La crisi economica che stiamo attraversando sta dissanguando lavoratori e famiglie, nel disinteresse più totale del governo, che invece di mettere in atto misure anti-crisi serie e determinate, pensa a difendere il premier.
Il Paese è al palo, i giovani non hanno futuro, la disoccupazione galoppa e quella giovanile arriva al 29%, il dato più alto dal 2004. Quando i giovani stanno peggio dei loro padri significa che la misura è oramai colma. Questi dati Istat in qualunque paese serio imporrebbero uno stop al governo. L'agonia politica del presidente del Consiglio, e del suo governo, non possono continuare a pagarla i cittadini. Siamo sull'orlo del collasso economico e sociale.
E proprio ieri (martedì, 1 febbraio 2011) il governo ha compiuto un altro atto grave e inqualificabile che caratterizza la sua vocazione anti-unitaria e scissionista nei confronti dei sindacati. Sul decreto “mille proroghe” l'esecutivo ha convocato Cisl e Uil emarginando ancora una volta la Cgil.
Qualcuno dovrebbe informarlo che la Cgil è il più grande sindacato italiano, quello che organizza il maggior numero di lavoratori, ed emarginarla è un insulto volgare a milioni di lavoratori oltre che un vero e proprio abuso antidemocratico. Non ci sfugge – non sfugge a nessuno – che la compiacenza di Cisl e Uil rende al governo la vita più facile. Come non ci sfugge che la democrazia è una cosa seria, spesso anche faticosa, ma evidentemente estranea al governo Berlusconi.
In Sardegna la situazione certamente non è migliore rispetto al resto del Paese. E il ministro Sacconi si augura che il modello ricattatorio, oltre che di abolizione di importanti diritti dei lavoratori, operato da Marchionne a Mirafiori e a Pomigliano, possa essere esteso anche all'industria sarda.
L'assenza di un governo regionale capace di incidere e l'inadeguatezza dell'esecutivo nazionale, concentrato per di più su come salvare il premier dalle ultime accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, sta peggiorando le cose.
Pur di sfuggire ai giudici stanno facendo carte false. La maggioranza di governo, sempre più nervosa e in preda al delirio di onnipotenza, torna alla carica con il processo breve. E' la solita logica. Siamo ai colpi di coda finali di un regime che prova a inventarle tutte pur di salvarsi. Per il bene di tutti è ora che se ne vada a casa.
Federazione della Sinistra - PdCI
Il Paese è al palo, i giovani non hanno futuro, la disoccupazione galoppa e quella giovanile arriva al 29%, il dato più alto dal 2004. Quando i giovani stanno peggio dei loro padri significa che la misura è oramai colma. Questi dati Istat in qualunque paese serio imporrebbero uno stop al governo. L'agonia politica del presidente del Consiglio, e del suo governo, non possono continuare a pagarla i cittadini. Siamo sull'orlo del collasso economico e sociale.
E proprio ieri (martedì, 1 febbraio 2011) il governo ha compiuto un altro atto grave e inqualificabile che caratterizza la sua vocazione anti-unitaria e scissionista nei confronti dei sindacati. Sul decreto “mille proroghe” l'esecutivo ha convocato Cisl e Uil emarginando ancora una volta la Cgil.
Qualcuno dovrebbe informarlo che la Cgil è il più grande sindacato italiano, quello che organizza il maggior numero di lavoratori, ed emarginarla è un insulto volgare a milioni di lavoratori oltre che un vero e proprio abuso antidemocratico. Non ci sfugge – non sfugge a nessuno – che la compiacenza di Cisl e Uil rende al governo la vita più facile. Come non ci sfugge che la democrazia è una cosa seria, spesso anche faticosa, ma evidentemente estranea al governo Berlusconi.
In Sardegna la situazione certamente non è migliore rispetto al resto del Paese. E il ministro Sacconi si augura che il modello ricattatorio, oltre che di abolizione di importanti diritti dei lavoratori, operato da Marchionne a Mirafiori e a Pomigliano, possa essere esteso anche all'industria sarda.
L'assenza di un governo regionale capace di incidere e l'inadeguatezza dell'esecutivo nazionale, concentrato per di più su come salvare il premier dalle ultime accuse di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile, sta peggiorando le cose.
Pur di sfuggire ai giudici stanno facendo carte false. La maggioranza di governo, sempre più nervosa e in preda al delirio di onnipotenza, torna alla carica con il processo breve. E' la solita logica. Siamo ai colpi di coda finali di un regime che prova a inventarle tutte pur di salvarsi. Per il bene di tutti è ora che se ne vada a casa.
Federazione della Sinistra - PdCI
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[comunicato inviato alla stampa locale]
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