mercoledì 29 aprile 2009
Alghero: 25 Aprile 2009 - TVA
25 aprile 2009 ad Alghero
Programma di TVA (Televisió de l'Alguer) "Parla Alghero"
martedì 28 aprile 2009
domenica 26 aprile 2009
venerdì 24 aprile 2009
"I Cento Passi" al Betty Boop
Sabato 25 Aprile, alle ore 18.00, presso il circolo Arci "Betty Boop" verrà proiettato il film "I Cento Passi" e dalle 22.30 serata di musica con DJ Toya.
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BUON 25 APRILE !!!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!!
mercoledì 22 aprile 2009
25 Aprile – Sgobio: “Berlusconi non ha nulla a che spartire con quel giorno”
“Nessun partito oggi al governo viene dalla cultura ispiratrice della Resistenza e della Liberazione”
“Berlusconi non ha nulla a che spartire con il 25 aprile. Chi lo ha invitato si è assunto una grossa responsabilità, dal momento che il premier non vede l’ora di usare quel giorno per invertire la verità e mettere insieme vittime e carnefici della Resistenza. Una cosa insopportabile. Il suo governo è la moderna continuazione della tragica esperienza del ventennio che ha macchiato l’Italia: basta vedere le cose che ha fatto per rendersene conto (dall’immigrazione alle politiche sociali, dalla giustizia alla sicurezza). Ha detto bene chi ha sostenuto che Berlusconi ha più da spartire con il 28 ottobre (del ’22) che con il 25 aprile (del ’45). Basta visionare l’elenco dei maggiori partiti antifascisti organizzati (Partito comunista, Partito socialista, Democrazia cristiana, Partito d'azione, Partito democratico del lavoro, Partito Liberale) che hanno fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale, il CLN, cui venne attribuita la direzione politica e nel seno del quale i comitati militari assunsero la responsabilità dell'organizzazione delle forze che andavano raccogliendosi in città e in montagna, per rendersi conto che nessuno dei partiti oggi al governo ne facevano parte! Evidentemente, qualcuno oggi ha la memoria troppo corta e cade nella trappola della smania revisionista che impera”.E’ quanto afferma Pino Sgobio del PdCI al giornale online ‘quinews.it’.
“Berlusconi non ha nulla a che spartire con il 25 aprile. Chi lo ha invitato si è assunto una grossa responsabilità, dal momento che il premier non vede l’ora di usare quel giorno per invertire la verità e mettere insieme vittime e carnefici della Resistenza. Una cosa insopportabile. Il suo governo è la moderna continuazione della tragica esperienza del ventennio che ha macchiato l’Italia: basta vedere le cose che ha fatto per rendersene conto (dall’immigrazione alle politiche sociali, dalla giustizia alla sicurezza). Ha detto bene chi ha sostenuto che Berlusconi ha più da spartire con il 28 ottobre (del ’22) che con il 25 aprile (del ’45). Basta visionare l’elenco dei maggiori partiti antifascisti organizzati (Partito comunista, Partito socialista, Democrazia cristiana, Partito d'azione, Partito democratico del lavoro, Partito Liberale) che hanno fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale, il CLN, cui venne attribuita la direzione politica e nel seno del quale i comitati militari assunsero la responsabilità dell'organizzazione delle forze che andavano raccogliendosi in città e in montagna, per rendersi conto che nessuno dei partiti oggi al governo ne facevano parte! Evidentemente, qualcuno oggi ha la memoria troppo corta e cade nella trappola della smania revisionista che impera”.E’ quanto afferma Pino Sgobio del PdCI al giornale online ‘quinews.it’.
25 Aprile, Venier: “Franceschini come Veltroni: fa l’assist a Berlusconi”
“La furbata di Franceschini di invitare Berlusconi a Milano per il 25 aprile è diventato un boomerang, perché Berlusconi ancora una volta utilizzerà l’assist offertogli dal Pd per insultare la Resistenza e la Costituzione. Bel capolavoro: Franceschini segue la stessa linea di Veltroni, perché non ha il coraggio di dire che il premier è un pericolo per la democrazia. Lo ripetiamo: Berlusconi è più da marcia su Roma che da 25 aprile”. E’ quanto afferma Jacopo Venier, dell'ufficio di segreteria dei Comunisti Italiani (PdCI).
lunedì 20 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
sabato 11 aprile 2009
Alghero contro il Nucleare
Alghero 9 aprile 2009
a causa della pioggia il sit-in contro il nucleare non si è potuto fare. Tuttavia si è deciso di affrontare un dibattito presso il circolo Arci "Betty Boop" di Alghero.
Questo video riassume l'evento.
riprese e montaggio di Marco Mura
FGCI ALGHERO
mercoledì 8 aprile 2009
COMUNICATO STAMPA
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Alghero organizza, per giovedi 9 aprile dalle ore 16:30 in Piazza Sventramento, un sit in di protesta contro la possibile installazione di centrali nucleari in Sardegna.
Alla manifestazione di protesta sono stati invitati i consiglieri comunali del Partito Democratico, Alghero Viva e Rossomori, il PD, la Rifonadazione Comunista, il Cantiere Sociale, il Comitato in Difesa della Scuola Pubblica e la cittadinanza tutta.
Attraverso questa iniziativa la FGCI vuole promuovere un momento di dibattito pubblico, libero e costruttivo affinchè tutte le anime della cittadinanza algherese siano messe in condizione di dire la loro sulla eventualità che la Sardegna diventi una vera e propria discarica a causa di una politica energetica miope.
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Alghero ritiene che oggi più che mai sia fondamentale dare voce a tutti coloro che vogliono informarsi e partecipare realmente alla vita politica della propria città e regione.
Fgci Alghero
Alla manifestazione di protesta sono stati invitati i consiglieri comunali del Partito Democratico, Alghero Viva e Rossomori, il PD, la Rifonadazione Comunista, il Cantiere Sociale, il Comitato in Difesa della Scuola Pubblica e la cittadinanza tutta.
Attraverso questa iniziativa la FGCI vuole promuovere un momento di dibattito pubblico, libero e costruttivo affinchè tutte le anime della cittadinanza algherese siano messe in condizione di dire la loro sulla eventualità che la Sardegna diventi una vera e propria discarica a causa di una politica energetica miope.
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani di Alghero ritiene che oggi più che mai sia fondamentale dare voce a tutti coloro che vogliono informarsi e partecipare realmente alla vita politica della propria città e regione.
Fgci Alghero
martedì 7 aprile 2009
ABRUZZO: BRIGATA DI SOLIDARIETA' DELLA FGCI
Car* compagn*,
La tragedia dell’Abruzzo ci impone di dare anche il nostro contributo per risollevare la situazione davvero tragica che sta vivendo la popolazione abruzzese in queste ore.
Ci dobbiamo attivare da subito, è necessario individuare da ogni territorio le disponibilità di compagn* pronti a partire come volontari.
Una volta reperite le disponibilità, è necessario comunicarle ESCLUSIVAMENTE al responsabile organizzazione della FGCI via mail o telefono (nome, cognome, età, numero di telefono a flavio.arzarello@gmail.com tel. 366.6021104), per evitare di ingolfare i centralini della Protezione Civile.
Una volta stabilita la brigata della Fgci, noi ci occuperemo di metterci in contatto con la protezione civile e in seguito di destinare ogni compagn* ad una funzione specifica sul territorio abruzzese.
Attendiamo una rapida risposta.
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La tragedia dell’Abruzzo ci impone di dare anche il nostro contributo per risollevare la situazione davvero tragica che sta vivendo la popolazione abruzzese in queste ore.
Ci dobbiamo attivare da subito, è necessario individuare da ogni territorio le disponibilità di compagn* pronti a partire come volontari.
Una volta reperite le disponibilità, è necessario comunicarle ESCLUSIVAMENTE al responsabile organizzazione della FGCI via mail o telefono (nome, cognome, età, numero di telefono a flavio.arzarello@gmail.com tel. 366.6021104), per evitare di ingolfare i centralini della Protezione Civile.
Una volta stabilita la brigata della Fgci, noi ci occuperemo di metterci in contatto con la protezione civile e in seguito di destinare ogni compagn* ad una funzione specifica sul territorio abruzzese.
Attendiamo una rapida risposta.
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lunedì 6 aprile 2009
I COMUNISTI E BERLUSCONI
E' nato il grande partito italiano o è nato un nuovo regime? Se ne parla in studio con Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista e in collegamento da Padova Giustina Mistrello Destro, deputata PDL
TERREMOTO ABRUZZO: LA SOLIDARIETA' DELLA FGCI
La Federazione Giovanile dei Comunisti Italiani si stringe nel dolore attorno alle vittime del terribile terremoto abruzzese.
Promuoviamo iniziative di cooperazione per renderci utili nei confronti di chi soffre per questo assurdo disastro!
EMERGENZA TERREMOTO: 0668201 (Protezione Civile Volontariato).
PROTEZIONE CIVILE - PREFETTURA DI PESCARA
i volontari possono contattare il centro operativo della protezione civile presso la prefettura di Pescara, telefonando allo 085 2057631. Si possono anche donare i generi di prima necessità presso il Banco Alimentare dell'Abruzzo, in via Celestino V, Pescara
SERVONO INFERMIERI QUALIFICATI ANDATE SUL SITO DELLA REGIONE ABRUZZO
OCCHI SULL'ABRUZZO
DIRETTA RaiNews24: http://www.rainews24.rai.it/ran24/extra/live/
Diretta SkyTG24:
http://www.sky.it/common/tg24_live_697.html
AIUTI ALIMENTARI
Per aiuti alimentari contattate la sede locale del Banco Alimentare, gli indirizzi alla pagina www.bancoalimentare.org. E' già attiva la raccolta a Pescara, contattate il vostro Banco di riferimento per conoscere le iniziative in merito.
Banco Alimentare dell'Abruzzo, in via Celestino V (Pescara)
SERVE SANGUE Telefonare al centro AVIS 06-44230134
AVIS del Lazio al numero 06491340
ECCO I NUMERI DEI CENTRI TRAFUSIONALI D' ABRUZZO: AVIS ATRI 085/8707535 AVIS TERAMO 085/9491326 OSPEDALE S.SPIRITO PESCARA 08528221 AVIS CHIETI 085/9062702
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO, GIANNI CHIODI: “DONATE IL SANGUE”
A causa dell’emergenza terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinché compiano “un grande gesto di solidarietà” recandosi nei presidi ospedalieri della regione per donare sangue presso i centri trasfusionali.
SEDE AVIS PIU' VICINA
Questo è il link per trovare la sede più vicina dell'Avis.
http://www.avis.it/usr_view.php/ID=1545
INIZIATIVE RACCOLTA SANGUE NELLE REGIONI
ABRUZZO
dipartimento di Med. Trasf. PO "spirito santo" di Pescara 0854252687
LAZIO dove si può donare il sangue.
Policlinico Umberto I; ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli; ospedale Sandro Pertini; Policlinico Tor Vergata; ospedale San Giovanni Evangelista Tivoli; ospedale Delfino Parodi Colleferro; San Giovanni Addolorata; Cto; ospedale S. Eugenio; ospedale civile di Velletri; ospedale civile di Frascati; ospedale civile di Anzio/Nettuno; San Camillo Forlanini; ospedale Grassi di Ostia; ospedale Pediatrico Bambino Gesù; I.F.O; San Filippo Neri; ospedale S. Andrea; ospedale San Pietro FBF; ospedale S. Spirito; ospedale civile San Paolo di Civitavecchia; policlinico Gemelli; ospedale degli Infermi di Viterbo; ospedale Civile di Rieti; centro trasfusionale di Frosinone; ospedale S.S. Trinità di Sora; ospedale S.M. Goretti di Latina; presidio ospedaliero di Formia.
PUGLIA
Centro trasfusionale del policlinico di bari 0805591111
CALABRIA
Avis sta organizzando raccolte anche in Calabria. A Reggio Calabria fa i prelievi dalle 7,30 alle 10 presso la sede di Corso Garibaldi 404 (tel. 0965/813250).
Cosenza:Avis provinciale - Presidente: Piercarlo Spataro Telefono: 0984 - 71462 Fax: 0984 - 21938 Cell: 340 6090301 Indirizzo: Via Arabia 23 Piazza Scura - 87100 Cosenza"
VALLE D'AOSTA
In Valle d'Aosta è pronta colonna mobile di aiuti per l'Abruzzo
PIEMONTE
AVIS UNITA' DI RACCOLTA Torino: Via Piacenza, 7 10126 Torino tel: 011.613341 - fax 011.3161090 UNITA' DI RACCOLTA Via Torino, 19 10044 Pianezza tel 011.9661668 - fax 011.9783460, bisogna fissare un appuntamento
Promuoviamo iniziative di cooperazione per renderci utili nei confronti di chi soffre per questo assurdo disastro!
EMERGENZA TERREMOTO: 0668201 (Protezione Civile Volontariato).
PROTEZIONE CIVILE - PREFETTURA DI PESCARA
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SERVONO INFERMIERI QUALIFICATI ANDATE SUL SITO DELLA REGIONE ABRUZZO
OCCHI SULL'ABRUZZO
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Diretta SkyTG24:
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Banco Alimentare dell'Abruzzo, in via Celestino V (Pescara)
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IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO, GIANNI CHIODI: “DONATE IL SANGUE”
A causa dell’emergenza terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinché compiano “un grande gesto di solidarietà” recandosi nei presidi ospedalieri della regione per donare sangue presso i centri trasfusionali.
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ABRUZZO
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Policlinico Umberto I; ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli; ospedale Sandro Pertini; Policlinico Tor Vergata; ospedale San Giovanni Evangelista Tivoli; ospedale Delfino Parodi Colleferro; San Giovanni Addolorata; Cto; ospedale S. Eugenio; ospedale civile di Velletri; ospedale civile di Frascati; ospedale civile di Anzio/Nettuno; San Camillo Forlanini; ospedale Grassi di Ostia; ospedale Pediatrico Bambino Gesù; I.F.O; San Filippo Neri; ospedale S. Andrea; ospedale San Pietro FBF; ospedale S. Spirito; ospedale civile San Paolo di Civitavecchia; policlinico Gemelli; ospedale degli Infermi di Viterbo; ospedale Civile di Rieti; centro trasfusionale di Frosinone; ospedale S.S. Trinità di Sora; ospedale S.M. Goretti di Latina; presidio ospedaliero di Formia.
PUGLIA
Centro trasfusionale del policlinico di bari 0805591111
CALABRIA
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VALLE D'AOSTA
In Valle d'Aosta è pronta colonna mobile di aiuti per l'Abruzzo
PIEMONTE
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4 aprile - Le VOCI della manifestazione nazionale
4 aprile - I lavoratori, i pensionati, i politici, gli artisti del palco: le voci della manifestazione nazionale della CGIL.
domenica 5 aprile 2009
DILIBERTO: OPPOSIZIONE OGGI E' SOLO IN PIAZZA
"Siccome l'opposizione in Parlamento non c'é, per fortuna che esiste la Cgil che porta l'opposizione in piazza". Lo ha detto il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, durante la manifestazione della Cgil al Circo Massimo. "Per la Sinistra - ha sottolineato Diliberto - il significato di questa manifestazione è enorme, ferma restando l'autonomia del sindacato. La Cgil è l'ultima organizzazione di massa della sinistra, mentre in Parlamento la sinistra semplicemente non c'é ". Diliberto ha poi criticato il Pd: "L'idea che si può stare con la Cgil - ha affermato - ma anche con la Cisl e la Uil è ridicola, visto che dicono e fanno cose opposte". Infine Diliberto ha auspicato che dalla manifestazione di oggi possa giungere una spinta all'unità della sinistra: "Io all'unità ci credevo da bambino, continuo a crederci finché ho fiato in gola".
4 aprile - CGIL - Maurizio Scarpa
4 aprile 2009 - L'intervista di Maurizio Scarpa, dirigente CGIL, alla conclusione della manifestazione
4 aprile - la Cgil si prende Roma
Rassegna.it - 2.700.000 donne e uomini secondo le stime fornite dalla Cgil. Il popolo del sindacato ha invaso la capitale e riempito il Circo Massimo. Epifani: Non dobbiamo avere paura della crisi, dobbiamo guardarla in faccia. Subito tavolo con Cisl e Uil.
http://www.pdcitv.it/video/1088/4-aprile--la-Cgil-si-prende-Roma
sabato 4 aprile 2009
IL 4 APRILE LA FGCI IN PIAZZA AL FIANCO DEL LAVORATORI!!!
I giovani della FGCI saranno al fianco della CGIL nella manifestazione che si terrà il prossimo sabato al Circo Massimo a Roma.
Riteniamo infatti che tale manifestazione, dopo il risultato plebiscitario del referendum indetto dal più grande sindacato italiano sulla riforma del modello contrattuale (i NO hanno vinto con più del 90% dei voti), rappresenti un’occasione importantissima per denunciare i drammatici effetti della crisi economica sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici e per chiedere al Governo misure concrete per affrontarla.
Quella di sabato sarà una giornata di mobilitazione che assume una rilevanza straordinaria perché sposterà l’attenzione sul dramma vissuto da ampie fasce della popolazione e porrà il Governo davanti a pesanti responsabilità.
Un Governo, ricordiamo, che cerca in tutte le maniere di minimizzare gli effetti della crisi, come ha recentemente fatto il Ministro del lavoro Sacconi al vertice G8 sui temi del lavoro e della previdenza dove, di fronte alle pesanti stime dell’OCSE sul numero dei disoccupati, ha cercato di addossare la colpa proprio sull’istituto europeo, colpevole, a suo dire, di travolgere tutti con le sue pessimistiche previsioni.
È dall’inizio della crisi economica e finanziaria che Palazzo Chigi continua a fare di tutto per nascondere il pesantissimo aumento della cassa integrazione e il vero e proprio allarme sociale che si tocca con mano tra le centinaia di migliaia di famiglie che faticano sempre più ad arrivare alla fine del mese.
È per manifestare contro questo Governo che noi sabato saremo a Roma, per denunciare gli effetti della crisi sulla vita di tutti e per ribadire in nostro NO al recente accordo separato sulla riforma del modello contrattuale, perchè è un accordo che indebolisce il contratto nazionale, che programma salari inferiori all’inflazione e non ne prevede il recupero, perché i costi della crisi che sta investendo il paese non possono pesare sul lavoro dipendente.
La manifestazione di sabato sarà una grande festa di tutti, dei giovani, dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, insieme per chiedere un paese più giusto, dove a pagare non siano sempre gli stessi, dove i giovani possano finalmente programmarsi il futuro.
Elisa Mariotti,
Riteniamo infatti che tale manifestazione, dopo il risultato plebiscitario del referendum indetto dal più grande sindacato italiano sulla riforma del modello contrattuale (i NO hanno vinto con più del 90% dei voti), rappresenti un’occasione importantissima per denunciare i drammatici effetti della crisi economica sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici e per chiedere al Governo misure concrete per affrontarla.
Quella di sabato sarà una giornata di mobilitazione che assume una rilevanza straordinaria perché sposterà l’attenzione sul dramma vissuto da ampie fasce della popolazione e porrà il Governo davanti a pesanti responsabilità.
Un Governo, ricordiamo, che cerca in tutte le maniere di minimizzare gli effetti della crisi, come ha recentemente fatto il Ministro del lavoro Sacconi al vertice G8 sui temi del lavoro e della previdenza dove, di fronte alle pesanti stime dell’OCSE sul numero dei disoccupati, ha cercato di addossare la colpa proprio sull’istituto europeo, colpevole, a suo dire, di travolgere tutti con le sue pessimistiche previsioni.
È dall’inizio della crisi economica e finanziaria che Palazzo Chigi continua a fare di tutto per nascondere il pesantissimo aumento della cassa integrazione e il vero e proprio allarme sociale che si tocca con mano tra le centinaia di migliaia di famiglie che faticano sempre più ad arrivare alla fine del mese.
È per manifestare contro questo Governo che noi sabato saremo a Roma, per denunciare gli effetti della crisi sulla vita di tutti e per ribadire in nostro NO al recente accordo separato sulla riforma del modello contrattuale, perchè è un accordo che indebolisce il contratto nazionale, che programma salari inferiori all’inflazione e non ne prevede il recupero, perché i costi della crisi che sta investendo il paese non possono pesare sul lavoro dipendente.
La manifestazione di sabato sarà una grande festa di tutti, dei giovani, dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, insieme per chiedere un paese più giusto, dove a pagare non siano sempre gli stessi, dove i giovani possano finalmente programmarsi il futuro.
Elisa Mariotti,
Responsabile Lavoro FGCI
L'isola CHE HA PAURA
L'OMOFOBIA CRESCE IN SARDEGNA
SASSARI
L'ultima vittima degli attacchi omofobi in Sardegna è stato Antonello Depalmas. A Sassari la sua macchina è stata presa a fucilate. Ma prima era toccato a un trentenne picchiato nel Campidano, ancora prima a un ragazzo stuprato in provincia di Olbia
Si è appostato nelle dune, o tra i cespugli. Fucile in mano, ha atteso che il bersaglio gli sfilasse davanti. Ha visto i fari dell'auto accendersi, il motore partire. Così ha preso la mira e ha premuto il grilletto. Antonello Depalmas, 45 anni, sassarese, parrucchiere, ha sentito il lunotto posteriore frantumarsi: «Ho avuto paura. Quando ti sparano addosso non stai lì a fermare l'auto e controllare quel che è successo. D'istinto ho accelerato e sono scappato via». Così le cronache locali raccontano l'ultimo episodio di violenza contro i gay in Sardegna, accaduto pochi giorni fa sul litorale di Platamona, a diciotto chilometri da Sassari. Negli ultimi mesi nell'isola c'è stato un aumento vertiginoso dei casi di omofobia. «Sembra quasi - dice Massimo Mele, presidente del Movimento omosessuale sardo (Mos) - un bollettino di guerra: dalla morte sospetta di un ragazzo nei parcheggi della fiera di Cagliari, al feroce pestaggio di un trentenne, Roberto Collu, a Villacidro nel Campidano, alla violenza con stupro di un ragazzo, M. C., in provincia di Olbia, fino alle fucilate contro Depalmas a Platamona. Unico legame fra le vittime la loro omosessualità.
I casi citati sono noti perché apparsi sui giornali o comunque denunciati alle forze dell'ordine. Ma non sono che la punta dell'iceberg, considerato che il 99 per cento delle vittime preferisce non denunciare. Per paura, per vergogna, per i sensi di colpa che la mancata accettazione della loro sessualità comporta. Ma anche per il timore di perdere il posto di lavoro che, in un momento di crisi come quello attuale, non è un fattore secondario.
«Attraverso il telefono amico del Mos - spiega ancora Mele - e con il passaparola siamo venuti a conoscenza di una realtà sempre più violenta e aggressiva nei confronti di chi è considerato diverso. L'omofobia in Italia non è reato, ma nemmeno un'aggravante. In quindici anni, dalla prima risoluzione del parlamento europeo contro l'omofobia e per i diritti di gay, lesbiche e trans datata 1994, il governo italiano non è ancora riuscito ad inserire l'omofobia fra le aggravanti della legge Mancino contro discriminazione e razzismo. Così, quelli che in America vengono definiti "hate crimes", crimini di odio, in Italia sono semplici ragazzate o episodi relegati al mondo del bullismo.
Accettare la propria omosessualità non è sempre facile. Bisogna intraprendere un difficile cammino di rielaborazione dei valori e delle finalità che la cultura etero/cattolica ci impone fin dalla nascita. Viviamo in famiglie eterosessuali, in scuole eterosessuali e in contesti sociali basati su dinamiche relazionali prettamente eterosessuali. Non si chiede mai a nessuno di esplicitare la propria eterosessualità, perché la si dà per scontata. Esplicitare la propria omosessualità rompe di fatto questo schema e impone agli "altri" una rielaborazione culturale che non tutti riescono ad affrontare».
E quanto difficile sia, in Sardegna, la "rielaborazione culturale" lo dimostra il fatto che nell'isola due soli comuni, Porto Torres e Atzara (in Barbagia), hanno istituito il registro per le unioni civili. E di come vadano le cose quando si parla di riconoscimento dei diritti degli omosessuali è indicativo il caso di Sassari. Qui il sindaco Gianfranco Ganau (prima Ds e oggi Pd), eletto nel 2005, da quattro anni cerca di far passare l'istituzione del registro delle unioni civili. Si scontra però, oltre che con l'opposizione di centro destra, con la resistenza della sua stessa maggioranza. «La coalizione di centro sinistra - dice Massimo Mele - è compatta solo nelle decisioni dove in ballo ci sono questioni legate a forti interessi economici, come il piano urbanistico comunale, e si sgretola se si parla di diritti. Non è una maggioranza politica, ma d'affari. Tutti d'accordo quando si deve votare il piano del le nuove aree edificabili: se però si parla di grandi temi, e in ballo c'è la dignità della città e non gli interessi dei singoli, allora il centro sinistra diventa ostaggio delle componenti clericali. La stessa identica situazione esiste a Nuoro, comune governato da una maggioranza di centro sinistra. Non parliamo poi di Cagliari, di Olbia e di Oristano, città amministrate da giunte di centro destra».
Il fatto è che in Sardegna l'omosessualità non è vista come problema prioritario e raramente le amministrazioni pubbliche, di qualsiasi colore, si sono impegnate a combattere l'omofobia o almeno a sostenere le associazioni che offrono servizi alle persone omosessuali. Atzara e Porto Torres sono casi isolati. Anche a Quartu, comune governato dal centro sinistra, il registro è stato bocciato. A Sassari si sono spinti oltre: no al registro, condanna, con un documento del consiglio comunale, del Movimento omosessuale sardo dopo che questo ha protestato pubblicamente occupando simbolicamente l'aula, congelamento della mozione contro l'omofobia, ferma da più di un anno in commissione.
«In un simile contesto - aggiunge ancora Massimo Mele - gli anatemi vaticani e le aggressioni verbali di politici e di amministratori pubblici, dai "culattoni" di Calderoli, ai "deviati" della Binetti fino all'incitamento all'omicidio come nel caso dell'assessore lombardo Prosperini, ma anche le dichiarazioni omofobiche di diversi esponenti del consiglio comunale di Sassari, non aiutano gay e lesbiche nel loro percorso di auto accettazione, né il resto della società ad aprirsi verso l'omosessualità.
Da anni l'omosessualità è considerata una semplice "variante naturale del comportamento umano" (Organizzazione mondiale della sanità) e non si capisce quindi come sia possibile che personalità politiche e religiose possano offendere e aggredire verbalmente le persone omosessuali senza pagarne le conseguenze».
«Il 17 maggio - conclude Mele - ricorre la giornata mondiale contro l'omofobia. Il Movimento omosessuale sardo spedirà a tutte le amministrazioni in Sardegna il testo di una mozione di condanna dell'omofobia che riconosce a gay, lesbiche e trans il diritto di vivere liberamente la propria sessualità. E chiederà che sia sottoscritto. Riusciranno i nostri politici a compiere questo minimo gesto di civiltà?».
SASSARI
L'ultima vittima degli attacchi omofobi in Sardegna è stato Antonello Depalmas. A Sassari la sua macchina è stata presa a fucilate. Ma prima era toccato a un trentenne picchiato nel Campidano, ancora prima a un ragazzo stuprato in provincia di Olbia
Si è appostato nelle dune, o tra i cespugli. Fucile in mano, ha atteso che il bersaglio gli sfilasse davanti. Ha visto i fari dell'auto accendersi, il motore partire. Così ha preso la mira e ha premuto il grilletto. Antonello Depalmas, 45 anni, sassarese, parrucchiere, ha sentito il lunotto posteriore frantumarsi: «Ho avuto paura. Quando ti sparano addosso non stai lì a fermare l'auto e controllare quel che è successo. D'istinto ho accelerato e sono scappato via». Così le cronache locali raccontano l'ultimo episodio di violenza contro i gay in Sardegna, accaduto pochi giorni fa sul litorale di Platamona, a diciotto chilometri da Sassari. Negli ultimi mesi nell'isola c'è stato un aumento vertiginoso dei casi di omofobia. «Sembra quasi - dice Massimo Mele, presidente del Movimento omosessuale sardo (Mos) - un bollettino di guerra: dalla morte sospetta di un ragazzo nei parcheggi della fiera di Cagliari, al feroce pestaggio di un trentenne, Roberto Collu, a Villacidro nel Campidano, alla violenza con stupro di un ragazzo, M. C., in provincia di Olbia, fino alle fucilate contro Depalmas a Platamona. Unico legame fra le vittime la loro omosessualità.
I casi citati sono noti perché apparsi sui giornali o comunque denunciati alle forze dell'ordine. Ma non sono che la punta dell'iceberg, considerato che il 99 per cento delle vittime preferisce non denunciare. Per paura, per vergogna, per i sensi di colpa che la mancata accettazione della loro sessualità comporta. Ma anche per il timore di perdere il posto di lavoro che, in un momento di crisi come quello attuale, non è un fattore secondario.
«Attraverso il telefono amico del Mos - spiega ancora Mele - e con il passaparola siamo venuti a conoscenza di una realtà sempre più violenta e aggressiva nei confronti di chi è considerato diverso. L'omofobia in Italia non è reato, ma nemmeno un'aggravante. In quindici anni, dalla prima risoluzione del parlamento europeo contro l'omofobia e per i diritti di gay, lesbiche e trans datata 1994, il governo italiano non è ancora riuscito ad inserire l'omofobia fra le aggravanti della legge Mancino contro discriminazione e razzismo. Così, quelli che in America vengono definiti "hate crimes", crimini di odio, in Italia sono semplici ragazzate o episodi relegati al mondo del bullismo.
Accettare la propria omosessualità non è sempre facile. Bisogna intraprendere un difficile cammino di rielaborazione dei valori e delle finalità che la cultura etero/cattolica ci impone fin dalla nascita. Viviamo in famiglie eterosessuali, in scuole eterosessuali e in contesti sociali basati su dinamiche relazionali prettamente eterosessuali. Non si chiede mai a nessuno di esplicitare la propria eterosessualità, perché la si dà per scontata. Esplicitare la propria omosessualità rompe di fatto questo schema e impone agli "altri" una rielaborazione culturale che non tutti riescono ad affrontare».
E quanto difficile sia, in Sardegna, la "rielaborazione culturale" lo dimostra il fatto che nell'isola due soli comuni, Porto Torres e Atzara (in Barbagia), hanno istituito il registro per le unioni civili. E di come vadano le cose quando si parla di riconoscimento dei diritti degli omosessuali è indicativo il caso di Sassari. Qui il sindaco Gianfranco Ganau (prima Ds e oggi Pd), eletto nel 2005, da quattro anni cerca di far passare l'istituzione del registro delle unioni civili. Si scontra però, oltre che con l'opposizione di centro destra, con la resistenza della sua stessa maggioranza. «La coalizione di centro sinistra - dice Massimo Mele - è compatta solo nelle decisioni dove in ballo ci sono questioni legate a forti interessi economici, come il piano urbanistico comunale, e si sgretola se si parla di diritti. Non è una maggioranza politica, ma d'affari. Tutti d'accordo quando si deve votare il piano del le nuove aree edificabili: se però si parla di grandi temi, e in ballo c'è la dignità della città e non gli interessi dei singoli, allora il centro sinistra diventa ostaggio delle componenti clericali. La stessa identica situazione esiste a Nuoro, comune governato da una maggioranza di centro sinistra. Non parliamo poi di Cagliari, di Olbia e di Oristano, città amministrate da giunte di centro destra».
Il fatto è che in Sardegna l'omosessualità non è vista come problema prioritario e raramente le amministrazioni pubbliche, di qualsiasi colore, si sono impegnate a combattere l'omofobia o almeno a sostenere le associazioni che offrono servizi alle persone omosessuali. Atzara e Porto Torres sono casi isolati. Anche a Quartu, comune governato dal centro sinistra, il registro è stato bocciato. A Sassari si sono spinti oltre: no al registro, condanna, con un documento del consiglio comunale, del Movimento omosessuale sardo dopo che questo ha protestato pubblicamente occupando simbolicamente l'aula, congelamento della mozione contro l'omofobia, ferma da più di un anno in commissione.
«In un simile contesto - aggiunge ancora Massimo Mele - gli anatemi vaticani e le aggressioni verbali di politici e di amministratori pubblici, dai "culattoni" di Calderoli, ai "deviati" della Binetti fino all'incitamento all'omicidio come nel caso dell'assessore lombardo Prosperini, ma anche le dichiarazioni omofobiche di diversi esponenti del consiglio comunale di Sassari, non aiutano gay e lesbiche nel loro percorso di auto accettazione, né il resto della società ad aprirsi verso l'omosessualità.
Da anni l'omosessualità è considerata una semplice "variante naturale del comportamento umano" (Organizzazione mondiale della sanità) e non si capisce quindi come sia possibile che personalità politiche e religiose possano offendere e aggredire verbalmente le persone omosessuali senza pagarne le conseguenze».
«Il 17 maggio - conclude Mele - ricorre la giornata mondiale contro l'omofobia. Il Movimento omosessuale sardo spedirà a tutte le amministrazioni in Sardegna il testo di una mozione di condanna dell'omofobia che riconosce a gay, lesbiche e trans il diritto di vivere liberamente la propria sessualità. E chiederà che sia sottoscritto. Riusciranno i nostri politici a compiere questo minimo gesto di civiltà?».
di Costantino Cossu - 31 Marzo 2009
il manifesto
giovedì 2 aprile 2009
«G8, in Sardegna tolleranza zero»
«Violenti ed estremisti non saranno tollerati» ha precisato con estrema chiarezza e fermezza il Ministro degli Esteri Frattini. Il vertice dei leader del G8, che si terrà in luglio all'isola de La Maddalena, sarà sicuro.
ALGHERO - Il vertice dei leader del G8, che si terrà in luglio all'isola de La Maddalena, sarà sicuro: «Violenti ed estremisti non saranno tollerati». Lo ha detto con estrema chiarezza e fermezza oggi (giovedì) il ministro degli Esteri Franco Frattini, dopo gli scontri di ieri a Londra in occasione del G20 in cui è morto un manifestante.
Abbiamo attivato tutti gli strumenti di prevenzione per garantire che il G8 italiano all'isola della Maddalena sia sicuro, ha precisato il Ministro, che poi ha sottolineato come chi vugli manifestare possa farlo pacificamente: «Quello che non tollereremo saranno i violenti, gli estremisti, quelli a cui non importa niente del successo sui grandi temi globali».
Il precedente G8 italiano, che si è tenuto a Genova nell'estate del 2001, ha ceduto la scena mediatica alle manifestazioni di piazza che si erano concluse con la tragica morte di un giovanissimo dimostrante 23enne, Carlo Giuliani.
ALGHERO - Il vertice dei leader del G8, che si terrà in luglio all'isola de La Maddalena, sarà sicuro: «Violenti ed estremisti non saranno tollerati». Lo ha detto con estrema chiarezza e fermezza oggi (giovedì) il ministro degli Esteri Franco Frattini, dopo gli scontri di ieri a Londra in occasione del G20 in cui è morto un manifestante.
Abbiamo attivato tutti gli strumenti di prevenzione per garantire che il G8 italiano all'isola della Maddalena sia sicuro, ha precisato il Ministro, che poi ha sottolineato come chi vugli manifestare possa farlo pacificamente: «Quello che non tollereremo saranno i violenti, gli estremisti, quelli a cui non importa niente del successo sui grandi temi globali».
Il precedente G8 italiano, che si è tenuto a Genova nell'estate del 2001, ha ceduto la scena mediatica alle manifestazioni di piazza che si erano concluse con la tragica morte di un giovanissimo dimostrante 23enne, Carlo Giuliani.
da Alguer.it
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