Era il 21 aprile 2007, data che sanciva lo scioglimento dei Ds e la nascita ormai prossima della nuova formazione, ovvero il Partito Democratico. All’epoca scrissi due righe sul mio blog, riflettendo sul significato di quell’evento:
“Giusto oggi si conclude a Firenze il Congresso dei Ds che sancisce lo scioglimento di quest' ultimi, nonché la posa della prima pietra nell'edificio del Partito Democratico […]. Lo riconosco: in questo fine settimana si è scritta la storia nel panorama politico italiano, nello specifico delle vicissitudini del Partito Comunista nel nostro Paese ma con stralci anche per gli altri Partiti. Andiamo con ordine.
Prima di tutto, il PD è un concetto che mi mette tristezza, da buon comunista italiano quale sono. E' inutile che Fassino insista sulla radice socialista e laica del nuovo soggetto: il Pd è (o meglio, sarà) praticamente il corrispettivo italiano dei Democratici statunitensi. Non mi stupirei se come simbolo facessero resuscitare l'asinello. Il Pd, di conseguenza, è il cavallo di Troia per le larghe intese: la presenza di Berlusconi, ospite d'onore(!) al congresso diessino (non un fischio o un insulto: infatti sul Corsera di oggi si rimarcava il fatto di come il PalaMandela fosse infarcito di politici di mestiere-assessori, sindaci, onorevoli-che sapevano quanto fosse controproducente creare polemica in un momento così delicato, tale che possa avere risvolti pure per l'attuale Governo) la dice lunga sulla fisionomia del Pd. Il grande simpatico […], in un'atmosfera pregna di volemose bene ha affermato di condividere le parole di Fassino, di essere "al 95%" convinto del progetto e pronto ad iscriversi. Parole scherzose, per carità, ma se le analizziamo bene leggiamo tra le righe la disponibilità, da parte di Forza Italia, di poter formare un esecutivo con il nuovo partito, considerando la natura democratica, moderata e riformista del monstrum. Può darsi anche che ciò non accadrà mai, ma potrebbe bastare una legge elettorale ad hoc ed uno sbarramento alto che estrometta i partiti estremisti e di contorno e voilà, il gioco è fatto: Pd da una parte, Forza Italia dall'altra, pronti entrambi a collaborare. Alla faccia di Gramsci.
D'altra parte, mi ha sinceramente commosso il discorso di Mussi, pur non avendo condiviso nulla della storia dei Ds. Tuttavia avvertivo nelle sue parole lo sconforto e la delusione di chi ha creduto in un progetto politico che potesse, diciamo, aggiornare i valori socialisti dopo l'89. E invece nel 2007 il Muro, almeno in Italia, è caduto di nuovo. In ogni caso, può consolare lo sfigatissimo Ministro dell'Università il fatto che in caso vada in porto il suo progetto di partito socialista alternativo sicuramente non avrà problemi ad entrare nel Pse, mentre il Pd si ritrova nell'imbarazzante situazione di entrarci con un solo piede e l'altro fuori dalla porta in virtù di alleato (già mi vedo la scena: il Partito democratico sparso tra il Pse e il Ppe con i suoi onorevoli che si guardano in cagnesco al Parlamento europeo e i leader che si lasciano andare in una girandola di opinioni contrastanti tra loro. Ma insomma, è serio un Partito del genere? Che una parte appoggia Bayrou e l'altra Ségolene? Schizofrenia pura. […].)
In pratica, sento puzza di volpe nel mio pollaio. Come ho già detto, la benedizione di Berlusconi dovrebbe far suonare più di un campanello d'allarme nella sinistra intera. E allora mi permetto di fare esercizio di fantapolitica cercando di tratteggiare il panorama partitico post-pd (quest'ultimo ha l'unico pregio di dare una scossa e far gettare a qualcuno la maschera e mettere in chiaro le carte in tavola), alla luce di una già citata legge elettorale ad hoc:
Sinistra.
Anzitutto, con il Pd sparisce il centrosinistra come lo vediamo oggi, visto che ormai moderati e socialisti-comunisti si separano. Quindi potremmo avere:
- Partito Democratico (ex Margherita, ex-Ds, ex-progetto Ulivo. Dopo una batosta alle amministrative, Di Pietro abbandona ogni indugio e si unisce con l'Italia dei Valori. Franca Rame, per protesta, schiaffeggia il marito nel corso del suo ultimo spettacolo e gli requisisce il Nobel)
- Socialisti: e qui abbiamo due possibilità:
1) Ricostruzione del Psi come auspicato da Boselli. Maxi partito nato dalla fusione di Sdi, Socialisti mussiani, Socialisti di de michelis, quindi craxiani (Bobo Craxi entra, Stefania giura fedeltà eterna a Forza Italia), più qualche socialista quà e là sparso nei vari partiti. Il Psi nasce come soggetto laico,socialista e pacifista: De Michelis e Boselli sulle prime ci stanno, poi uno andrà con forza italia e l'altra busserà di nuovo alle porte dei Radicali;
2) Il Psi di Boselli da una parte, De Michelis e craxiani o si perdono in mille rivoli o formano un Psi speculare ma di destra, e mussiani dall'altra. Ciò ci porta anche al futuro di Rifondazione Comunista:
- Rifondazione, come affermato da Giordano sul Corsera di oggi [ricordo, il 21 aprile 2007, nda], accoglie i mussiani. Sorge però un piccolo problema: la radice comunista. In pratica abbiamo un aut aut: o Mussi e i suoi riaccettano la falce e il martello (dettaglio non da poco), oppure Rifondazione ci rinuncia e nascono i socialisti come erano ai tempi di Nenni (più o meno). A seconda di come si evolve questo bivio, abbiamo due ulteriori conseguenze:
1)Rifondazione rimane in pratica quella che è, con l'aggiunta solo dei mussiani; oppure
2)Terremoto in Rifondazione: abbandona la cosiddetta ala radicale, la falce e il martello e con Mussi crea un nuovo soggetto Socialista, ovviamente ancorato al Pse.
- A parte Rifondazione, del cui destino ho già trattato, Comunisti Italiani e Verdi posso creare la tanto sospirata Confederazione delle Sinistre […] con Rifondazione(se non viene rispettato il punto 2 di cui sopra) CI, Verdi, magari qualche trotzkista sulla via di Damasco (tipo il PCL) e forse Mussi e i suoi se non si realizza l'ampio ventaglio di opzioni già trattato. In ogni caso, spetterebbe a questo nuovo soggetto preservare l'eredità comunista in Italia (e se RC lascia per il socialismo senza falce e martello, tale eredità ricadrebbe interamente sul partito di Diliberto. […]).
- Battitori liberi: i Radicali (sorvoliamo sulle battute). In occasione di una qualsiasi elezione, poi, si alleano a piacimento con una o con quell'altra forza politica (tanto i diritti non hanno colore o bandiera, immagino la pensino così).
Centro.
Ho lasciato per ultimo l'Udeur, in quanto, come molti sanno, si propone la ricostruzione della Democrazia Cristiana (Partito Democratico permettendo). Quindi il padrone dell'ultimo feudo (Ceppaloni) rimasto in Europa, cioè Mastella, fonde il suo partito con Nuova Dc di Rotondi e qualche altro partitino centrista e transfughi da altre forze politiche. Questa mini dc, poi, visti i risultati al di sotto delle aspettative alle elezioni, si unisce definitivamente con l'Udc sempre più svincolato dal centrodestra. Risultato: centro perfetto, Democrazia Cristiana redux, disponibilissima a fare larghe intese con il Pd e la destra.
Destra.
- Forza Italia vuole il partito unico. Fini un po' fa il prezioso, poi dopo la fuga verso il centro di Casini fa armi e bagagli e porta una buona percentuale di An in gita ad Arcore, magari assieme a qualche fuggitivo dalla lega,dal centro e dalla sinistra moderata. Nasce il Pd di Berlusconi (Fi + parte di An + vari ed eventuali). In un ipotetico esecutivo di larghe intese con alto sbarramento i risultati sarebbero apocalittici ed esilaranti al tempo stesso: D'Alema con Berlusconi, Fini con Mastella,
- La Lega scompare a livello nazionale (sennò qui non se ne esce più).
Tutto questo è frutto della mia pura fantasia; in pratica, partendo dal Pd, ho tratteggiato il profilo di una vera e propria democrazia bloccata come ai tempi della Dc, benedetta dal proporzionale con sbarramento: Fascisti, Dc, Democratici, Comunisti, insomma. Che l'Italia stia ormai andando in questa direzione?”
La situazione politica, insomma, non è buona. Cosa rimane a noi, che vogliamo salvare il buon nome della sinistra, o al limite salvarla punto e basta? Beh, per iniziare diciamo che stiamo partendo non male, peggio. Accantonare l’idea di un Partito Unico dei Comunisti, che è ormai diventata un utopia con buona pace di Marx, è stata una colossale zappata sui piedi, un boomerang il cui effetto negativo ci piomberà addosso alla prima occasione utile. Ma poniamo anche il caso di farsene una ragione, via, e passiamo alle altre opzioni, cioè
Il solito brutto vizio della sinistra: si cerca la collaborazione reciproca solo in vista di un rischio o di un pericolo imminente. Che poi ciò si chiami Berlusconi o legge elettorale poco importa. Tra l’altro, ed è un’altra grave colpa di cui a mio avviso si sta macchiando l’ala comunista, la formazione della sinistra unita è stato un processo frettoloso, poco pianificato, proceduto per inerzia, e siccome la fretta fa partorire alla gatta i gattini ciechi, ecco che l’8 e il 9 si riuniscono gli Stati Generali della Sinistra per far nascere il nuovo soggetto. Così, di botto. E resta, comunque vada, l’amarezza di non aver colto l’attimo nei tempi giusti, di aver mandato all’aria quel desiderio di unità espresso dal milione di persone scese in piazza il 20 ottobre, di assistere ad una corsa contro il tempo mentre la scena politica viene occupata da nani e ballerine, comunque più accorti e risoluti di noi.
Tenendo poi conto che la stragrande maggioranza degli italiani preferirebbe sentir parlare di problemi concreti che riguardano il loro Paese, piuttosto che di accordi, fusioni e frammentazioni di partiti. E questo, mi pare, non è certo un dettaglio irrilevante.
Luca Santoro