giovedì 6 novembre 2008

AN CONTRO GLI ZINGARI DI FERTILIA: AVVERTITELI CHE IL VENTENNIO E’ FINITO

E’ incredibile leggere le parole del circolo cittadino di AN riportate sulla stampa locale riguardo “gli zingari”, come vengono definiti nei comunicati. I finiani algheresi hanno evidentemente delle difficoltà ad accettare che in Italia, dal momento della creazione della Repubblica, la responsabilità penale è individuale. Qualcuno evidentemente doveva ancora aggiornarli su questo passo avanti rispetto al ventennio. Dunque “gli zingari” non sono un soggetto che compie reati. I reati li compiono le persone, con un nome e un cognome e un dovere rispetto alla legge. Forse questo è sfuggito al circolo di An, che riesce a fare anche un ambo di gaffe, quando si lascia andare all’epiteto doppiamente infelice di “delinquenti”.
Doppiamente infelice per due motivi: primo perché, per quanto i destrorsi se ne dolgano, le teorie lombrosiane sono state fortunatamente superate, e non esistono “delinquenti” e “non delinquenti”, e qualcuno dovrebbe informarli anche su questo, sul fatto che affibbiare una nomea di delinquente così sommariamente con nonchalance è una pratica simile ai tentativi, cari proprio al Lombroso, di stabilire la bontà o la malvagità delle persone in base ai tratti psicosomatici. Il reato, inoltre, è considerato un’azione puntuale, secondo le leggi in vigore si sconta la pena assegnata nei modi e tempi stabiliti. Ma scontata la pena, si è persone normali, come tutte le altre, con stessi doveri e diritti. Non si è “delinquenti”.
Tuttavia la parola delinquente è ancora più infelice perché rivolta genericamente e indistintamente a un gruppo di persone accomunate dal paese di provenienza: sono dunque delinquenti quelli che vivono nel campo rom di Fertilia? Appurato che “delinquente” è una parola pesante, soprattutto se rilasciata alla stampa e ancora di più se pronunciata da un partito politico, senza voler scendere nei dettagli, sarebbero fin troppo facile ricordare eventi storici in cui gli uomini hanno prodotto vere e proprie sciagure, proprio con la condanna di gruppi di persone accomunate da una stessa provenienza, una stessa lingua, o una stessa religione o tratti somatici.
Certo a nessuno piace essere derubato, ma, pur non volendo parlare di “razzismo”, a leggere l’intervento di AN sembra di sentire gli stessi discorsi che venivano fatti nei confronti dei sardi in toscana nel periodo dell’anonima.
È come se ognuno di noi ogni qual volta si dovesse spostare da casa, fosse ritenuto colpevole e delinquente a causa di reati commessi dai suoi conterranei. Sempre senza voler parlare di “razzismo”, ovviamente.

Fgci Alghero

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