domenica 24 febbraio 2008

ED ORA (forse) IL PUC



Dopo molte promesse sembra finalmente possibile l'approvazione del PUC (Piano Urbanistico Comunale), a quanto sostiene l'assessore comunale all'urbanistica Maurizio Pirisi, che si rivela ottimista per quanto riguarda gli effetti che questo documento avrà per l'economia e la cittadinanza algherese.
Peccato che il piano sarebbe dovuto essere approvato dieci anni fa, per evitare magari, le concessioni edilizie che approvano la costruzione di palazzi con volumetrie eccessive che ridimensionano impropriamente la morfologia della strada e la fruibilità dei servizi; tali fatti hanno rivelato ancora una volta il connubio tra potere politico e privato, alla base del sistema di clientelismi che, nella nostra città come in una parte consistente del meridione, frena la mobilità sociale e incatena i cittadini più sfavoriti (coloro che non possono o non vogliono vivere in un contesto dove le conoscenze politiche determinano il successo individuale) a condizioni di lavoro e di vita precarie o comunque insoddisfacenti.
Se ci fosse una am-ministrazione comunale saggia, si interesserebbe della condizione dei lavoratori stagionali e in nero, coloro che sono i più indifesi e che versano in condizioni di disagio; dovrebbe fornirgli la possibilità di costruirsi una vita nella città dove sono nati. In tal senso la previsione di edificazione di unità abitative nelle zone di Sa Segada e Guardia Grande risulta inadeguata; questa risolverebbe solo il problema della restituzione del territorio all'originaria funzione d'uso agricolo e limitare la frammentazione dei terreni nelle zone attigue alle borgate, ma non risolve il problema dell'emigrazione di giovani algheresi.
L'amministrazione dovrebbe attuare piani di edilizia popolare all'interno del circuito cittadino nelle aree più favorevoli a questo tipo di intervento; questo avrebbe un duplice vantaggio: il primo riguarda l'emergenza abitativa, dando la possibilità a giovani coppie di continuare a vivere ad Alghero ottenendo una casa popolare; il secondo riguarda la speranza di ordine economico, secondo cui l'aumento di offerta di case porterebbe a una diminuzione di domanda al privato, e quindi una relativa diminuzione di prezzo.
Alghero si svuota e se non cambiano le cose, dobbiamo rassegnarci al più probabile scenario futuro: una città morta di inverno e fiorente d'estate, ma privata del patrimonio più grande: le giovani menti costrette a lasciare la propria casa alla ricerca di condizioni economiche migliori. Se non arrestiamo il fenomeno subito, sarà impossibile nel futuro controllarlo, e a quel punto chi ne porta la responsabilità sarà indifferente.



Andrea Martucci

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