sabato 28 marzo 2009

Comunisti in Europa




Presentato il simbolo con cui si presenteranno insieme Pdci, Prc, Socialismo 2000 e Consumatori uniti


Una lista «anticapitalista» unitaria per i Comunisti italiani e Rifondazione comunista, che si presenteranno sotto lo stesso simbolo insieme a Socialismo 2000 e Consumatori uniti. Una sfida per le prossime europee, ma non solo perché «le forze che danno vita alla lista si impegnano a continuare il coordinamento della loro iniziativa politica anche dopo le elezioni».

È quanto si legge nel documento sottoscritto dalle quattro formazioni, che stamattina hanno presentato il simbolo in una conferenza stampa a Roma.

«Finalmente i comunisti tornano a presentarsi uniti alle elezioni dopo tanti anni. Torna la falce e martello sulle schede; o meglio, per la prima volta da tanto tempo ci sarà solo "una' falce e martello"», sottolinea il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. Della necessità di «costruire la sinistra in Italia e in Europa» parla per il Prc Paolo Ferrero, che ribadisce «noi aderiremo al gruppo unito della sinistra in Europa, che fa opposizione politica al trattato di Maastricht e al trattato di Lisbona, che sono all'origine di questa crisi economica».

Rinasce l'opposizione politica e sociale, nelle stesse ore in cui la destra al governo si autocelebra nella sua kermesse congressuale. Al populismo berlusconiano e al post-fascismo interclassista, i comunisti rispondono rilanciando un progetto di azione politica unitaria, radicato nella società, critico nei confronti di un sistema diseguale fondato sullo sfruttamento. Per la difesa del lavoratori, dei loro salari e diritti, dei loro interessi e condizioni di vita, ora c'è un votoutile, «di classe».



s.b.

(28.03.09)

venerdì 27 marzo 2009

giovedì 26 marzo 2009

La Russa, «i partigiani rossi volevano la dittatura comunista. Con loro non celebro il 25 aprile»

E intanto a Milano si prepara l'adunata europea dei nazifascisti. Proteste dell'Anpi

«Per me i partigiani non sono tutti uguali». Alla vigilia del 25 aprile, data storica che ha segnato la liberazione dell'Italia dall'occupazione nazi-fascista, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, rilascia dichiarazioni provocatorie su una delle fasi più oscure della storia del nostro Paese.

Nonostante la carica di ministro della Repubblica, non dimentica la sua militanza missina, il suo ancoraggio ideologico al regime fascista. E seppur costretto a riconoscere il «grande valore della Resistenza che ha contributo a ridarci libertà e democrazia» non manca di sottolineare la «profonda differenza tra i partigiani bianchi e quelli che volevano la dittatura comunista». E lo dice mentre nel suo stesso campo c'è chi, come Gianfranco Fini, dall'alto della sua veste istituzionale torna sui suoi passi e disconosce opinioni scomode, ormai lontane dal percorso storico intrapreso. Arrivando fino a ritrattare il ruolo di «più grande statista del Novecento» attribuito a Benito Mussolini.

Su posizioni diverse sembrano trovarsi oggi i due militanti del Movimento sociale italiano, protagonisti del congresso costituente di Alleanza nazionale e ora traghettatori del partito dalla svolta di Fiuggi a quella della Fiera di Roma. Confluire nel Pdl, spogliandosi di tutti i vessilli del passato e vestendo abiti perbene, questo il prezzo che sono chiamati a pagare gli ex fascisti per entrare a far parte del «polo» di potere berlusconiano.

Ma i rigurgiti, se non l'orgoglio di quella tradizione - e magari il consenso elettorale di qualche camerata nostalgico - è dura a morire. E così La Russa non si lascia sfuggire l'occasione per prendere le distanze da uno Stato democratico fondato sulla lotta delle forze di liberazione nazionale. Uomini e donne che decisero di mettere in gioco le loro vite per un futuro fatto di diritti, di garanzie, di libertà, di pace. «Parteciperò alle celebrazioni che il presidente della Repubblica ha deciso di fare non con i partigiani ma con i militari che aderirono alla guerra di Liberazione». Perché i partigiani che combatterono contro i fascisti e poi i nazisti erano comunisti. Non tutti ma la maggior parte. Perché i comunisti combatterono in Italia la battaglia antifascista, una scelta di campo che pagarono molto spesso con la vita.

C'è chi sta tentando, con le armi del più bieco e cialtrone revisionismo, di relegare fascismo e antifascismo a categorie storiche, lontane dal nostro presente. Andare al di là dei semplicismi dello scontro ideologico è la parola d'ordine di chi vuole imporre e legittimare un «pensiero unico» privo di conflittualità. Concordia sociale invece che lotta di classe, secondo un disegno condiviso internazionalmente tra Confindustria e governo.

Oggi la lotta antifascista è quanto mai attuale, è necessario costruire un fronte di mobilitazione comune e condiviso che non dia spazio a derive autoritarie. Bisogna appoggiare l'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Milano nella sua battaglia per vietare il raduno internazionale convocato da Forza Nuova. In piazza San Babila a Milano, sabato 5 aprile, si sono dati appuntamento tutti movimenti di estrema destra europei, come il francese Front National di Jean Marie Le Pen, la tedesca Ndp di Udo Voigt e il Miep ungherese. «Una provocazione inaccettabile e vergognosa» la definisce l'Anpi che si appella alle norme costituzionali e alle leggi Scelba e Mancino.

Noi ci uniamo alla loro lotta, oggi come allora. Sempre dalla stessa parte, dalla parte dei nostri partigiani.

s.b.

(26.03.09)

da "La Rinascita della Sinistra"

mercoledì 18 marzo 2009

Università, Sapienza – PDCI: “Ecco come il governo intende gestire il conflitto sociale”

“Chi ha sottoscritto il protocollo sui cortei si è assunto una grande responsabilità”


“L’ufficio di segreteria del PdCI esprime grande preoccupazione per le cariche della polizia contro gli studenti della Sapienza. Aver impedito agli studenti di manifestare è il segno di come il governo intende gestire il conflitto sociale e il dissenso politico nel Paese. Chi ha sottoscritto il protocollo che di fatto impedisce le manifestazioni a Roma si è assunto un’enorme responsabilità dando il destro alle pulsioni repressive di questa destra che governa l’Italia e la capitale. La Costituzione italiana parla chiaro e garantisce a tutti i cittadini il diritto a manifestare. C’è un tentativo in corso di alzare la tensione che va rispedito al mittente”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio di segreteria del PdCI.

Scuola, Sapienza - FGCI: "Carica della polizia mostra riduzione degli spazi di democrazia"

"Studenti caricati dalla polizia a Piazzale Aldo Moro durante il corteo della scuola, continua il clima di terrore nella nostra città". Così la Fgci di Roma condanna "le cariche alla Sapienza" ed esprime solidarietà "verso i manifestanti picchiati dalle cosiddette 'forze dell'ordine', che dimostrano di aver acquisito bene il clima violento che il sindaco di Roma tollera e che il governo nazionale avvalora con le ronde e lo sdoganamento neofascista.
Dopo i picchiatori fascisti di Roma Tre oggi abbiamo assistito ad un altro scempio che fa rabbrividire il concetto stesso della parola democrazia".

ROMA: VERGOGNOSA AGGRESSIONE FASCISTA!!!

(Adnkronos) - "Quanto scoperto oggi dai ragazzi dei collettivi e' davvero grave, ma dimostra quanto diciamo da tempo: Donzelli (Azione Universitaria) puo' anche far finta di non crederci o definirli 'camerati che sbagliano' ma i fatti ci dicono che i suoi 'attivisti' si muovono come una vera squadraccia fascista, addirittura con armi nascoste negli armadietti e pronte all'uso". Lo dice la Fgci, l'organizzazione giovanile del Pdci che prosegue: "Nessuno puo' dire che si tratta di nostre invenzioni: i Presidi devono impegnarsi per far rispettare la Costituzione, e devono usare gli strumenti di cui sono in possesso per evitare che il fascismo e lo squadrismo dilaghino nei nostri Atenei.
'La 'Destra in doppio petto', che oggi ricopre ruoli Istituzionali di primissimo piano - conclude la Fgci - la smetta di tenere bordone a queste organizzazioni, ed in particolare il Ministro Meloni ci dica se questi ragazzi c'entrano o no con Azione Giovani, organizzazione che lei presiede".


NO AL RAZZISMO!!

“I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.
I bambini sono di sinistra perché vanno all'asilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il papà gli dice: vedi, quello lì è africano! , loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato.”
Questo è un pezzo di un famoso monologo di Claudio Bisio, intitolato I bambini sono di sinistra.
I bambini, quando ancora non sono influenzati dalla cattiveria trasmessa o dai genitori, o dalla televisione, o dalla società in generale, vedono le cose come realmente sono. Vedono nei bambini, che hanno una pelle di colore diverso, semplicemente dei bambini che sono uguali a loro. Non vedono dei bambini più stupidi o più intelligenti, né dei bambini più brutti o più belli, vedono semplicemente dei bambini e ci giocano.
Invece oggi, nel 2009, esistono persone adulte e in grado di ragionare, che sono ancora convinte che esistano razze superiori e razze inferiori, che discriminano il diverso, che lo offendono e lo umiliano. Che son convinti che il diverso è inferiore e inferiore deve rimanere.
Sembra un concetto da periodo di tratta degli schiavi, invece c’è ancora oggi gente che ne è convinta.
La parola razzismo si è diffusa in Italia durante il fascismo che, con decisioni ed azioni non difformi da quello che avveniva in Germania sotto il nazismo, aveva introdotto le leggi a difesa della razza ispirandosi a chi aveva già teorizzato l’ineguaglianza delle razze umane, una drammatica e folle idiozia che costò la vita a milioni di persone. La rivista La difesa della razza, a cura di Giorgio Almirante (futuro leader del Movimento Sociale Italiano che aveva visto come suo delfino l’attuale presidente della Camera Gianfranco Fini), tentò di illustrare al fascismo la politica razzista, tradottasi poi nelle leggi razziali.
Queste idee se le portano ancora dietro i seguaci di quella folle ideologia, che sono sparsi un po’ in tutto il mondo, e spesso sono ai servizi dello Stato, di quello Stato che dovrebbe garantire l’uguaglianza senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Io considero razzista l’idea di schedare tutti gli extracomunitari, considero razzista l’idea di prendere loro le impronte digitali. Quanto manca, dopo queste azioni, a fare delle leggi apposite a gestire solo la vita? Quanto manca a ricreare una situazione come quella degli anni del nazismo e del fascismo?Attenzione che ci siamo vicini. I telegiornali non parlano altro che di crimini fatti dagli stranieri, i giornali li piazzano in prima pagina anche dopo che son stati dichiarati innocenti. Tutto questo alimenta una rabbia e un odio sempre più forti verso il diverso, lo si discrimina e lo si emargina, si creano delle barriere tra noi e chi ha un colore della pelle diverso. Si fa tutto questo quando si potrebbe usare la diversità come mezzo di crescita e di sviluppo culturale e sociale.
Sono persone umane anche loro, che spesso hanno avuto la sfortuna di nascere in paese poveri, in paesi dove regnano la guerra e la fame. Anche noi potremmo essere nati là, e non siamo superiori, siamo solo più fortunati. Son nati anche loro da un padre e una madre come noi, anche loro hanno diritto a una vita come noi, perché noi e loro siamo la stessa identica cosa, apparteniamo tutti ad un’unica razza, quella umana!Dobbiamo difendere, questi valori di uguaglianza, dobbiamo difendere la dignità di ogni singolo uomo presente sulla faccia della terra.
Come diceva Ernesto “Che” Guevara, uno che per liberare dei popoli oppressi ha dato la vita, fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare.
E allora lottiamo, NO AL RAZZISMO!!

sabato 14 marzo 2009

Diliberto su RadioRebelde il 26 Marzo

Iacono, la Giunta delibera

La Giunta Comunale ha deliberato in favore dell´artista che prenderà possedimento, in via temporanea, dello stabile denominato "ex Carceretto". Tra i più attivi per la definizione del problema-casa Elias Vacca, Emiliano Piras e Valdo Di Nolfo


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:::::: IL COMMENTO :::::::
Apprendo da questa testata (Alguer.it) che la giunta comunale avrebbe deliberato la concessione "temporanea" dell'alloggio ex carceretto ad Antonio Iacono. Ora si tratta di capire cosa significhi "temporanea". E' intendimento di Antonio Iacono avere un formale rapporto contrattuale, pagare un canone sociale (l'elemosina non interessa e non sarebbe neppure giusto non pagare), sapere quando ed a quali condizioni dovrà eventualmente rilasciare l'alloggio. Antonio Iacono spera di godere, un domani, di condizioni reddituali tali da poter rilasciare quell'alloggio in modo da consentire al Comune di disporne per chi altri si trovasse in condizione di difficoltà economica ed alloggiativa. Se le domande sopra riportate avranno risposta credo che il Comune potrà realizzare nel contempo un atto di giustizia sociale e di buona amministrazione.
Elias Vacca

Comunicato Stampa

La sconfitta di Renato Soru e della coalizione di centro-sinistra, con la vittoria delle destre, condanna la Sardegna e il suo popolo ad una stagione cupa e drammatica.
I lavoratori del Sulcis-Iglesiente in lacrime, gli impianti di Porto Torres ormai prossimi alla chiusura, le aziende agricole in costante difficoltà, rappresentano lo specchio della crisi economica globale che si abbatte anche sulla nostra terra, con evidenti ripercussioni sull'economia reale.
Il Governo Berlusconi propone soluzioni inefficaci per uscire dalla crisi, e il governo regionale di Cappellacci non farà altro che accettare supinamente le richieste del governo centrale.
Berlusconi si prepara a fare della Sardegna il paradiso degli speculatori edili e di tutti coloro che vedono nelle centrali nucleari il futuro della politica energetica italiana.
Sono a rischio, inoltre, i lavori per la riqualificazione di un'arteria stradale vitale per lo sviluppo del Nord Sardegna, la Sassari-Olbia.
I Giovani Comunisti Italiani della provincia di Sassari, non possono accettare in silenzio lo stato delle cose presenti e si preparano a dare vita su tutto il territorio provinciale a iniziative di sensibilizzazione contro le politiche delle destre.
Per questo la FGCI, partendo dal 24 marzo con la partecipazione alla manifestazione contro il razzismo indetta dalle scuole elementari di Alghero, sarà protagonista di una serie di iniziative dedicate alla Resistenza che si concluderanno il 25 aprile con il corteo in memoria della Liberazione dell'Italia dal regime nazi-fascista.
Oggi più che mai è necessario resistere contro i soprusi, contro le disuguaglianze, lottare per un lavoro stabile e sicuro e per l'effettiva emancipazione del singolo e delle collettività.
La Resistenza non si ricorda, la si pratica, e noi in qualità di giovani militanti comunisti vogliamo tornare ad avere diritto al futuro.


FGCI
Federazione Gi
ovanile dei Comunisti Italiani, provincia di Sassari

«Alghero si gioca l´aeroporto»

«Quella concessione è costata lacrime, sangue, sudore ed impegno». Elias Vacca, alla paventata ipotesi di revoca della concessione totale dell´aeroporto catalano, parla di "trascuratezza" e "cattivi comportamenti"



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giovedì 12 marzo 2009

Niente ronde, solo squadracce. Da Roma a Pordenone aggressioni razziste

Mancuso (Arcigay), «giustizia fai-da-te in mano a gruppi di fanatici integralisti»

«Siete romeni?», in realtà sono albanesi ma comunque arrivano le botte, siamo a Roma, Tor Bella Monaca la scorsa notte, gli aggressori sono una trentina di italiani armati di bastoni e pietre, sembra anche qualche pistola

La colpa delle due vittime è solo quella di essere stranieri. Oggi arriva anche la notizia che a Pordenone uomo di 30 anni, omosessuale, seguito dai servizi sociali, è stato insultato e aggredito a calci e pugni da tre persone: due giovani di 21 e 22 anni e un uomo di 43 anni. Le indagini hanno portato all'identificazione del terzetto, che così ha giustificato l'accaduto: «volevamo dare una lezione ai froci».

Il presidente nazionale dell'Arci Gay, Aurelio Mancuso, denucia che tutto ciò «accade di fronte all'assenza drammatica di politiche sociali e culturali da parte delle istituzioni. In particolare nel Nord-Est la cultura delle ronde leghiste sta alimentando un clima di sfiducia, pregiudizio e paura dell'altro che legittima a rifiutare ogni diversita e fa sì che la giustizia fai-da-te del nostro paese sia in mano a gruppi di fanatici integralisti».
La scorsa settimana a Napoli, nel cuore della città, è stato aggredito un giovane studente italo-etiope, anche per lui botte ed insulti.

Episodi, esempi violenti di intolleranza, di razzismo, da nord a sud, nessuno escluso. Gli autori sono, ovviamente, italianissimi e magari si sentono un po' più spalleggiati dalle leggi e norme in via di approvazione. Se le ronde ancora non ci sono, di sicuro ci sono le “squadracce”, agiscono, insultano, picchiano, e qualche volta sembrano anche un po' comprese e coccolate dal senso comune. Complici di certo i gravissimi episodi di aggressioni e stupri delle ultime settimane, alcuni da attribuire a persone straniere, ma altre tutte rigorosamente di casa nostra.

Ed il governo cosa fa? Si accinge ad approvare il pacchetto sicurezza con tanto di ronde per vigilare le città e l'obbligo per i medici di denunciare gli stranieri irregolari, l'inciviltà che avanza. Ma per quanto riguarda le intercettazioni, poiché in genere gli intercettati sono dei potenti, ad essere colpevoli sono i giornalisti. Poi però, per far vedere che siamo un paese civile, si manda in onda una bella fiction, nella quale, guardando la luna, sono tutti buoni, belli (anche gli stranieri!), comprensivi e solidali, ma che sia solo per fiction. L'importante è che le persone seguitino ad essere più terrorizzate dai “mostri” della Caffarella che dalla crisi, dalla perdita di lavoro, dall'aggressione ai diritti.

a.v.

(12.3.09)
La Rinascita

mercoledì 11 marzo 2009

La crisi finanziaria

La crisi finanziaria iniziata nel 2007 negli Stati Uniti d’America ha investito tutto il sistema economico finanziario. Una recessione senza precedenti, che ha prodotto gravi conseguenze sociali per le famiglie e le persone. Infatti l’Europa è malata gravemente, ed entro il 2010 il tasso di disoccupazione probabilmente salirà in modo vertiginoso.
I danni sono evidenti a tutti e servono interventi urgenti: bisogna partire da misure che evitino il ritiro prematuro dei lavoratori dal mercato di lavoro, dalla riforma del sistema pensionistico e degli ammortizzatori sociali. Queste misure però risultano insufficienti se parallelamente non si promuove l’auto-sviluppo, l’inclusione sociale e non si da il via alla regolamentazione dei mercati finanziari per evitare altre crisi sistemiche.
I mercati finanziari, infatti, sono profondamente cambiati rispetto al passato, ed il capitalismo industriale si è trasformato in capitalismo finanziario.
Tutti questi fenomeni sociali ed economici hanno portato alla “finanziarizzazione” della società; l’uomo è diventato ormai un “animale economico” che con il suo “egoismo razionale” ha creduto che il mercato si potesse auto-regolare senza l’intervento dello stato.
La finanza ci ha fatto credere che il rischio economico può essere cancellato, ed il “mito della performance” ci ha indotto a pensare che una cosa è sicura per il solo fatto di essere possibile.
Questa concezione dell’economia ha portato ad allontanare sempre più la politica dalle decisioni in campo economico: le conseguenze disastrose di certe scelte si riflettono sempre sui lavoratori e mai sui padroni!
Sono aumentate le categorie professionali soggette alla crisi e i salari sono sempre più bassi: il capitalismo ha rimosso ogni senso sociale che non si risolva nei suoi apparati.
Bisogna ripensare l’uomo come un fine e non come un mezzo, creando delle riforme del mercato del lavoro che proteggano i lavoratori dai nuovi rischi di esclusione sociale; è fondamentale, come dicono molti economisti, “separare i soldi dagli imbecilli”, cancellando l’onnipotenza della finanza dal mondo del lavoro. Solo così si potrà iniziare ad uscire dalla crisi.

Francesco Manos

venerdì 6 marzo 2009

BERGAMO: CORTEO FASCISTA, ECCO LE FOTO DELLA VERGOGNA!!!

Sabato scorso a Bergamo si è tenuto un corteo non autorizzato di Forza Nuova. Come è ormai reso noto da stampa e tv, la polizia anziché fermare Forza Nuova che marciava impunita e armata di spranghe, ha pestato gli antifascisti. L'ennesimo segnale inquietante di un paese in cui il fascismo è stato sdoganato e con esso l'autoritarismo e la brutalità "legalizzata".


CLICCA SU "LEGGI TUTTO" PER VEDERE LE FOTO

LA FGCI CHIEDE SPIEGAZIONI!!!

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