste pulite dichiara anche il PDL di Berlusconi fatta eccezione per le "vittime di processi politici" postilla che di fatto annulla il buon proposito. D'altronde il PDL (formato da FI-AN-Lega-Mpa) detiene il record di condannati e inquisiti a cominciare dagli stessi leader di Forza Italia e Lega: Silvio Berlusconi che vanta un'amnistia per la loggia massonica P2 (falsa testimonianza), sette prescrizioni, reati depenalizzati (l'ultimo è falso in bilancio nel processo sul Lodo Mondadori), e risulta ancora inquisito nel processo Imi-Sir. Marcello Dell'Utri (fondatore di FI) condannato a 2 anni per frode fiscale, false fatturazioni e condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Umberto Bossi condannato a 8 mesi per tangente Enimont.
I leader fanno da esempio e nel PDL si collezionano un pò tutte le condanne (corruzione, evasione, diffamazione, concussione, associazione a delinquere, truffa, favoreggiamento, ecc.). Quindi per avere liste pulite il PDL dovrebbe di fatto non esistere. Anche Casini dell'UDC si dichiara favorevole al parlamento pulito, ma candida Salvatore Cuffaro recentemente dimessosi da governatore della Sicilia per una condanna in primo grado a 5 anni per favoreggiamento a singoli mafiosi.
La Sinistra l'Arcobaleno costituita dall'unione di Verdi-Pdci-Prc-Sd vanta una formazione pulita e affidabile, l'unico partito che non ha niente a che fare con la mafia e quindi l'unico in grado di combatterla veramente e cosi segnare una vera svolta per l'Italia.
Sebastiano Deligios

Sul carro del vincitore

Lo scenario che si è venuto a delineare nel panorama politico italiano ha dei connotati che non devono essere sottovalutati: il Popolo Delle Libertà ormai lo conosciamo bene e la candidatura di Ciarrapico non ha fatto altro che sottolineare i già ben noti valori anticostituzionali e per giunta fascisti che da sempre hanno caratterizzato questo schieramento (la candidatura della Mussolini e le ultime dichiarazioni di Fini sul voto del 13 aprile come giornata di liberazione dalla sinistra ben li testimoniano).
L'elemento nuovo e al contempo negativo di questo scontro elettorale è il Partito Democratico.
Mi spiego meglio: nel 1991, in seguito alla caduta del muro di Berlino, la destra riformista di quello che è stato il più grande partito comunista d'occidente, il Partito Comunista Italiano, preso atto della sconfitta storica del movimento operaio, accettò il capitalismo come punto d'arrivo della società, reagì a tale sconfitta "da destra", ovvero si convinse che il neocapitalismo imperversante e lo scioglimento del blocco sovietico, aprendo di fatto le porte alla globalizzazione, avrebbero determinato una sorta di età dell'oro, un'era in cui lo sfruttamento fisico della forza lavoro di un essere umano si sarebbe tradotto in un'emancipazione all'insegna della modernizzazione e della crescita economica. Così non è stato.
Con la nascita del Partito Democratico si è sancita definitivamente questa presa di posizione; si è saliti sul carro del vincitore, sul carro del capitalismo. Calearo (presidente uscente di Federmeccanica) e Colannino (presidente dei giovani industriali) non sono candidati di facciata: essi ben testimoniano la sostanza ideologica di questo partito.
Siamo rimasti noi, comunisti del terzo millennio, figli di quella bruciante sconfitta storica, ma eredi allo stesso tempo di lotte che in più di un secolo hanno infiammato l'Europa e non solo, portando la classe lavoratrice a conquistare diritti sino ad allora impensabili. E come eredi di questa grande storia ci portiamo dietro le divisioni, i settarismi, i burocraticismi che la sinistra del '900 ci ha lasciato. La Sinistra-Arcobaleno è un primo passo, per alcuni troppo timido, verso il superamento di questa sconfitta: ma è pur sempre un passo avanti.
Dopo il voto del 13 Aprile i dirigenti di questa nostra Sinistra avranno il dovere morale di riaprire un dibattito interno ai partiti e fuori sul "che fare", pena la scomparsa nella società italiana del movimento operaio come soggetto politico. A noi giovani spetterà l'impellente dovere di superare quelle divisioni settarie che per l'età che abbiamo non ci possono e non ci devono riguardare, le quali divisioni, semmai, diventeranno identità da valorizzare e custodire gelosamente all'interno di un contenitore più grande.
Il voto del 13 Aprile non sarà solo un voto: sarà un investimento in un progetto e un'idea di società a cui noi, giovani militanti di questa sinistra, abbiamo il diritto di aspirare.

Andrea Coghene

Cose che il Pd neanche si sogna

La vittoria di Zapatero in Spagna è destinata ad alimentare la voglia di bipolarismo partitico che segna questa stagione politica, almeno nelle intenzioni di Veltroni per un verso, di Berlusconi per l’altro. Questo è infatti l’elemento dominante, dopo i risultati del voto spagnolo, dei commenti che si inseguono sul set mediatico soprattutto da parte del Pd e dei suoi sostenitori. E la sconfitta forse senza appello di Isquierda unida, un partito ormai in piena crisi di identità che arriva a racimolare a mala pena due o tre deputati, alimenta l’appello al voto utile, altro target caratterizzante della campagna elettorale di Veltroni. Il “sogno” e la pretesa di fare tabula rasa a sinistra. Veltroni non nasconde le sue intenzioni, lo dice in mille modi, come molti dei suoi, perché così, spiegano, si dà vita alla nuova Italia. Post parlamentare, post costituzionale, post tutto. Con suggestioni culturali e programmatiche che fanno dire a Berlusconi: ci imitano, e a qualcuno dell’area Pd:arriviamo sempre in ritardo, noi. Sulle idee della destra, si intende.
Staremo a vedere qui da noi quanto le strategie di semplificazione degli assetti politico-istituzionali per via del “porcellum” – legge elettorale non solo tecnicamente”porcata” come la battezzò il suo ideatore ma politicamente fraudolenta – corrispondano agli orientamenti della società e del popolo elettore.
Ma c’è da dire subito che la vittoria di Zapatero è la vittoria di un partito che non può certo essere assimilato sic et simpliciter al nostrano Pd. C’è in quel partito certamente un mix di cose ma sono diverse dall’infinito, un po’ furbo e molto spregiudicato “ma-anchismo” del veltronismo. C’è certamente, ed è determinante, la vocazione neo-liberista che ha fagocitato ovunque la sinistra novecentesca, annulandone o intorpidendone il profilo sociale. Ma c’è, su altri non irrilevanti terreni, ancora un assetto concettuale socialdemocratico che ispira un’idea dello stato e della funzione pubblica delle istituzione decisamente decisamente laica; c’è la volontà, non solo dichiarata, di sottrarre l’attività del governo e del legislatore al monopolio etico della Chiesa cattolica; c’è l’idea che la politica internazionale debba essere ispirata a criteri non riducibile all’obbedienza nei confronti dell’alleato Usa.
Cose insomma che il Pd neanche si sogna. Resta l’utilizzazione che comunque il Pd farà dei risultati spagnoli in funzione del voto utile. Una sfida ulteriore per la Sinistra Arcobaleno che ha, essa sì, molto da riflettere e da imparare proprio dai risultati negativi della sinistra – quell’altra – spagnola.

Elettra Deiana
(Candidata Camera dei Deputati -
Sinistra Arcobaleno Sardegna )

mercoledì 12 marzo 2008

Come trovi la nuova grafica di questo blog?

risultati:



Straordinaria 15% (voti 3)

Bella 68% (voti 13)

Discreta 5% (voti 1)

Brutta 0% (voti 0)

Bruttissima 0% (voti 0)

Non so 10% (voti 2)

Immigrato per passione?


Hai visto quel rumeno (immigrato irregolare ovviamente) che ha rapinato due ragazze in centro puntando un coltello in gola a una di loro? Non si può più star tranquilli nemmeno nelle nostre vie, nelle nostre case. Assurdo. Questi immigrati vengono a casa nostra, delinquono e ci rubano pure il lavoro!!
Caro italiano medio che non brilli per lungimiranza e che non sei amico del sapere,
ti sei mai chiesto del perché un immigrato lasci il suo paese d’origine per giungere in uno straniero in balia spesso di malavitosi? O del perché (forse stanco di essersi visto sbattere ripetutamente la porta in faccia dai datori di lavoro, o peggio di essere sfruttato e sottopagato e costretto a condizioni lavorative precarie e insicure) cada nelle losche reti della delinquenza urbana? Perché non pensi prima di puntare il dito contro qualcuno? Ragiona. Ragioniamo.
Gli immigrati che giungono nel nostro paese sono davvero così come ce li descrivono i nostri amati mezzi di informazione?
Se si fa bene attenzione si può notare come i giornali siano delle ottime palestre per rinforzare idee apocalittiche e a volte anche un pò razziste e catastrofiste di cittadini e opinione pubblica. Innanzitutto lo si nota dai contenuti stessi degli articoli. Il 21 luglio 2000 ad esempio il Corriere della Sera pubblica un articolo dove si afferma che la maggior parte dei furti al centro nord avviene per mano di immigrati. L’anno dopo la notizia viene smentita dal Ministero dell’Interno, ma ormai è troppo tardi.
Un sondaggio di quell’anno dice che il 74% degli Italiani associa alla parola immigrato quella di delinquente. Sarà forse un caso? Certo, i fatti a sostegno di ciò non mancano, ma nei giornali il tutto viene spesso arricchito con un sottile e impercettibile uso di esposizioni strategiche, un linguaggio e una semantica mirati. Vediamo alcuni esempi: nell’indicare una cosa non familiare, straniera, si tende in linea di massima a seguire due modi: uno consiste nell’includere il nome riguardante "l’altro" nel vocabolario dei nativi, ovvero si mantiene il nome nella lingua originale, il secondo nell’imporre un nome già esistente nel vocabolario della società "ospitante", nel nostro caso si tratterebbe di italianizzare il termine straniero. La prima caratteristica è tipica di una società aperta al confronto e all’innovazione culturale, la seconda è tipica invece di una società rigida e restia al contatto con il "diverso", posizione che in casi estremi può portare ad atteggiamenti di tipo etnocentrico.
Un altro tratto curioso è il modo di trattare il pensiero della persona che parla o di cui si parla. Dall’analisi di alcuni quotidiani nazionali si rileva che quando si parla di "noi" si pone sempre molta attenzione nell’esposizione dei pensieri e delle opinioni, quando invece si tratta di "loro" ci si può permettere di argomentare più speditamente. Sembra banale, ma i giornali fanno questo attraverso l’uso delle virgolette. Ovvero, tendono a citare esattamente le parole dell’intervistato, se la persona in questione è un’autorità, un appartenente alle forze dell’ordine o ad una associazione ecc. (strategia della deferenza), mentre tendono a fare uso del discorso indiretto se il soggetto in questione è un immigrato, per interpretarne il pensiero, oppure usano le virgolette riportando la citazione esatta ma lasciano trasparire una nota di diffidenza e di delegittimazione di quanto detto, in quanto parole proferite da un immigrato, ergo extracomunitario (strategia dell’incredulità).
I giornali non osano interpretare il pensiero del "potere", ma non pongono paletti di fronte agli immigrati.
Lunga vita alle società aperte e riflessive come la nostra!



Nadia Frau

QUESTIONE ABORTO ?!!









Quello dell’aborto è un tema che accompagna gli italiani ormai da più di trent’anni. Quegli stessi italiani che, a partire dagli anni ‘70 si sono schierati con le femministe e il mondo laico ed hanno lottato per una maternità e una sessualità libera, sicura e consapevole, che prima si sono impegnati a conquistare e poi a difendere la legge 194 del 22/05/1978 che prevede la possibilità dell’interruzione della gravidanza presso le strutture pubbliche e che, allo stesso tempo, specificando i casi in cui è consentito l’aborto terapeutico, pone tra i principali obiettivi la prevenzione, evitando una vera e propria calamità nel nostro paese come l’aborto clandestino. Perché allora ciò che era un diritto riconosciuto, oggi è materia di accesa discussione, anche eccessiva? Proprio recentemente, il tema della gravidanza agita soprattutto la "coscienza" individuale di politici, ecclesiastici e giornalisti, ma chi riguarda veramente siamo noi donne, giovani o adulte che siano. Quante volte, ad esempio, quattordici - quindicenni si sono trovate nella situazione imbarazzante di dire al proprio genitore di essere incinta o quante volte è accaduto di vedere in questa situazione giovani ragazze nel reparto "Ostetricia e Ginecologia" dello stesso Ospedale Civile di Alghero? È un tema quindi scomodo e duro da affrontare ma cui ci sembra importante far fronte perché purtroppo oggi la donna, ancor prima di diventare madre, spesso è costretta a mettere sullo stesso livello la nascita del figlio e il lavoro stesso. È preoccupante come non si tenga conto del dramma che subisce una donna quando, dopo essere stata violentata, è costretta a portare avanti una gravidanza indesiderata oppure di chi sceglie di interrompere una gravidanza perché magari il feto è malformato o affetto da handicap gravissimi, oppure ancora, perché ha il rimorso di aver messo al mondo un figlio al quale non può garantire l’amore e un futuro. Ma c’è veramente qualcuno che pensa che le donne abortiscano come andare a fare la spesa? Come fa un diritto a diventare nello slogan del popolo dell’Angelus,-se è così che è stato quasi definito- un omicidio? Diciamo che la ragione di un attacco alla legge è un altro. E non ha a che vedere con i diritti delle donne, con la prevenzione e con la salute ma diremo piuttosto che a difendere le nostre pretese non ci sono più esponenti come una volta, ma la chiesa e politici che, come Giuliano Ferrara, (non) sanno quale sentimento e quali terribili circostanze conduce una donna ad abortire.






Chiara Annunziata

Veltroni: basta con la lotta di classe!

"Basta con la lotta di classe. Basta alle ideologie di un tempo passato", ora c'è bisogno "di un'alleanza tra produttori, un patto tra imprenditori e operai", perchè sono sulla stessa barca. Walter Veltroni

noi non condividiamo, quella che proponiamo al contrario è, se ci passate la battuta, "una scelta di barca"..!


www.fgci.it



martedì 11 marzo 2008

UNA SCELTA DI PARTE PER UNA QUESTIONE DI CLASSE

Oliviero Diliberto ha rinunciato alla candidatura alla camera per fare posto al compagno Ciro Argentino, operaio della ThyssenKrupp.

Abbiamo accolto con entusiasmo la decisione del nostro segretario nazionale, perchè la coerenza e la diversità comunista si sono per l'ennesima volta concretizzate in una scelta coraggiosa, di classe e di parte.
La scelta di Dilberto è spunto di riflessione sulle caratteristiche che connotano la nuova formazione che, nata l'8 e 9 dicembre a Roma, si colloca a sinistra del Partito Democratico.
La Sinistra-l'Arcobaleno è una forza politica che finalmente fa sintesi e unità tra i partiti che sono orgogliosamente legati ai valori della sinistra lavorista pacifista ed ecologista, forze che non possono scomparire, considerato che nessun paese, in Europa o nel mondo, è orfano di forze politiche e sociali che fanno della tutela del lavoro salariato e dipendente, della pace e dell'ambientalismo una bandiera e una ragione di lotta e conflitto sociale.
La nascita del Partito Democratico e del partito unico di destra-destra obbliga a delle riflessioni in ordine ad alcune questioni, di cui la più importante, la questione di classe: quando ci chiediamo che cosa vuol dire oggi nel 2008, essere di sinistra, la prima risposta che sorge spontanea è: essere di sinistra vuol dire lottare quotidianamente dentro e fuori dalle istituzioni affinchè il lavoro torni ad essere un valore sociale e non una merce di scambio; essere di sinistra vuol dire lottare quotidianamente affinchè gli anziani di oggi e gli adulti di domani possano ambire ad una pensione dignitosa; essere di sinistra vuol dire lottare affinchè i giovani lavoratori si possano emancipare attraverso la cultura e le proprie professionalità, liberandosi così dalle logiche mafiose e clientelari che spesso costituiscono un vero e prorio ricatto sociale. Dalla caduta del Muro di Berlino e da quando si sono dissolte le ideologie, i paesi a capitalismo avanzato, hanno inseguito l'utopia di una nuova età dell'oro: la globalizzazione in quasi 20 anni ha ridotto alla fame i lavoratori occidentali vittime della precarietà, concentrando la ricchezza globale nelle mani di poco più del 10% della popolazione e ha trasformato il terzo mondo in un cortiletto nel quale far pascolare impuniti i grandi capitalisti occidentali. La globalizzazione fa sì che i lavoratori delle aree disagiate del mondo siano più sfruttati di quanto non lo siano mai stati e ha costretto i sindacati dei paesi a capitalismo avanzato a soggiacere ad una logica di mercato liberista e liberticida determinando così la perdita di potere contrattuale dei lavoratori rispetto alle imprese, e facendo in modo che le imprese, attraverso le proprie associazioni di categoria, potessero condizionare le scelte di politica economica degli stati. La caduta delle ideologie, ossia la sconfitta del progetto comunista si è tradotta nel ventunesimo secolo nella nascita di un nuovo pensiero unico di una nuova ideologia: l'ideologia di mercato senza se e senza ma.
Il Partito Democratico rappresenta questa sconfitta che oggi si concretizza nella candidatura di personaggi come Colaninno o Calearo, quest'ultimo falco di Confindustria e acerrimo nemico degli operai metalmeccanici... il Partito Democratico approda ad una visione interclassista della società che noi di sinistra non possiamo tollerare; il Partito Democratico approda sconfitto a questo nuovo pensiero unico!
A questo punto sorge una semplice domanda: che cosa ci fa l'operaio della ThyssenKrupp candidato da Veltroni tra Calearo e Colaninno? E' facile immaginare che l'operaio candidato dai democratici si troverà isolato perchè Veltroni deciderà la linea del suo partito dopo aver telefonato a Confindustria! Quella di Veltroni può sembrare uno spot pubblicitario e non una scelta di classe, visto che i democratici non riconoscono più l'esistenza delle classi sociali.

Ritengo che la scelta di Diliberto non debba essere fraintesa come un inseguimento a tutti i costi del Partito Democratico, ma piuttosto come una logica conseguenza di un progetto politico che rappresenta finalmente la vera svolta sociale degli ultimi 15 anni italiani.


Andrea Devoto

Elias Vacca all'Università della Terza Età

Conferenza di Elias Vacca (Pdci - Sinistra Arcobaleno) all'Università della Terza Età di Alghero, Martedì 4 Marzo 2008

Riprese e montaggio di Marco Mura

PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

TERZA PARTE

QUARTA PARTE

QUINTA PARTE

SESTA PARTE

SETTIMA PARTE

OTTAVA PARTE

NONA PARTE

DECIMA PARTE (ultimo video)

lunedì 10 marzo 2008

Le Liste de "la Sinistra - l'Arcobaleno" in Sardegna

Ecco le liste elettorali de "la Sinistra - l'Arcobaleno







CANDIDATI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI



1 DEIANA ELETTRA
3 ATTILI ANTONIO
4 CREMONE ANGELO
5 PIREDDA ANTONELLA
6 CORONA ALESSANDRO
7 LAI IVAN
8 LILLIU FRANCA
9 RAPETTI MARIANGELA
10 CRUCIANI ANNA PAOLA
11 DESSENA GIUSEPPE MARCO
12 PISCHEDDA SERAFINO
13 SARRITZU KATIUSCIA
14 SCROCCU MANUELA
15 GROSSI GIOACCHINO
16 VISCUGLIO ANTONELLA
17 MURRU TIZIANA
18 ORTU GIULIANA


CANDIDATI AL SENATO DELLA REPUBBLICA
1 DI BIASE MARIA ELEONORA - NOTA MARINORA
2 ZURRU ANTONIO FRANCESCO
3 ARU ANNA BRIGIDA
4 COPPARONI ROBERTO
5 CAMPANA PAOLINA
6 TUVERI EFISIO
7 BERTOCCHI ALESSANDRA
8 DEPAU MARISA
9 MELI SALVATORE GIUSEPPE - NOTO TORE

sabato 8 marzo 2008

Un esempio davvero! Un grande Segretario, un grande Compagno!!!


"I comunisti sono diversi da tutti gli altri, per questo motivo ho deciso di lasciare il Parlamento ed al mio posto ci sara' come capolista Ciro Argentino, operaio della Thyssen. La politica si puo' fare bene anche fuori dalle istituzioni. "

Oliviero Diliberto

8 MARZO: FESTA DELLE DONNE



Nel 1908 a New York, nei giorni che precedettero l’8 marzo, le 129 operaie dell'industria tessile Cotton iniziarono una serie di proteste per denunciare la loro pietosa situazione lavorativa. Le proteste proseguirono per alcuni giorni, fino a che l'8 marzo Mr Johson, proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Venne appiccato fuoco allo stabilimento. Le 129 operaie prigioniere delle fiamme non ebbero scampo. E’ la ricorrenza di un grave fatto di cronaca avvenuto negli Stati Uniti. La notizia era stata elaborata dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda ma recentemente riportata come vera origine della festa della donna di cui il fiore della mimosa è diventato il suo simbolo.

Ora per non dimenticare si cerca di rendere noto questo evento storico, emblema di indifferenza e crudeltà a danno di lavoratori, in questo caso operaie. E’ passato un secolo... e cosa è cambiato? Ora cosa ci rimane delle nostre lotte per raggiungere anche solo il diritto di una serena vita lavorativa?
Eppure le leggi ci sono, e sono attente alla salvaguardia della salute della lavoratrice ad es. se in gravidanza. L’ordinamento in questione vieta il lavoro delle donne nei due mesi precedenti e nei tre successivi alla data del parto e consente l’assenza dal lavoro con conservazione del posto per i sei mesi che seguono l’ astensione obbligatoria. L’ indennità di maternità è stata in seguito prevista per le lavoratrici autonome e per le libere professioniste.
Ma è inutile negare la selezione di un datore di lavoro tra due possibili dipendenti: l’ assunzione di una donna viene ancora oggi concepita come un rischio e una minaccia al profitto di una qualsiasi azienda.
A tutto ciò contribuisce l’immagine femminile trasmessa dai mezzi televisivi e dalla carta stampata, immagine di una donna arcaica, superficiale e ridicola, ha un ruolo marginale non solo numericamente ma dal punto di vista dalla qualità e della varietà dei ruoli svolti, di solito relegate al ruolo di esecutrici di opere altrui.
Nonostante questo, credo che a volte siamo noi stesse a penalizzarci non solo più come lavoratrici ma come persone con una dignità.
La festa della donna è un riconoscimento a noi stesse, alla nostra forza troppe volte soffocata, alla nostra inventiva sottovalutata in vari ambiti, ma sopratutto alla nostra femminilità.


Ester Loriga


lunedì 3 marzo 2008

Dopo di noi solo il Portogallo



La Sinistra Arcobaleno si batte per aumentare il salario dei lavoratori


Finalmente, dopo tanto tempo, la questione salariale è tornata al centro del dibattito politico e pubblico. L’inflazione galoppante e le retribuzioni insufficienti hanno causato situazioni insostenibili per i lavoratori ( solo il Portogallo si colloca sotto l’Italia quanto a livello di salario). "Negli ultimi 25 anni - scrivono gli economisti di sinistra - la quota di ricchezza attribuita ai redditi da lavoro è diminuita di oltre 15 punti di Pil, mentre la quota attribuita ai profitti è balzata dal 2 al 16%. Dopo gli accordi del 1992-93, che abolirono la scala mobile e vararono la concertazione, circa il 3% del Pil (45 miliardi di euro in valori correnti) è passato dal monte-salari ai redditi da capitale". E’ positivo, dunque, che il tema salario-retribuzioni, abbia ripreso il suo valore predominante nella disputa politica attuale, accantonato nei cinque anni di governo Berlusconi. Tuttavia, non appare positivo il modo con il quale, il Partito Democratico e il Partito del Popolo della Libertà, si accingano a risolvere questo delicato problema. Alcune ipotesi sono state fatte, tra le migliori risulta quella di "ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni attraverso un aumento delle detrazioni a beneficio dei redditi medio-bassi". La Sinistra Arcobaleno è favorevole, a patto, però, che per tali detrazioni vadano impiegati i proventi della lotta all'evasione e all’elusione fiscale e di un cambiamento delle politiche di bilancio troppo restrittive. Altra misura auspicabile è l’aumento al 20% dell’aliquota fiscale sui profitti e sulle rendite che in Italia, godono di un regime intollerabile di privilegio. Una incisiva proposta, inoltre, viene dalla Sinistra Arcobaleno per l’indicizzazione annuale dei salari, misura con la quale si intende far recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni con un meccanismo automatico che, per altro, non avrebbe alcuna incidenza inflazionistica.
Da qui, la Sinistra parte per migliorare le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori e giovani precari, ingabbiati dalla legge 30, che trasforma il lavoratore, non più in un essere umano, ma in una merce, usa e getta, e che viene considerata come una delle concause dei salari da fame che ricevono tanti giovani e meno giovani lavoratori. Soprattutto in questo momento, estremamente rischioso per il mercato del lavoro, è nostro dovere riportare all’interno del dibattito politico il conflitto sociale che il Partito democratico ha abbandonato e chiuso nel cassetto del dimenticatoio, inserendo, addirittura, nelle liste piddine, il giuslavorista Pietro Ichino che considera l’articolo 18, quello che vieta il licenziamento senza giusta causa nelle imprese con più di 15 dipendenti, un ingessatura che blocca il meccanismo della produttività.
Ecco come si presenta il Pd, una forza politica equidistante da Confindustria e Vaticano, un nuovo centro bigotto e conservatore. Noi come Sinistra Arcobaleno auspichiamo, si, una revisione dell’art. 18, ma nel senso che andrebbe esteso a tutti i lavoratori la tutela contro il licenziamento senza giusta causa. Non possiamo abbandonare il mondo del lavoro a chi, invece, lo vuole distruggere e precarizzarlo all’esasperazione. Non ci stiamo. Non possiamo lasciare il Paese a chi vuole distruggere lo Stato sociale, dando troppo potere alle imprese e agli imprenditori, creando disuguaglianze sociali, etiche e morali. Ecco perché, vi chiediamo di unirvi a noi creando una Sinistra forte, plurale, laica e ambientalista, radicata nel movimento operaio, nei sindacati e nelle scuole creando coscienza critica e conflitto sociale che sta alla base del soggetto che stiamo andando a creare. Ma per questo abbiamo bisogno di uomini e donne, lavoratori e lavoratrici, giovani studenti e studentesse che si impegnino in una lotta politica quotidiana e di una forte e qualificata rappresentanza in Parlamento e nelle sedi istituzionali.

Giancarlo Balbina

domenica 2 marzo 2008

il Cineforum (n.5)

Titolo - Uccellacci e Uccellini
Regia - Pier Paolo Pasolini
Anno - 1966



Uccellacci e Uccellini è una favola grottesca, un film altamente allegorico che rappresenta la crisi dell’ideologia marxista, la rassegnazione della rivoluzione delle coscenze sempre più ignoranti e conformiste, ma lascia una speranza futura del cambiamento e semina germogli per un superamento del marxismo.
Totò e Ninetto vagano per una strada senza meta come l’umanità percorre il suo presente e la sua storia inconsciamente. Sullo sfondo macerie, autobus persi –irreversibilità-, suicidi, bisogni corporali, vizi…Durante questo viaggio incontrano un corvo intellettuale marxista (vedi video qui sotto) simbolo di un ideologia che non riesce più a comunicare con gli uomini, con la realtà. Il corvo intrattiene i due protagonisti con la fiaba degli uccellacci e uccellini, in cui due frati hanno il compito di evangelizzare due classi opposte: quella degli umili rappresentata dai passerotti e quella dei potenti-prepotenti rappresentata dai corvi.
Il messaggio d’amore arriva alle due classi, ma nella vita concreta i corvi continueranno a sopprimere-cibarsi dei passerotti.
Totò e Ninetto non capiscono le allusioni del racconto e durante il loro viaggio si renderanno protagonisti in prima persona della lotta di classe: prima carnefici-corvi e poi vittime-passerotti.
Inizialmente scatenano una sparatoria-guerra colpa della proprietà privata che il corvo è d’accordo dev’esser abolita ma supera il concetto della lotta, commentando: "Bisogna sempre vincere con la non-violenza, come Gandhi". Il corvo-Pasolini cerca un punto d’incontro tra rivoluzione comunista, religione induista e cattolicesimo.
In seguito Totò e Ninetto visitano una famiglia estremamente povera in veste di padroni e pretendendo soldi decidono di requisire loro la casa. Il corvo ammonirà Totò e Ninetto –"state attenti a non esser mangiati da pesci più grossi" e poco dopo li vedremo costretti per terra da due pastori tedeschi nel salotto di un potente ingegnere loro creditore.
Il corvo commenta tutto il viaggio ma sa che le sue parole non sono ascoltate dall’incoscienza popolare soggiogata e omologata dal capitalismo- e dice "Sono passate di moda le ideologie, ed ecco qui uno che continua a parlare di non si sa cosa a degli uomini che vanno non si sa dove" – Ma lascia una speranza "Non pensi però, signor Totò, che io pianga sulla fine di quello in cui credo.
Sono convinto che qualcun altro verrà e prenderà la mia bandiera per portarla avanti. Io piango solamente su me stesso. È umano, no, in chi sente di non contare più..."
Assisteremo anche ai funerali di Togliatti accompagnati da una funerea versione di "fischia il vento" che sottolineano la profonda crisi.
Il film si conclude con il corvo fatto "allo spiedo" dai due viandanti affamati e stanchi di quegli sproloqui senza fine che non comprendono.
Ma lascia la speranza che il martirio non sia inutile e che qualcosa del corvo-marxista germogli dentro il popolo. La coscienza e salvaguardia della storia, il risveglio delle coscienze, e l’apertura alle ideologie.
Oggi la crisi dell’umanità non è superata. Il potere sempre più autodeterminato-autoritario, sempre meno rappresentativo del popolo istupidito e omologato, rende il capolavoro di Pasolini più che mai attuale.
Sebastiano Deligios