La scuola italiana non gode certo di ottima salute, ma il colpo inferto dal ministro Gelmini e dal governo Berlusconi è di quelli mortali. La ricetta è quella di sempre: tagli, tagli e ancora tagli. Questa la logica della introduzione del maestro unico, dietro cui non vi è nessun progetto pedagogico, perché se questa figura poteva funzionare ai tempi del “libro cuore”, non ha più senso nel ventunesimo secolo. Anche la riduzione del tempo-scuola produrrà danni alle famiglie ed agli studenti. Gli insegnati, lungi dall’essere valorizzati, saranno “mandati a casa”. Mentre gli unici a rallegrarsi un po’ saranno gli istituiti e le scuole private. Ancora una controriforma che colpisce l’istruzione e dà un colpo mortale alla scuola pubblica e statale, garanzia non solo di diffusione del sapere ma anche di democrazia.
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