mercoledì 7 settembre 2011

Perché rifare un partito comunista

Perché rifare oggi un partito comunista? Le ragioni sono tante, e alcune sono più che ragioni: le chiamerei “prove” provate dell’esigenza di riavere un partito comunista. Sono vent’anni – da quando il Pci non esiste più - che le condizioni materiali dei lavoratori peggiorano. È iniziato tutto con l’abolizione della scala mobile. Ve la ricordate? Il salario veniva automaticamente legato all’aumento del costo della vita. Si è proseguito con la controriforma delle pensioni, passando al sistema contributivo (per capirci “tanti contributi versi, tanto avrai di pensione”), superando quindi ogni forma solidale tra lavoratori attivi ed non attivi e provocando un peggioramento quantitativo micidiale della pensione. Poi c’è stato il superamento del contratto a tempo indeterminato, tant’è che oggi tutti i giovani hanno – quando ce l’hanno – un lavoro precario. Infine è stato abolito l’equo canone, che tutelava il diritto alla casa per i più poveri e per le giovani coppie e, per non risparmiare nulla ai cittadini italiani, s’è realizzata la privatizzazione dei servizi che ha comportato una maggiore inefficienza ed un aumento del costo e delle tariffe. Ora, grazie a questo indegno governo, arriva il sogno di ogni padrone: la licenziabilità. Grazie all’articolo 8, infatti, la “giusta causa” andrà a farsi fottere e i lavoratori potranno essere licenziati se vecchi, se politicizzati o semplicemente se anticipati al padrone di turno. Ho sicuramente dimenticato altre cose, ma la domanda che mi preme porre è questa: se ci fosse ancora stato in questi venti anni il partito comunista le cose sarebbero andate così? Assolutamente no. Dal Pci i lavoratori hanno sempre avuto maggiore benessere, maggiori diritti. Per questo c’è la necessità di ricostruire un partito comunista. E per questo noi del Pdci vogliamo farlo. A ciò è dedicato il nostro prossimo congresso di fine ottobre che, non casualmente, forse chiameremo (dico forse perché la decisione va ancora collegialmente presa) “la rivoluzione comincia ad ottobre”.

Oliviero Diliberto
Segr. Naz. PdCI - FdS

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