venerdì 9 gennaio 2009

Social Card: una burla tricolore

Sono diversi i cittadini che vanno alle poste per ritirare i soldi della Social Card inventata dal Premier Berlusconi ma non trovano un euro. Polemiche e lamentele


ALGHERO - «La Social card inventata da Berlusconi è una bufala». E’ questa l’opinione di alcuni pensionati che vanno a ritirare al cash dispenser delle Poste e non trovano i soldi promessi dal Premier. La manovra in ambito sociale destinata ad aiutare 1 milione e 200 mila pensionati con reddito insufficiente, non soddisfa tanti cittadini che aspettano speranzosi l’accredito nella carta prepagata regalata per natale dal Ministero del Tesoro.

La carta prepagata dovrebbe essere attiva dal 1° gennaio 2009, una volta fatta richiesta agli organi competenti, con un acconto di tre mensilità (Ottobre, Novembre, Dicembre 2008) per un valore annuale di 480 euro da poter utilizzare per cibo e utenze. Ma a quanto riferiscono alcuni anziani, nella loro carta sociale che hanno chiesto per tempo negli uffici postali della città, non c’è una lira, anzi, un euro. Questa sorpresa, che ha scaricato l’entusiasmo dei poveri pensionati che devono gestirsi una sussistenza mensile con meno di 400 euro, non gioverà sicuramente alla stabilizzazione delle categorie a rischio.

Gli opinionisti più accaniti l’hanno definita “Elemosina fiscale”, ma la realtà italiana, che spesso non viene rivelata, vede la soglia di povertà per una famiglia di quattro persone intorno ai 1500 euro mensili, (meno di 20.000 euro all’anno). Inoltre 8 milioni di pensionati non arrivano a 750 euro al mese, l'80% dei quali non raggiunge neppure i 500 euro (dati istat) «Ora, in questo contesto un provvedimento come quello della “social card”, commentano gli anziani, serve realmente a sistemare le cose».

«Cari Berlusconi, Tremonti e Sacconi - ci confidano ancora i pensionati - pensate di aver risolto i problemi della terza età? E il diritto allo stato sociale che fine ha fatto». Sembra infatti, e questo è il parere degli sfortunati che pensavano di festeggiare il Capodanno con “champagne e cappone” che certa destra non abbia rinunciato allo smantellamento dello Stato Sociale. Un’istituzione fondata non sulla carità, "una tantum", ma sui diritti sociali "una semper".
A. M. (Alguer.it)

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