sabato 1 novembre 2008

IN SCENA LA FARSA VIOLENTA DELLO SQUADRISMO NEOFASCISTA!!!

Ciò che è accaduto giovedi scorso a Piazza Navona ha davvero dell’incredibile. Neofascisti del blocco studentesco hanno messo in atto una vera e propria azione squadrista nei confronti degli studenti inermi che sostavano di fronte al Senato per manifestare la loro ferma contrarietà all’approvazione del Decreto Gelmini.
Tutte le immagini dell’episodio hanno sottolineato come i caschi neri, armati di spranghe e mazze avvolte nelle bandiere tricolore, abbiano potuto agire sostanzialmente indisturbati sotto gli occhi e le braccia conserte delle forze dell’ordine, che si trovavano li teoricamente per permettere il pacifico svolgimento della manifestazione!





Altrettanto incredibili i flash riportati dall’ormai tristemente famoso articolo di Curzio Maltese, editorialista di Repubblica: -Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti! ". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri? ". "Sì, ma non subito ". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!”-. Battute molto chiare, che non lasciano dubbi sulla natura del profilo che gli agenti di pubblica sicurezza hanno deciso di tenere quella mattina in piazza. -Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce ".-

E’ assolutamente chiara la natura violenta e provocatoria con la quale i fascisti sono in piazza, eppure succedono accadimenti inspiegabili, se non in unica direzione: -È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale.- Come può un manipolo di energumeni in assetto da sommossa, spranghe alla mano, attraversare indisturbato il cordone della polizia senza essere respinto ne fermato? Come mai le forze dell’ordine hanno deciso di intervenire e di sedare la situazione solo nel momento in cui gli studenti inermi hanno legittimamente iniziato a difendersi?

Ci lascia perplessi e sbigottiti il Cossiga pensiero espresso pochi giorni fa secondo il quale - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì-.

Le parole di Cossiga risuonano come un macabro presagio se analizziamo con attenzione anche gli interessantissimi scatti tratti dal sito di Militant.

Immagini che ci lasciano sbigottiti, che rivelano senza alcun dubbio che ci sia qualcosa di molto più grande dietro l’aggressione di uno sparuto manipolo di teste rasate, che ci fanno comprendere quanto l’aggressione sia stata premeditata e costruita ad arte, con il fine di demonizzare il movimento studentesco, di intimorirlo, screditandolo poi agli occhi dell’opinione pubblica attraverso una massiccia campagna mediatica che mira a minimizzarlo ed imbarbarirlo.

Ribadiamo ancora una volta che è troppo importante e positiva la nuova energia che questo movimento è riuscito ad esprimere negli ultimi tempi. Attraverso un’analisi scrupolosa dei provvedimenti e della natura politica di classe che vi è dietro. La protesta, che ha ormai assunto caratteri generalizzati e di massa, si propone agli occhi del mondo come una ribellione complessiva e di sistema, fino a proporre attraverso le sue esperienze più avanzate un progetto politico alternativo e rivoluzionario rispetto alle tendenze espresse da questo Governo e dal blocco sociale che lo ha eletto e lo alimenta. E’ per questo che i tentativi di ridurre il movimento ad azione corporativa, capeggiata da fannulloni, per giunta violenti, non ci spaventa e di certo non preoccupa i milioni di studenti che sono scesi in piazza in questi giorni e che continueranno a farlo per esprimere il loro dissenso nei confronti di questo attacco indiscriminato al sistema della formazione pubblica, alla cultura, allo spirito critico individuale e collettivo ed in generale alla democrazia di questo paese.

ALTRE FOTO... (scattate prima dello scontro frontale quando i militanti di Blocco hanno pestato a sangue due compagni (uno era uno studente di 15 anni).




Stefano Perri, Coordinamento Nazionale FGCI




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