martedì 21 giugno 2011

Elias Vacca: «Chiediamoci cosa ciascuno di noi può fare per Alghero»

Riportiamo in seguito, un commento di Elias Vacca (Federazione della Sinistra PdCI) scritto sul Forum di Alguer.it

Da qualche parte bisognerà pur cominciare. Per quanto mi riguarda comincio da qui: dal forum di Alguer.it che ci ospita in tanti di destra, sinistra, centro e...altrove.

Ho riletto tutte le pagine di questo thread ed ho ritrovato in molti interventi materiale che a me pare interessante. Mi pare di poter riassumere che:

- molti di noi propendono per le liste civiche, ritenendo di riservare il voto ai partiti ai livelli territoriali superiori a quello comunale e ritenendo io in particolare che il voto si indirizza per aree di appartenenza (salvo eccezioni delle quali potremo parlare) mano mano che ci si avvicina all'ambito nazionale.
Per usare un esempio: potrei votare un sindaco politicamente lontano dal mio sentire se egli mi offre maggiori garanzie di buon governo della città rispetto a quello teoricamente più affine alla mia collocazione nel panorama nazionale.
Più difficilmente, o nel mio caso mai, potrei votare alle elezioni politiche per una lista che non fosse di sinistra.


- la città non va molto bene, secondo alcuni va proprio molto male, e comunque negli ultimi quattro anni la parabola è stata discendente. Oserei dire che della amministrazione Tedde i primi 5 anni sono stati meglio dei secondi quattro. Anche a parere degli elettori di Tedde.

- nessuna delle due (presupposte) coalizioni ha bacchette magiche o uomini della provvidenza per affrontare i problemi che abbiamo e soprattutto che avremo, quindi non c'è nè Merlino nè Artù a salvarci, e l'unica tavola rotonda che esiste ad Alghero è la solita: quella dove mangiano in pochi.

- nei prossimi anni dovremo fare i conti con la possibile chiusura e comunque il ridimensionamento dell'aeroporto, la fuga di Ryanair, l'aumento delle imposte e dei canoni locali causato da alcune scelte del governo centrale, l'acqua gialloverde e l'erosione delle coste, la pianificazione urbanistica, "qualche problema" di bilancio e forse gli effetti dei derivati a suo tempo sottoscritti
La crisi economica è strutturale ed epocale ed è un effetto "naturale" della globalizzazione. Nel mondo ci sono milioni di lavoratori che offrono le proprie braccia ed il proprio intelletto a costi inferiori rispetto ai nostri. Il capitalismo funziona così: se posso pagare la forza lavoro meno in un qualsivoglia Stato lo faccio, vado a produrre lì. Qui da noi l'effetto sarà duraturo e terribile, anche nel settore turistico.
I traghetti sono rincarati del 100-150% e la gente va a trascorrere le ferie altrove, per non parlare dei costi dei trasporti merci da e per il continente.
I servizi sociali saranno intasati dalle conseguenze di tutto ciò.

- I partiti, nessuno escluso e quindi il mio compreso, non hanno risposte a queste domande. Nessun partito può affermare: "io sono come risolvere queste cose". Sarebbe già tanto se ce ne fosse uno che sa come affrontarle, ma non c'è.
In consiglio comunale maggioranza ed opposizione vanno in ordine sparso e/o per gruppi d'interesse. Basta vedere il dibattito sul PUC per capirlo.

A questo punto occorre che la nostra gente, tutta possibilmente, da destra a sinistra passando per tutti i centri possibili si dia una missione, sapendo che siamo un po' nella merda ma uscirne si può, a patto di non raccontare frottole ai concittadini, di fare meno salotto e più carrè, di non buttare a mare quanto la giunta in carica ha fatto di positivo (es. spianare il piazzale della pace, qualche opera pubblica, portare il PUC in consiglio) e di riconoscerne nel contempo gli errori (es. politiche di bilancio, scarsa attenzione ai quartieri, arroganza dei numeri, clientelismo).

Si strutturino ad opera dei più volenterosi programmi precisi e si dichiari una visione della città: turistica (allora bisogna accettare il casino che ne deriva), non turistica (allora occorre dire di che cosa vivremo), catalana (allora ci si dia ancor più da fare per stringere i rapporti), sarda (allora i esca dal recinto geografico-culturale che ci siamo auto-imposti), solidale (allora meno catapulte e più servizi sociali).
Qualcuno metta per favore la faccia, perchè di "società civile" autodefinitasi tale che poi però ha da fare quando c'è da mettere la faccia e le braccia non ce ne facciamo nulla.

Ogni tanto sono involontario partecipe di una simpatica discussione che non mi appasiona ma mi coinvolge: la contrapposizione tra politica e società civile.
Nel 99% dei casi l'interlocutore mi si rivolge come ci si rivolge "alla politica", evidentemente assumendo egli di essere la "società civile".
Questo schema fa ridere !!! Nelle città come Alghero i politici sono pochissimi: Mario Bruno e Carlo Sechi pro-tempore, il sindaco Tedde da una decina d'anni, poi direi Usai, Curedda, Scala, Di Nolfo da alcuni anni in qua...nel senso che si tratta di persone attualmente dedite alla politica in via principale (sebbene non esclusiva) e peraltro temporaneamente.
Tutti gli altri, me compreso, fanno altro...non solo perchè vivono d'altro (normalmente lavorano), e quelli sopra torneranno come detto, magari tra qualche tempo a fare principalmente altro.
Questo modo di definire "politico" un altro serve solo a scaricarsi della propria parte di responsabilità, cosicchè a volte, o spesso, si producono gruppi dirigenti inetti sull'inerzia di tutti gli altri, che poi naturalmente si lamentano.

Chiediamoci cosa ciascuno di noi può fare per Alghero, quindi per noi come collettività, anzichè cosa "la politica" può fare per ciascuno di noi come individuo.
Sarebbe la fine del clientelismo e l'inizio di una solidarietà che travalica le magliette.

Io stesso sono un militante comunista, con la passione per la politica. Vivo del mio lavoro e chi mi conosce sa quanto lavoro e con quanta dedizione. Sono stato "nella politica" delle grandi istituzioni per due anni, magari riesco a ripetermi per altri 5-10 (non oltre se no divento come Veltroni o come Gasparri :) ) tuttora sono nella segreteria nazionale di un partito extraparlamentare. Ma ad Alghero non viene mica Diliberto a darmi la linea !!!
Ad Alghero viene prima Alghero, poi il marxismo ed infine il PDCI e la Federazione della Sinistra.

Allora: io non mi prefiggo di fare il sindaco, nè il consigliere comunale (l'ho fatto in un passato non recentissimo quando ero giovane e con più tempo a disposizione), ma non sono indifferente, anzi, come diceva il buon Gramsci, "odio gli indifferenti".
Per cui propongo: si mobilitino le energie della città di qui a settembre. Ad ottobre primarie. Il primo novembre se c'è un sindaco in pectore o più d'uno facciano sei bei mesi di giro della città ed ascoltino, ascoltino, ascoltino per meglio registrare i loro propositi programmatici ed adeguarli alle esigenze dei loro potenziali elettori.

Poi andremo al confronto ed al voto finale consapevoli che se vince Tizio avremo più sviluppo edilizio, se vince Caio meno edilizia e più opere pubbliche, se vince Sempronio putacaso l'annessione alla Catalogna (da Bossi in poi vale tutto.. :) e molti concerti estivi e così via...)

Se non si FA, oltre che DIRE, si dimostra che della lezione dei referendum e dei risultati di Milano, Cagliari e Napoli non s'è capito molto e resteremo tutti inchiodati qui "en attendant Godot", a scommettere su chi sarà il "delfino" di Marco Tedde (fatte le debite proporzioni la sardina :) :) ) o se Mario Bruno ce la dà o non ce la dà...la disponibilità, o se qualche teatrante di questo misero teatrino che ultimamente è diventato il consiglio comunale vuo fare il primo attore...

Una tristezza infinita...a cui per fortuna c'è rimedio.

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