sabato 29 novembre 2008
Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne
venerdì 28 novembre 2008
Assemblea permanente alla stazione di Sassari
COMUNICATO STAMPA
I lavoratori della "Geas", azienda che si è aggiudicata l'appalto per la manutenzione dei vagoni e delle officine Trenitalia di tutta la Sardegna, sono in assemblea permanente da 10 giorni per manifestare l'assoluta contrarietà ai 39 licenziamenti disposti dall'azienda a cui se ne aggiungeranno altri 10 nel prossimo anno.
La Geas nel 2006 ha vinto la gara d'appalto garantendo contratti a tempo indeterminato a 137 dipendenti. Oggi l'azienda dichiara di avere risorse economiche tali da garantire solo 70 posti di lavoro. La motivazione dei licenziamenti: la Geas denuncia Trenitalia che risulterebbe inadempiente per 800mila euro.
Trenitalia replica che i pagamenti previsti sono regolari (3milioni e 800mila euro).
Il Partito dei Comunisti Italiani e la Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani della federazione di Sassari solidarizzano con i lavoratori e accusano la Geas di usare i licenziamenti come arma di ricatto. Il PdCI e la Fgci denunciano, inoltre, l'utilizzo dello strumento degli appalti al massimo ribasso che non garantiscono il rispetto del lavoro e le retribuzioni dei lavoratori.
Partito dei Comunisti Italiani (PdCI)
Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani (Fgci)
- federazione di Sassari -
giovedì 27 novembre 2008
Assemblea permanente alla stazione di Sassari
La stazione ferroviaria di Sassari, come tutte le principali stazioni della Sardegna, è occupata da un’assembla permanente che andrà avanti ad oltranza.
A protestare sono i lavoratori addetti alla pulizie dei treni che chiedono il ritiro dei 39 licenziamenti indetti dalla GEAS - azienda che si è aggiudicata la gara d’appalto per la manutenzione dei vagoni e delle officine Trenitalia di tutta la Sardegna.
I 119 dipendenti della GEAS manifestano da oltre 5 mesi, con sit-in, sospensione dei lavori e assemblee, senza aver ricevuto il giusto ascolto e senza aver ottenuto nulla di concreto. Adesso i lavoratori minacciano il blocco totale delle ferrovie della Sardegna e si dichiarano in Assemblea permanente.
Nel 2006 la GEAS si aggiudicò l’appalto garantendo 137 unita lavorative assunte a tempo indeterminato per l’attività ferroviaria.
Appena vinto l’appalto l’azienda concordò con i lavoratori e i sindacati una riduzione del personale portando l’organico di lavoro da 137 unità a 119.
Circa 5 mesi fa la GEAS ha preparato 39 lettere di licenziamento, più altre 10 previste per una seconda fase, con la volontà di ridurre ulteriormente il personale che passerebbe da 119 a 70 dipendenti, (contro i 137 che garantiva nel 2006)
L’azienda giustifica i licenziamenti sostenendo che vi sarebbe una diminuzione quantitativa di lavoro e denuncia il mancato pagamento da parte di Trenitalia dell’importo pattuito nel capitolato d’appalto.
Tali motivazioni risulterebbero prive di fondamento, la stessa Trenitalia fa sapere che i pagamenti previsti sono regolari (3 milioni e 800 mila euro); inoltre il fermo di alcuni lavoratori in protesta ha causato immediatamente forti disagi, dimostrando come non regge la tesi dei dipendenti in esubero.
Pietro Rattu referente sindacale CGIL afferma che la GEAS in alternativa ai licenziamenti “offre un contratto di solidarietà di 30 ore settimanali con un deturpamento dello stipendio da un 21% fino a un 24% per ogni operaio”.
Risulta quindi evidente che l’azienda sta utilizzando i licenziamenti come un’arma contro i lavoratori per ottenere una riduzione dei salari e contratti più vantaggiosi alle proprie casse a scapito delle famiglie degli operai.
Sebastiano Deligios - Fgci Alghero
mercoledì 26 novembre 2008
La vignetta di Vukic
«Gramsci si convertì», ecco lo scoop su Radio Vaticana
i presunti scoop che vengono alla luce su di lui, solitamente relativi alla vita privata. L'ultimo, in ordine di tempo ma che in realtà era già uscito nel lontano 1977, è quello relativo ad una conversione alla fede di Gramsci in punto di morte quando, secondo il pro-penitenziere emerito della Santa Sede Luigi De Magistris autore della notizia, ricevette i sacramenti cristiani. Il monsignore ne è assolutamente convinto, avendo saputo della conversione da una suora che lavorava nella clinica Quisisana, dove il grande intellettuale comunista morì.
«Il mio conterraneo, Gramsci aveva nella sua stanza l'immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l'immagine di Gesù Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: "Perché non me l'avete portato?" Gli portarono allora l'immagine di Gesù Bambino e Gramsci la baciò». Queste le parole di De Magistris, niente più. Nessun documento, nessuna lettera indita a supportare una tesi in realtà già superata.
Infatti, come afferma Giuseppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci, «è la cognata Tatiana, che accudì Gramsci negli ultimi tempi, a raccontare di essere stata lei stessa a dover allontanare un sacerdote che voleva somministrare i sacramenti a Gramsci». E ancora, Gramsci chiese esplicitamente di essere cremato e nelle tante e dettagliate lettere (intime ed inedite di Tatiana alla famiglia) e documenti, anche della polizia fascista, sugli ultimi momenti di Gramsci non vi è nessun accenno alla conversione. Insomma non risulta, nessun riscontro ufficiale né ufficioso.
Solo, probabilmente, la volontà di appropriarsi di un “pensiero” con cui è difficile per alcuni fare i conti. Solo, probabilmente, la necessità di destrutturare la figura pubblica, attraverso presunte rivelazioni “pericolose” di quella privata di un grande uomo che, in quanto tale, nella sua vita “grande” e piccola “storia” si intrecciano in un rapporto sì dialettico ma che a volte rischia di renderlo meno umano. Gramsci è stato un acuto intellettuale, un fine politico, un instancabile educatore dell'altro, un comunista e citando sempre Vacca se si fosse convertito «ovviamente non sarebbe uno scandalo, né cambierebbe alcunché».
C. C.
Sardegna, Vacca: "Noi stiamo con Soru"
martedì 25 novembre 2008
lunedì 24 novembre 2008
In rete il dolore e la rabbia per la morte di Vito Scafidi
da SkyTG24
domenica 23 novembre 2008
Sassari: cronostoria del movimento studentesco
martedì 18 novembre 2008
lunedì 17 novembre 2008
domenica 16 novembre 2008
FILCAMS-CGIL - SCIOPERO NAZIONALE - ROMA 15-NOV-2008
FILCAMS-CGIL - SCIOPERO NAZIONALE - ROMA 15-NOV-2008 con intervento del segretario nazionale della Cgil Guglielmo Epifani.
Interviste a:
Stefano Simula (segr. gen Filcams-Cgil Sassari)
Giovanni Deiana (segr. gen. Filcams-Cgil Olbia)
Giorgio Cremasch...i (Fiom-Cgil)
riprese e montaggio di Marco Mura "FgciTvAlghero" http://www.fgcitvalghero.blogspot.com
sabato 15 novembre 2008
L’Università diventa Fondazione privata
Fgci Alghero
venerdì 14 novembre 2008
G8: tutti i capi della polizia assolti per le violenze alla Diaz
IL CANCRO DEGLI ATENEI: IL BARONATO.
Tra le mille notizie che rimbombano ogni giorno poche si concentrano sulle schifezze che si celano dietro i tagli pubblici sulle università e la ricerca italiana.
In Italia c’è un problema grave , quello del baronato. Per baronato si intende un sistema di potere gestito da alcuni docenti che in combutta con i poteri forti gestiscono le università italiane producendo sprechi e disagi agli studenti.
Pochi giorni fa è spuntata fuori una classifica interessante che indicava una lista di atenei italiani collocando quello di Sassari ai primi posti fra gli atenei italiani colpito da questa grave malattia, la malattia del baronato. I baroni di alcune università italiane sentono l’esigenza di difendersi e proteggere i loro privilegi, ed ecco che magicamente qualche giorno dopo questa indegna riforma della scuola spunta fuori l’ AQUIS.
L’ AQUIS è una associazione composta dai rettori di alcuni atenei italiani che hanno i bilanci apposto e che con l’approvazione della CONFINDUSTRIA hanno stabilito un piano per lanciare le proprie università verso l’estero con l’intento di primeggiare nel mercato internazionale. Dove sta il problema??
Il problema consiste nel fatto che in Italia c’è una legge che tende a tutelare le università ricche ossia quelle università che hanno i bilanci apposto e , questa legge, premia con ingenti somme di denaro tali facoltà. In Sardegna le università non vivono certo nell’oro, e per nostra sfortuna i rettori degli atenei sardi non sono nell’AQUIS e non possono godere degli stessi privilegi di altri atenei italiani. L’AQUIS si contrappone poi alla CRUI che è , invece , la conferenza dei rettori delle università italiane; la CRUI con la nascita della più simpatica AQUIS non godrà più della stessa autorevolezza di prima.
Per farla breve: il capitalismo italiano snobberà le facoltà povere a vantaggio di quelle che sono associate nell’AQUIS.
Arrivata poi la Gelmini tutto questo subisce un ulteriore involuzione. Essendoci dai prossimi anni un taglio deciso dei contributi economici destinati agli atenei italiani, le uniche facoltà degne di sopravvivere saranno quelle dove il baronato e la Confindustria primeggiano.
Noi studenti sardi possiamo sopportare questa ingiustizia? Noi studenti sardi possiamo permettere che le nostre università chiudano? Noi studenti sardi possiamo permettere che un domani ci siano nostri coetanei più fortunati che possono studiare e altri che invece dovranno rimanere a casa dopo il diploma perché sarebbe troppo costoso partire dalla nostra terra? L’opposizione e il futuro è solo nelle nostre mani.
Fgci Alghero
Tagli all'istruzione, «Ad Alghero si risponde con lo studio»
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giovedì 13 novembre 2008
Atenei in ginocchio
L’Italia attualmente investe, per le università, lo 0,9% del proprio PIL (prodotto interno lordo); in media i Paesi OCSE spendono l’ 1,5% (tra cui l’America che finanzia il 2,9% e il Canada 2,6%) L’Italia è davanti solo alla Slovacchia.
In un contesto mondiale in cui siamo agli ultimi posti per finanziamenti all’istruzione e alla ricerca invece che cercare di risalire tentiamo di posizionarci ultimi.
Infatti nella finanziaria 2009 si prevedono ingenti tagli ai fondi di finanziamento ordinario per le Università (FFO), alle spese per professori, ricercatori e personale non docente e per l'ordinaria manutenzione delle strutture universitarie e della ricerca scientifica.
”La Tabella C allegata al DDL finanziaria 2009 prevede per il triennio 2009-2011 un taglio del FFO di 731 milioni nel 2010 e di 863 milioni nel 2011”
I tagli più significativi sono previsti per il settore “Diritto allo Studio” suddiviso in tre campi:
Potenziamento attività sportive – Taglio del 23,5%
Borse di studio, buoni mensa, prestiti d’onore, contributi vari- Taglio di 74 milioni di euro
Edilizia universitaria e agevolazioni per studenti fuori sede - Taglio di 12 milioni di euro
Dal 2009 al 2012 verranno di fatto prosciugate le casse degli Atenei, verrà cosi compromesso il diritto allo studio, l’uguaglianza sociale, la mobilità sociale, la ricerca e il progresso.
In soccorso agli Atenei messi in ginocchio arriva l’art. 16 della legge n. 133/2008 dove gli viene data la possibilità di prendere soldi dalle aziende diventando fondazioni di diritto privato. Quindi le Università che non riusciranno a trovare uno “sponsor” chiuderanno (molto probabile nelle province povere) quelle che riusciranno a diventare fondazioni dovranno aumentare le tasse d’iscrizione (in media 10 volte più care), inoltre dovranno adeguarsi all’indirizzo di ricerca, insegnamento e assunzioni volute dall’azienda che li alimenta.
fgci alghero
"Manifestando Studiando" ad Alghero.
"Manifestando Studiando" ad Alghero.
Programma
Ore 8:40- 11:30
I ragazzi dell'istituto tecnico A.Roth
invitano a discutere dei problemi legati alla scuola
i genitori delle classi prime e seconde e i professori dell'istituto
e chiunque voglia partecipare al dibattito sul tema.
Interverrano:
Il prof.Giovanni Azzena docente di topografia antica della facoltà di Architettura
I rappresentanti degli studenti degli istituti superiori
Rappresentanti degli studenti universitari
Rappresentati del movimento di mobilitazione dei genitori.
Ore 12:00- 13:00
SIT IN SILENZIOSO "MANIFESTARE STUDIANDO"
I ragazzi svolgeranno le loro quotidiane attività di studio
negli spazi cittadini di Piazza Sulis, Piazza del Municipio,la Pietraia (presso lo skate park)
piazza Sventramento e lungo la passeggiata Busquet.
AIM (Architettura In Movimento) introduce:
presso la sede della facoltà di Architettura al porto, Asilo Sella
una serata a partire dalle
ore 16:30- 18:00
Laboratori creativi:
Laboratorio musicale
Laboratorio grafico
Laboratorio teatrale con la collaborazione della compagnia Analfabelfica.
Ore 18:30-20:00
Proiezione del film nell'aula magna dell'Asilo Sella
"Io speriamo che me la cavo"
Regia di Lia Wertmuller
A seguire contributi video.
Ore 20:00
DJ SET con i Bassconquerors
Installazioni di street art con perfomance di writers.
Stand di produzione grafica estemporanea.
sabato 8 novembre 2008
BERLUSCONI TI SEI SBAGLIATO! L'UNIVERSITA' NON E' UN SUPERMERCATO!
A Cosenza, a Reggio Calabria, a Messina, ed in tutta Italia, gli universitari hanno dimostrato che davvero la lotta è solo all'inizio. Anche in territori difficili, come quelli meridionali, dove le comunità sono afflitte dal bisogno ed uscire allo scoperto opponendosi a provvedimenti governativi può davvero diventare occasione di discriminazione politica o di esclusione sociale, il mondo dell'università riesce ad intelaiare la struttura della protesta attraverso uno stretto rapporto con i territori che vivono intorno agli atenei e con il mondo della scuola, partecipe anch'esso, in qualche caso egemone, del movimento studentesco.
Un partecipato sit-in a Reggio Calabria, organizzato dal collettivo interfacoltà UNIRC, uno splendido corteo per le vie cittadine a Cosenza, dove l'Università è già occupata da giorni, ed un altrettanto partecipato corteo studentesco a Messina, culminato con l'occupazione, pacifica ma convinta, del Rettorato.
La convergenza, nell'analisi del movimento, è indirizzata ovviamente verso il grande appuntamento nazionale del prossimo 14 novembre, un'ulteriore grande occasione per dimostrare, attraverso una protesta pacifica ma assolutamente determinata, quanto grande e diffusa sia l'opposizione sociale nel Paese ai provvedimenti che il governo, spavaldamente prima e più subdolamente adesso, sta mettendo in campo. D'altra parte la consapevolezza politica che la richiesta di un referndum abrogativo, pur necessaria, non è assolutamente sufficiente a rappresentare l'alternatività che questo movimento sta esprimendo. E' il disegno politico complessivo che il Governo propone a rappresentare un ostacolo all'espressione e all'emancipazione dei milioni e milioni di cittadini che in questi giorni sono scesi in piazza. Ed è dunque compito di tutto il movimento, indirizzare, in questa fase, le proprie energie verso un opposizione più politica e meno vertenziale verso il blocco sociale delle destre al Governo. La precarietà, la frantumazione del contratto nazionale di lavoro, il federalismo con la fine del principio costituzionale di solidarietà nazionale, i provvedimenti razzisti e xenofobi, le regole perverse del mercatismo e dell'imperialismo fondate sulla massimizzazione dello sfruttamento, sulla competizione sociale e sulla lotta tra poveri. E' tutto questo che non va, tutta l'impostazione ideologica che sta dietro alla controriforma dell'istruzione.
Gli studenti oggi sono forse consapevoli che la Ministra in realtà è solo un burattino patinato in mano ad un mostro molto più potente. I lunghi tentacoli del neoliberismo straccione, che vorrebbero distruggere oggi perfino ogni minimo barlume di coscienza collettiva ed annientare lo spirito critico di ogni giovane, sono stati svelati e messi in luce. La crisi economica, che forse da un lato ha determinato la necessità di un'accelerazione da parte di questo sistema nel reperire maggiori risorse economiche succhiando dallo stato sociale i fondi per coprire gli enormi buchi finanziari prodotti attraverso lo sfruttamento, ha risvegliato, forse ancora in parte, anche la coscienza collettiva delle comunità. Il re è nudo! Ed è oggi compito di ogni cittadino provare a spodestarlo! Compito degli studenti, e dei giovani in generale, è quello di riprendersi il futuro. Di poter ritornare a pensare a lungo e a medio termine, senza dover essere costretti ad abbassare la testa per arrivare a fine mese, ad avere la possibilità di non guardare al compagno di banco o al collega di corso come un soggetto in competizione ma come un possibile compagno di lotta!
E' questa la grande sfida che il 7 novembre ci lancia. Una sfida da raccogliere con l'impegno di chi non sarà mai un fannullone, per riportarlo in piazza tra sette giorni, il 14 novembre a Roma!
L'onda deve andare oltre, davvero oltre! Rompere gli argini dai quali si è generata e diventare Rivoluzione!
Stefano Perri, Coordinamento Nazionale FGCI
Berlusconi non si scusa, lo fanno gli italiani
Obama abbronzato, Berlusconi litiga con un reporter Usa
Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Barack Obama, "è bello, giovane e abbronzato", sono state al centro di un vivace botta e risposta tra il premier italiano e un reporter americano. Nel corso della conferenza stampa del vertice Ue, un giornalista dell'agenzia di stampa americana Bloomberg ha domandato al capo del governo italiano perché non chiedesse scusa al presidente eletto, Barack Obama per le dichiarazioni fatte da Mosca. "Anche tu, ha risposto il premier, vedo che ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri". Berlusconi aveva chiamato "imbecilli" i fautori della polemica.
venerdì 7 novembre 2008
giovedì 6 novembre 2008
Lapide in memoria dei repubblichini: il silenzio del sindaco disonora la costituzione
Anche il centrodestra Algherese sembra non voler venire meno a questa ondata revisionista, tanto da rendere necessaria una richiesta di presa di posizione da parte delle istituzioni. In seguito alle passate dichiarazioni dei consiglieri comunali di centrodestra - contornate da pesanti offese e vergognosi slogan fascisti - in difesa della lapide in memoria dei repubblichini, il Sindaco di Alghero ha scelto tacere, provocando la stesura di una lettera aperta da parte di studenti professori e ricercatori della facoltà di Architettura.
In tutto questo riteniamo non tanto e soltanto “legittimo” pretendere una presa di posizione del sindaco, quanto estremamente urgente e necessario che il rappresentante delle istituzioni in città faccia fede alla nostra Costituzione, che era e continua ad essere fondata sui valori dell’antifascismo.
Nei piccoli come nei grandi episodi le scelte determinano la grande Storia come la piccola storia:
la Repubblica Italiana è figlia della scelta dei partigiani di opporsi ai repubblichini che, schierati a favore della repubblica di Salò, combattevano contro la creazione della Repubblica Italiana.
La stessa Repubblica che il sindaco, a volte più a volte meno, rappresenta – in questo caso, con il suo silenzio, sicuramente meno.
Roberto Iannaccone
Segretario del Partito dei Comunisti Italiani – sezione di Alghero
Incidente tra la Facoltà e il Sindaco
ALGHERO – Incidente diplomatico tra la Facoltà di Architettura e il Sindaco di Alghero. In cinquanta tra docenti, ricercatori e studenti scrivono a Marco Tedde, reo, secondo loro, di non aver chiarito la sua posizione in merito alle dichiarazioni, definite gravi ed offensive, nei confronti del professor Bibo Cecchini, accusato tempo fa da un esponente della maggioranza cittadina.
La questione risale alla vicenda della lapide sul monumento ai caduti della Seconda Guerra Mondiale sollevata dal professore con una lettera aperta e al dibattito pubblico che ne scaturì. Lettera e dibattito ai quali il Sindaco non diede una risposta, né intervenne pubblicamente.
«Se si trattasse di una questione storica minore probabilmente non le avremmo scritto –scrivono al sindaco gli universitari- ma poiché crediamo invece che essa riguardi fatti storici alla base della nostra Costituzione repubblicana, ci permettiamo di mettere in rilievo come il silenzio possa costituire un atto ed un fatto politico altrettanto rilevante, effettivo e dirimente come può costituirlo una risposta».
Risposta in seguito mancata anche al preside della Facoltà, che scrisse al sindaco chiedendogli di “intervenire apertamente su questa vicenda per ristabilire una necessaria distanza tra le opinioni politico-culturali, che ovviamente possono essere del tutto divergenti, e altri atteggiamenti”.
«Desideriamo esprimerle il nostro rammarico ma anche lo stupore, per questo mancato riscontro sul piano istituzionale», concludono gli universitari nella lettera inviata a Marco Tedde al quale chiedono cortesemente di voler rispondere.
da Alguer.it
AN CONTRO GLI ZINGARI DI FERTILIA: AVVERTITELI CHE IL VENTENNIO E’ FINITO
Doppiamente infelice per due motivi: primo perché, per quanto i destrorsi se ne dolgano, le teorie lombrosiane sono state fortunatamente superate, e non esistono “delinquenti” e “non delinquenti”, e qualcuno dovrebbe informarli anche su questo, sul fatto che affibbiare una nomea di delinquente così sommariamente con nonchalance è una pratica simile ai tentativi, cari proprio al Lombroso, di stabilire la bontà o la malvagità delle persone in base ai tratti psicosomatici. Il reato, inoltre, è considerato un’azione puntuale, secondo le leggi in vigore si sconta la pena assegnata nei modi e tempi stabiliti. Ma scontata la pena, si è persone normali, come tutte le altre, con stessi doveri e diritti. Non si è “delinquenti”.
Tuttavia la parola delinquente è ancora più infelice perché rivolta genericamente e indistintamente a un gruppo di persone accomunate dal paese di provenienza: sono dunque delinquenti quelli che vivono nel campo rom di Fertilia? Appurato che “delinquente” è una parola pesante, soprattutto se rilasciata alla stampa e ancora di più se pronunciata da un partito politico, senza voler scendere nei dettagli, sarebbero fin troppo facile ricordare eventi storici in cui gli uomini hanno prodotto vere e proprie sciagure, proprio con la condanna di gruppi di persone accomunate da una stessa provenienza, una stessa lingua, o una stessa religione o tratti somatici.
Certo a nessuno piace essere derubato, ma, pur non volendo parlare di “razzismo”, a leggere l’intervento di AN sembra di sentire gli stessi discorsi che venivano fatti nei confronti dei sardi in toscana nel periodo dell’anonima.
È come se ognuno di noi ogni qual volta si dovesse spostare da casa, fosse ritenuto colpevole e delinquente a causa di reati commessi dai suoi conterranei. Sempre senza voler parlare di “razzismo”, ovviamente.
Fgci Alghero
mercoledì 5 novembre 2008
Nomadi, Alghero: Pugno duro di AN
ALGHERO - Continuano i furti ad opera della Comunità Rom algherese in attività commerciali cittadine e dal Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale arriva un "Basta senza se e senza ma". «È ora di mettere fine alla serie di furti messi a segno da questa comunità che, evidentemente, non ha alcuna voglia di integrarsi», precisano.
«La lista delle malefatte degli zingari sta diventando troppo lunga - precisano da Alleanza Nazionale - si passa dai furti di materiali dai cantieri ai furti di biciclette, dagli scippi ai furti negli appartamenti, fino a quelli con destrezza, come l’ultimo ai danni di un onesto lavoratore che, come faceva spesso, gli stava dando della pasta e che ha avuto la “colpa” di fidarsi di persone che molte altre volte erano entrate nel suo negozio, ricevendo sempre qualcosa, evidentemente con la sola intenzione di studiare i movimenti del negoziante per poi mettere in atto il proprio piano».
I militanti An passano poi al «degrado nel quale, per colpa di questa comunità, è caduta la pineta dell’arenosu per la quale l’amministrazione dovrà spendere migliaia di euro come già ne spende per pagare le varie bollette del campo nomadi». Abbiamo il dovere di intervenire con la massima fermezza e decisione, precisano. «Non possiamo e non dobbiamo accettare che degli ospiti possano fare tutto ciò che vogliono rimanendo impuniti. Dobbiamo difendere gli onesti cittadini. Smettiamo di essere politicamente corretti e agiamo con la massima durezza contro questi delinquenti».
Troppe volte sono stati chiusi gli occhi facendo finta di non vedere i problemi che gli zingari hanno portato alla nostra città, attaccano ancora da Alleanza Nazionale. «Basta fare finta di non sapere che i campi nomadi sono zone dove non vige alcuna legge, o perlomeno non vige alcuna legge italiana ma solo le regole che gli zingari hanno deciso che gli fanno comodo. È ora di far valere le leggi e le regole di convivenza anche per chi non ha mai avuto il dovere di rispettarle».
La nota del circolo algherese di Alleanza Nazionale chiude con la precisa richiesta alle forze dell’ordine e all'amministrazione che i controlli al campo nomadi e ai nomadi diventino più serrati e che vengano severamente puniti i responsabili dei comportamenti che mettono a rischio la sicurezza della nostra città e dei cittadini algheresi.
da Alguer.it
martedì 4 novembre 2008
Assemblea Generale: CAMBIO DI SEDE
l'assemblea di discussione generale verrà spostata
presso la sede dello scientifico di Alghero,
alla fine di via XX settembre.
Ci scusiamo per il disagio,
esclusivamente legato alle vicende metereologiche.
Grazie mille
Gli studenti di Architettura
lunedì 3 novembre 2008
Mercoledì Sciopero degli studenti medi di Alghero
Resistenza Studentesca - Comitato "Taglia la Gelmini"
Assemblea Generale di discussione alla Facoltà di Architettura di Alghero
"La facoltà di Architettura di Alghero promuove una giornata
d'incontro, di informazione e di confronto sulla grave situazione
nella quale non da oggi, ma oggi in modo particolarmente grave,
si trova l'università italiana, insieme all'intero comparto della formazione
e della ricerca pubbliche".
Gli studenti della facoltà di Architettura
invitano a partecipare attivamente alla discussione.
Gli studenti della facoltà di Architettura.
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domenica 2 novembre 2008
sabato 1 novembre 2008
IN SCENA LA FARSA VIOLENTA DELLO SQUADRISMO NEOFASCISTA!!!
Tutte le immagini dell’episodio hanno sottolineato come i caschi neri, armati di spranghe e mazze avvolte nelle bandiere tricolore, abbiano potuto agire sostanzialmente indisturbati sotto gli occhi e le braccia conserte delle forze dell’ordine, che si trovavano li teoricamente per permettere il pacifico svolgimento della manifestazione!
E’ assolutamente chiara la natura violenta e provocatoria con la quale i fascisti sono in piazza, eppure succedono accadimenti inspiegabili, se non in unica direzione: -È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale.- Come può un manipolo di energumeni in assetto da sommossa, spranghe alla mano, attraversare indisturbato il cordone della polizia senza essere respinto ne fermato? Come mai le forze dell’ordine hanno deciso di intervenire e di sedare la situazione solo nel momento in cui gli studenti inermi hanno legittimamente iniziato a difendersi?
Ci lascia perplessi e sbigottiti il Cossiga pensiero espresso pochi giorni fa secondo il quale - Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì-.
Le parole di Cossiga risuonano come un macabro presagio se analizziamo con attenzione anche gli interessantissimi scatti tratti dal sito di Militant.
Immagini che ci lasciano sbigottiti, che rivelano senza alcun dubbio che ci sia qualcosa di molto più grande dietro l’aggressione di uno sparuto manipolo di teste rasate, che ci fanno comprendere quanto l’aggressione sia stata premeditata e costruita ad arte, con il fine di demonizzare il movimento studentesco, di intimorirlo, screditandolo poi agli occhi dell’opinione pubblica attraverso una massiccia campagna mediatica che mira a minimizzarlo ed imbarbarirlo.
Ribadiamo ancora una volta che è troppo importante e positiva la nuova energia che questo movimento è riuscito ad esprimere negli ultimi tempi. Attraverso un’analisi scrupolosa dei provvedimenti e della natura politica di classe che vi è dietro. La protesta, che ha ormai assunto caratteri generalizzati e di massa, si propone agli occhi del mondo come una ribellione complessiva e di sistema, fino a proporre attraverso le sue esperienze più avanzate un progetto politico alternativo e rivoluzionario rispetto alle tendenze espresse da questo Governo e dal blocco sociale che lo ha eletto e lo alimenta. E’ per questo che i tentativi di ridurre il movimento ad azione corporativa, capeggiata da fannulloni, per giunta violenti, non ci spaventa e di certo non preoccupa i milioni di studenti che sono scesi in piazza in questi giorni e che continueranno a farlo per esprimere il loro dissenso nei confronti di questo attacco indiscriminato al sistema della formazione pubblica, alla cultura, allo spirito critico individuale e collettivo ed in generale alla democrazia di questo paese.
ALTRE FOTO... (scattate prima dello scontro frontale quando i militanti di Blocco hanno pestato a sangue due compagni (uno era uno studente di 15 anni).Stefano Perri, Coordinamento Nazionale FGCI
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