Come Salomè per danzare al cospetto di Erode pretese ed ottenne la testa del Battista, così la danza veltrusconiana della legislatura "costituente" ha come pegno la testa di Travaglio. Mai mi sarei aspettato un così solerte soccorso all'attuale Presidente del Senato da parte di moltissimi tra coloro che fino all'altro ieri non disdegnavano, in nome della contrapposizione a Berlusconi e alla sua corte, la frequentazione delle pagine di Gomez e Travaglio. Evidentemente chiunque oggi si frapponga tra i due Grandi Dialoganti rischia grosso. Del resto le prove generali di reciproca legittimazione erano già state fatte con un indulto votato da entrambi, col freno bipartisan alla legge sul conflitto di interessi ed a quella sul riassetto del sistema radio-televisivo e perfino sulla imbarazzante vicenda delle scalate bancarie. Non sempre mi sono trovato in completo accordo con Marco Travaglio sulle varie vicende della decorsa breve legislatura e molto probabilmente non mi ci troverò talvolta d'accordo in futuro. Travaglio è però ai miei occhi uno dei migliori giornalisti in attività nonchè una persona con la schiena dritta. Pertanto, preso atto della scarsa consistenza numerica del club "difensori di Marco Travaglio" almeno tra le personalità più visibili (Dario Fo, Grillo, Di Pietro, Giulietti), a questo club, per il poco che valgo, intendo iscrivermi anch'io. Stiano pur sicuri i Grandi Dialoganti e i loro cani da guardia che tra le persone comuni, quale io sono, gli estimatori di Travaglio, e più ancora di chi in genere ha il coraggio di raccontare la verità, sono assai più numerosi. Vista l'aria che tira credo di poter dire che se fossi stato ancora nel Palazzo avrei fatto parte di una esigua minoranza, giacchè ne sono fuori, per le ben note vicende elettorali, credo di ritrovarmi, fuori del Palazzo, in maggioranza e in buona compagnia.
Elias Vacca
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