Il movimento ha superato la prova più difficile, quella di dare continuità alla giornata del 14 dicembre, fronteggiando da un lato il rischio della repressione del Governo e dall'altra di un fisiologico riflusso.
Questa esperienza straordinaria sta mettendo in luce la drammatica condizione in cui vivono le giovani generazioni in Europa ed in particolare in Italia, strette tra l'impossibilità di realizzare le proprie aspirazioni e una precarietà diventata strutturale. E' un movimento maturo, che ha ben chiaro che la causa della propria condizione risieda nel sistema di sviluppo attuale, che connette le proprie lotte con quelle dei lavoratori e di chi si batte per la difesa dei beni comuni.
Oggi non siamo caduti nella provocazione di chi ha provato, senza riuscirci, a trasformare la rabbia di una generazione a cui è stato tolto il diritto al futuro in un fatto di ordine pubblico. Li abbiamo lasciati soli a presidiare i palazzi del potere, quel Senato in cui ieri si è scritta una delle pagine più brutte della vita parlamentare della Repubblica, e quella Camera in cui qualche deputato acquistato da Berlusconi tiene in vita un Esecutivo chiaramente moribondo.
Dall'inizio dell'anno prossimo è necessario compiere un salto di qualità, proseguire l'opposizione sociale, costruire lo sciopero generale e mettere in campo un profilo programmatico di alternativa a partire dalla piattaforma della Fiom e dalle esperienze sociali che hanno condotto le lotte in questi mesi.
Per quanto ci riguarda, lavoreremo generosamente senza risparmiarci in questa direzione. Mi fa piacere presentare la tessera 2011 della Fgci in un giorno come questo, una tessera che ci accompagnerà lungo la costruzione del soggetto generazionale unitario.
Abbiamo scelto un soggetto coraggioso, una ragazza che lancia un libro aperto da cui escono delle parole, il nostro vocabolario del cambiamento, le ragioni per cui abbiamo deciso di dedicare la nostra vita a questo progetto.
La conoscenza come elemento centrale di emancipazione della nostra generazione, ma anche come risposta al modello Marchionne che baratta i diritti costituzionali con il diritto al lavoro e comprime i salari verso il basso.
Il nostro tesseramento non sarà più, come qualche volta purtroppo è stato in passato, un rito stanco, ma un gesto consapevole della propria condizione e della necessità del riscatto: abbiamo scelto un messaggio forte e una modalità originale, con un omaggio allo street artist del movimento new-global Banksy, simbolo di un'arte e di una generazione radicalmente fuori dagli steccati in cui stanno sempre di più cercando di chiuderci.
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