Nell'esprimere la mia piena a totale vicinanza e solidarietà a M.P. e a sua madre, ritengo necessario che venga affrontata e risolta la gravissima violazione costituzionale che si è verificata a Catania.
Che, nella loro relazione, i servizi sociali del comune di Catania trattino la militanza in Rifondazione Comunista come un fatto sostanzialmente illecito e negativo per un ragazzo è gravissimo e testimonia di pregiudizi incompatibili con l'espletamento di un pubblico servizio.
Che la Prima Sezione Civile del Tribunale di Catania motivi una sentenza con le stesse argomentazioni non è solo gravissimo ma inaccettabile in uno stato di diritto.
Ho quindi scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché nella sua veste di garante della Costituzione e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura intervenga per porre rimedio a questa situazione inaccettabile.
Mi aspetto anche che il sindaco di Catania e il presidente del Consiglio dei Ministri intervengano sollecitamente ai loro rispettivi livelli per garantire che i servizi sociali di questo paese operino all'interno dei diritti e dello spirito della Costituzione.
L'attività degli organi statali al di fuori del quadro costituzionale è infatti a tutti gli effetti eversiva e l'assenza di un sollecito intervento per ripristinare una situazione di legalità costituzionale non potrebbeessere lasciata passare senza conseguenze.
Paolo Ferrero
Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista
____21-08-2008 DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELLA FEDERAZIONE PRC, DEI GC E DEL CIRCOLO TIEN A...
21-08-2008 DICHIARAZIONE DI GIOVANNI RUSSO SPENA
21-08-2008 DICHIARAZIONE DI CLAUDIO GRASSI, COORDINATORE NAZ. ESSERE COMUNISTI
21-08-2008 DICHIARAZIONE DI ELISABETTA PICCOLOTTI, PORTAVOCE NAZ GC
4 commenti:
naturalmente non era vero ma fà niente.
non vale la pena rettificare.
menzogna = arma dei comunisti.
Caro Anonimo,
inviaci il link , un articolo da un quotidiano, o qualsiasi cosa rettifichi la notizia da noi riportata e la pubblicheremo immediatamente.
Comunque precisiamo che abbiamo riportato la notizia dal quotidiano "la Repubblica" e le dichiarazioni di Paolo Ferrero.
Il nostro indirizzo e-mail è comunisti.alghero@alice.it
Aspettiamo una tua e-mail.
Saluti,
Marco Mura
Fgci Alghero
Da siciliainformazioni:
Ragazzo affidato al padre, il giudice smonta il caso: "Che c'entra il comunismo? Mai fatto alcun riferimento"
20 agosto 2008
"Nel mio provvedimento non esistono riferimenti diretti o indiretti all'appartenenza del ragazzo ad alcun partito o circolo. Non ho mai citato il Prc, né parlato di una sua militanza comunista. Non capisco come si possa montare una cosa simile". Il presidente della prima sezione civile del Tribunale di Catania Massimo Escher, che ha affidato al padre un ragazzino di 16 anni e il fratello di 11, nega che alla basa della decisione ci sia l'appartenenza dell'adolescente a Rifondazione Comunista. Nell'ordinanza di due pagine il magistrato fa cenno alla relazione redatta dall'Unità Operativa di Neuropsichiatria della Usl3 di Tremestieri Etneo "laddove - scrive - si segnalano le carenze genitoriali della madre dei due minorenni e la vita 'sregolata' del 16enne".
Nel provvedimento il giudice esemplifica citando: "l'irregolare frequenza scolastica, i mancati rientri a casa, seppure con il beneplacito materno e la frequentazione di luoghi giovanili ove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope". "Dove è il cenno a Rifondazione? - si chiede il magistrato - i luoghi a cui si fa riferimento potrebbero essere bar, discoteche". "L'affido condiviso del ragazzo in questo caso - ha concluso - è stato escluso perché la madre aveva difficoltà a gestire il figlio". Nel provvedimento si stabilisce che la madre dei ragazzi, che vive con una terza figlia maggiorenne, debba concorrere al mantenimento dei due minorenni e si assegna la casa della donna all'ex marito.
Fonte: ansa
E la stampa rilancia la bufala del comunista perseguitato
Basta leggere il titolo per riconoscere lo scoop da prima pagina: «Sedicenne tolto alla madre / perché milita in Rifondazione». E infatti è proprio in prima pagina, sulla Repubblica di mercoledì. Come ogni scoop che si rispetti, in poche ore lo «riprendono» tutti: agenzie di stampa, siti internet e tg. Di seguito la sintesi della vicenda (per i pochi che non l’hanno già sentita): il tribunale di Catania avrebbe tolto l’affidamento alla madre di un ragazzo di 16 anni «che somiglia a Scamarcio, l’attore», scrivendo nella sentenza «tra le motivazioni anche quelle politiche». Proprio così: «Non è l’unica ragione, ovvio, per far pendere la bilancia della contesa sull’affido dalla parte paterna – scrive la Repubblica –, ma la militanza comunista è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Difficile trovare le parole giuste per raccontare un episodio così grave. Ma per fortuna non ce n’è bisogno, perché le cose non sono andate così. Il giorno successivo, cioè mercoledì – mentre l’ex presidente della Camera Bertinotti scrive un telegramma di solidarietà alla madre e il segretario del Prc Paolo Ferrero chiede l’intervento del Quirinale – il giudice autore la sentenza dichiara all’Ansa: «Nel mio provvedimento non esistono riferimenti diretti o indiretti all’appartenenza del ragazzo ad alcun partito o circolo. Non ho mai citato il Prc, né parlato di una sua militanza comunista. Non capisco come si possa montare una cosa simile».
Fine della storia. «Qua parlano le carte», direbbe Marco Travaglio. E poi si sa, certa stampa rispetta sempre le sentenze, i giudici non vanno messi in discussione. E invece questa volta no. La storia del giovane-comunista-siculo-perseguitato è talmente bella che bisogna cavalcarla, anche se è semplicemente falsa. In fondo è semplice: basta far finta che il magistrato non abbia parlato. Titola il Manifesto di ieri: «“È comunista”. lo tolgono alla madre». Risponde Liberazione: «Frequenta i comunisti / Il giudice punisce la madre». E la Repubblica? «Bufera per il giovane Prc affidato al padre». Per trovare la smentita del giudice bisogna cercare il sommarietto in basso a sinistra. «L’affido dei figli di coppie separate è sempre una faccenda complessa, delicata, e segna comunque un trauma nella vita di minori – si sfoga uno zio del ragazzo –. La cosa più grave di questa strumentalizzazione a mezzo stampa è che viene fatta sulla pelle di un ragazzino in difficoltà».
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