venerdì 11 luglio 2008

Di lavoro non si deve morire. Oggi giornata per la sicurezza del Pdci

Intanto cala del 6,6% la produzione e le aziende rispondono con tagli pesanti e investimenti all'estero. La MV Agusta, in crisi, acquistata per 70 milioni dalla Harley Davidson.

«Lavoro, sicurezza prima di tutto. Fare di più, applicare la legge e impedire che il governo delle destre la demolisca, difendere la vita e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici» è quello che chiedono i Comunisti italiani che hanno lanciato una grande campagna sulla sicurezza sul lavoro e hanno indetto per oggi una giornata di mobilitazione nazionale.

Ai volantinaggi ed iniziative nelle piazze si affiancherà un'azione dentro le istituzione con la presentazione di mozioni ed ordini del giorno in tutte le Regioni e gli enti locali per lo svolgimento fino in fondo dei rispettivi ruoli previsti dalla legge al fine di garantire la sicurezza e l'integrità fisica dei lavoratori in tutti i luoghi di lavoro.

A tutti i soggetti coinvolti, dalle amministrazioni ai datori di lavoro, si chiede un impegno concreto per la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro e l'attuazione della legge 123 (Testo unico sulla sicurezza) approvata dal Governo Prodi che riordina la legislazione in materia. Un impegno ed un'assunzione di responsabilità necessarie visto che in Italia ogni giorno si continua a morire di lavoro, solo dall'inizio dell'anno gli infortuni sono stati più di 520 mila, le morti circa 530, 12 mila gli invalidi.
«Nella lotta per la sicurezza non è sufficiente avere buone leggi, se queste non sono accompagnate da un atteggiamento diverso delle imprese» spiega Dino Tibaldi, responsabile Lavoro del Pdci, aggiungendo come per le aziende purtroppo la sicurezza continua a essere un costo sul quale si tende a tagliare, «basti pensare che la media degli investimenti annuali delle aziende sulla sicurezza è pari a 9mila euro. Inoltre sono convinto che se non esiste la sicurezza del lavoro, e quindi l’eliminazione della precarietà, la sicurezza sul lavoro continuerà a essere violata».

Sicurezza, precarietà, salari sempre più bassi ed inflazione più alta, la vita dei lavoratori italiani è sempre più difficile e le notizie che giungono dai dati Istat non sono certo rassicuranti. La produzione industriale a maggio è diminuita del 6,6% rispetto a maggio dello scorso anno, l'indice della produzione corretto per i giorni lavorativi ha registrato un calo, sempre su base tendenziale, del 4,1%.

«È un dato molto brutto. Da tempo sottolineiamo che l'economia sta andando male. C'è preoccupazione massima» commenta il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ma le conseguenze più negative della crisi le sentiranno come al solito i lavoratori.La flessione più sensibile nella produzione la registrano per primi il comparto dell'energia, con una diminuzione del 6,9%, e il settore dei beni di consumo. In calo soprattutto il mercato degli elettrodomestici e le grandi aziende affrontano la difficoltà con la strada più scontata, tagli e licenziamenti.

Solo per fare alcuni esempi l'Electrolux, produttore di frigoriferi, chiuderà lo stabilimento di Scandicci, la Merloni annuncia una grande ristrutturazione, che significa anche in questo caso licenziamenti, la De Longhi sposta il suo mercato verso l'Asia e l'Est Europa, la Pirelli investe in Cina. Emerge così che accanto a grossi tagli le aziende italiane prediligono spostarsi su altri mercati cercando guadagni immediati, piuttosto che affrontare la crisi del mercato interno e puntare sulla ricerca e sull'innovazione con una politica di qualità e concorrenzialità di lungo respiro.

Intanto un altro marchio storico italiano, la MV Agusta, produttrice di moto da strada e da corsa (divenuta celebre grazie alle vittorie di Giacomo Agostini), va in crisi e viene acquistata ad un prezzo irrisorio, solo 70 milioni di euro, dalla Harley Davidson. La casa statunitense si prepara ad essere più competitiva sul mercato europeo e a dar vita ad un polo del lusso a due ruote, in grado di competere con i colossi giapponesi.

Nessun commento: