domenica 4 maggio 2008

Ai regimi si resiste

“Alta sui naufragi dai belvedere delle torri, china e distante sugli elementi del disastro, dalle cose che accadono al di sopra delle parole celebrative del nulla, lungo un facile vento, di sazietà, di impunità”.

Ora che il nostro peggiore incubo è diventato realtà non abbiamo neppure il tempo di leccarci le ferite. C’è qualcosa di peggio che essere ridotti ad extraparlamentari? Sì. C’è anche la possibilità che si determinino condizioni tali da rendere impossibile la prospettiva di un reingresso in Parlamento, quando, il più presto possibile, fossimo chiamati a riprovarci. Come? Per esempio con una nuova legge elettorale che di fatto elevi all’8 o al 10% la soglia di sbarramento; con una riforma costituzionale che riduca drasticamente il numero dei parlamentari; con l’affermarsi nel senso comune del bi-partitismo (sarebbe meglio dire bi-leaderismo) privo di connotazione ideale ed impegnato a redigere l’agenda della politica a colpi di sondaggi, di emergenze, di campagne di stampa.

Con l’obnubilamento mediatico imperante la “maggioranza” avrebbe gioco facile, e la “maggioranza” non è solo quella che ha vinto le ultime elezioni. E’ anche quella che oramai si riduce a votare chi ha impedito la commissione d’inchiesta sulle torture e la sospensione della democrazia a Genova, durante il G8; è quella che resta indifferente alla diserzione in massa del 25 aprile da parte della nuova destra di governo; è quella che coltiva l’ossessione della sicurezza nel senso dell’incolumità personale...ma anche della “robba”. Questa “maggioranza” ci sta stritolando a colpi di voto utile, di ironia sui “partiti nanetti”e sulla lotta di classe, di oscuramento mediatico sistematico, di buon senso e di capovolgimento della realtà.

“Recitando un rosario di ambizioni meschine, di millenarie paure, di inesauribili astuzie. Coltivando tranquilla l’orribile varietà delle proprie superbie la maggioranza sta come una malattia, come una sfortuna, come un’anestesia, come un’abitudine”.

E così la prossima legislatura, pronosticata lunga e... costituente rischia di regalarci oltre ad una legge elettorale che santifichi il “voto utile”anche la riforma della seconda parte della Costituzione, in attesa di produrre l’assalto finale alla prima parte, la Repubblica Federale tanto cara alla Lega... ma anche al Pd, che ci ha messo del suo con lo sciagurato progetto approdato all’aula nella ultima breve legislatura. Non dubito che il progressivo rafforzamento dell’esecutivo e del suo incostituzionale abuso della funzione legislativa proseguirà, in attesa di essere anch’esso costituzionalizzato, che verranno varate norme di carattere eccezionale in materia di ordine pubblico, che si tornerà alla carica con leggi repressive e che nessuna norme sul riassetto del sistema radiotelevisivo verrà varata. Se non è un regime quello in arrivo, cosa è un regime?

“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria, col suo marchio speciale di speciale disperazione, chi tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi, per consegnare alla morte una goccia di splendore, di umanità, di verità”.

E poiché di regime si tratterà, con i regimi non si può dialogare, non si possono aprire canali di comunicazione o auspicare “convergenze” sui grandi temi di interesse collettivo. A quelli ci penserà bene Veltroni con i suoi, pacatamente impegnati a srotolare la guida che porterà il più improbabile capo di stato della storia d’Italia ad una candidatura al Quirinale al termine della legislatura. Ai regimi si resiste. Come? Ricominciando da quella che credevamo fosse la nostra base sociale, che non c’è più. Dai più giovani che fortunatamente sono più sensibili ai temi che lorsignori aggrediranno. Dalle donne che saranno colpite sulla 194 e ricondotte pazientemente, con parole opere ed omissioni, alla loro catena che si chiama cura familiare e sottomissione sessuale.

Ricorda Signore questi servi disobbedienti alle leggi del branco. Non dimenticare il loro volto, che dopo tanto sbandare è appena giusto che la fortuna li aiuti, come una svista, come una distrazione, come un dovere”.

Le frasi in grassetto sono di Fabrizio de Andrè (Smisurata preghiera, da Anime Salve, 1996)

Elias Vacca

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