È stata una campagna elettorale “strana”, invernale, fatta di poca piazza e molto mediatica. È stata attraversata da vicende politiche nazionali importanti: il caso Englaro, l’aggressione al sistema giudiziario operata dal governo Berlusconi, l’esplosione delle contraddizioni in Rifondazione Comunista (con la scissione di una parte di quel partito), la lotta interna tra le varie anime del Pd, la proposta dei Comunisti Italiani per una riunificazione a partire dalle elezioni regionali e dalle prossime Europee. A livello regionale si è registrata una invadente ed inopportuna presenza del capo del governo a sostegno di un candidato praticamente sconosciuto, quasi a voler affermare che egli è in grado “di fare eleggere chiunque”. Dall’altra parte il presidente Soru sostenuto in modo leale ed univoco dalla sinistra (quella stessa che Veltroni aveva contribuito a cancellare dal parlamento nazionale) ed insidiato sul versante più moderato della sua coalizione, quanto non anche dai maggiorenti del Pd. Sul terreno programmatico si sono scontrate un’idea precisa dell’assetto e dello sviluppo della Sardegna in capo a Soru ed alle forze della sinistra ed una concezione dell’isola quale protettorato personale del premier, nella quale i nuraghi diventano “magazzini merci” e i disoccupati giardinieri, camerieri e hostess. Su base locale si è criticato l’eccesso dei candidati. Forse qualcuno avrebbe preteso una sorta di esclusiva cittadina. I Comunisti Italiani hanno annunciato pubblicamente la mia candidatura il giorno 3 gennaio, con almeno una settimana di anticipo su ogni altra. Personalmente non ho mai considerato gli altri candidati come inopportuni zappatori del mio orto. Seppure siano parsi curiosi o perfino stravaganti alcuni abbinamenti sono ormai abituato ad aspettarmi di tutto, né penso, per il solo fatto di contare 26 anni di militanza comunista, di essere il custode della parola coerenza. La politica ci ha purtroppo abituati a repentini mutamenti di sigla o di schieramento secondo precisi individuali tornaconto. Ora è importante che la città e la provincia siano degnamente rappresentate nell’assemblea regionale da energie pulite e persone credibili, competenti e socialmente sensibili. Ritengo infatti che il voler considerare i candidati locali come fruitori di un bacino elettorale chiuso entro le mura cittadine sia in sé errato, ciascuno deve piuttosto dimostrare, considerato che si tratta delle elezioni regionali e non delle comunali, di essere portatore di un consenso diffuso sul territorio, capace cioè di proiettare la città di Alghero in una dimensione aperta al territorio stesso. Ho ascoltato persone che chiedevano moralità, capacità, coerenza, sobrietà nei comportamenti, sensibilità, coraggio, onestà, lealtà e soprattutto una visione del futuro nella quale potersi identificare insieme a chi volesse porre la propria esistenza a servizio del bene comune.
Elias Vacca
Candidato Consigliere Regionale dei Comunisti Italiani con Renato Soru Presidente
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